COLLI

Colli di Monte Bove (AQ.), il Secolo Scorso

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Quadri ricollocati nella chiesa S. Nicola di Bari

San Nicola di Bari (Foto: Antonio Barnabei)

Madonna delle Anime Sante (Foto: Antonio Barnabei)
Grazie alla solerzia ed all'amorevole cura che il Priore della Confraternita di San Berardo di Colli di Monte Bove, Giuseppe Simeoni, rivolge a tutto ciò che attiene i paramenti sacri e le opere d'Arte che si trovano nelle chiese del nostro paese, sono ritornati nella loro originaria collocazione i due quadri che ornavano l'uno l'altare maggiore (San Nicola di Bari, perfettamente restaurato dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici dell'Aquila) e l'altro (Madonna delle Anime Sante), sul quale, purtroppo, non è stato possibile effettuare alcun intervento per la nota emeregnza nella quale versa il Patrimonio artistico della provincia dopo il sisma che ha colpito la città capolugo di regione nell'aprile del 2009.
Come è noto a tutti i collesi la chiesa San Nicola di Bari è stata espropriata, ufficialmente per ragioni di sicurezza, in realtà per logiche museali regionali che sfuggono all'umana comprensione, della scultura lignea policroma raffigurante una Madonna con bambino risalente al XIII secolo, ora in custodia presso il Museo della Marsica di Celano (AQ.).
Le autorità competennti dovrebbero capire che s'infligge uno sfregio all'opera stessa quando viene esiliata dal suo contesto di origine, nel quale prese forma e si  modellò l'idea dell'artista.
A Colli si sta valutando l'opportunità di far eseguire una copia della statua in legno per collocarla nella cripta dove originariamente era sistemata l'opera autentica (raffigurata qui a sinistra).

Il culto pellegrinale alla Grotta di Sant'Angelo

Domenica 8 Maggio, come ormai da tradizione secolare, i fedeli di Colli di Monte Bove si sono recati in culto pellegrinale alla rotte de Sant'Agno, trasportando la statua di San Michele, sino al cimitero.
Secondo una credenza popolare, se si immerge la testa in una cavità scavata nella roccia del vano superiore dell'eremo, si può udire la eco del sangue che scorre nelle vene dei Santi Martiri; strofinare, invece, la cosiddetta treccia della Madonna allevierebbe i sintomi del mal di testa. In passato, perchè ormai all'interno del luogo di culto non cresce più la vegetazione, alcune foglie di un arbusto erano raccolte per preparare un decotto da far bere alle puerpere che avevano difficoltà nell'allattamento.
Per una bibliografia essenzale sull'eremo di Sant'Angelo di Colli di Monte Bove:
- V. PACE, Bisanzio e l'Occidente, Viella 1996, (consultabile sul Blog);
- E. MINCATI, Eremi e luoghi di culto rupestri d'Abruzzo, Carsa 1996;
- G. MARUCCI, Il viaggio sacro, culti pellegrinali e santuari in Abruzzo, Andromeda 2000.

Colli disegnato da Natale Bonifacio da Sebenico

Questa carta dell'Abruzzo Ulteriore del 1587 (qui nel dettaglio della nostra area), di Natale Bonifacio da Sebenico è molto importante in quanto i paesi raffigurati sono stati incisi sul legno conservando le linee architettoniche dei loro profili: è quindi una sorta di istantanea sul nostro paese e l'orografia circostante, risalente a quell'epoca.
E' la sola carta, con il Globo, che Bonifacio abbia inciso prima di stamparla il 15 Dicembre 1587, presso Nicola van Aelst e: "intagliata con molta mia fatica e lunga investigatione". (Cfr. la dedica al Marchese Federico Cesi che giustificherebbe l'ipotesi di una sua elaborazione).
L'esattezza della rappresentazione grafica fa presumere che l'autore abbia visitato i paesi raffigurati sulla carta, compreso il nostro.
(fonte: gallica.bnf.fr/Bibliothèque nationale de France )

Il progetto del 1919 della ferrovia Teramo-Carsoli

Pubblichiamo, per gentile concessione del sito valledelsalto, il carteggio (per scaricarlo seguire il collegamento ipertestuale) che accompagnò nel 1919 la richiesta della costruzione di una linea ferroviaria di dorsale appenninica, che avrebbe dovuto collegare Teramo con l'Aquila e quest'ultima, attraverso la valle del Salto-Cicolano con Carsoli, confluendo qui nella tratta, già in esercizio, e raggiungere Roma.
Se questa arteria di comunicazione fosse stata realizzata, con molta probabilità, la storia economica della Marsica del secolo scorso, sarebbe stata radicalmente diversa in quanto avrebbe interconnesso aree di produzione direttamente ai mercati di consumo.
La distanza tra Carsoli e L'Aquila, con il progetto di ferrovia del 1919, sarebbe stata di soli 56 Km. e, avrebbe richiesto, con il materiale rotabile di allora, un tempo di percorrenza non superiore ad 1h e 30'. I tempi di percorrenza di un tragitto Avezzano-L'Aquila si sarebbero ridotti dalle 4h e 30' a meno di 2h. 

I Pizzicuni: piatto ricercato della cucina di Colli

Conquistato il proprio piatto di Pizzicuni
lo si consuma anche in piedi (Agosto Collese 2010)
La ricetta dei Pizzicotti
della Sabina
I Pizzicuni, il piatto povero della tradizione culinaria contadina di Colli di Monte Bove, è diventato il più ricercato nelle sagre estive del carseolano. Composto da ingredienti semplici (farina, acqua, pancetta, salsiccia, olio) è una pietanza di facile preparazione: tuttavia richiede molta maestria nelle fasi di stiratura e di cottura. Le donne più anziane del paese, custodiscono una ...formula magica, tenuta gelosamente segreta, che rende il piatto preparato a Colli di una prelibatezza unica.
Paolo Emilio Capaldi ci ha segnalato il testo di Maria Giuseppina Truini Palomba, Cucina Sabina, Franco Muzzio Editore, dove è presente un piatto simile al nostro, i Pizzicotti che, comunque, differisce molto negli ingredienti utilizzati per il condimento.



Sul numero 44 di AEQUA, è stato pubblicato un breve saggio storico/gastronomico sui Pizzicuni.

Le Pagine del Laurenti su Colli di Monte Bove

La Prima Edizione di
Oricola e Contrada Carseolana
di Paolo Emilio Capaldi

Durante il primo quarantennio del ‘900 escono in Italia numerose monografie riguardanti la storia locale delle piccole cittadine italiane.
Una di queste è quella del Laurenti su Oricola e i paesi del circondario di Carsoli.
L’autore nacque a Scarpa (Cineto Romano) nel 1875 e morì nel 1948.
Egli, come scrive nella prefazione, dovette « raccogliere e vagliare notizie di parecchi scrittori, analizzare e leggere volumi logori dalla polvere e dai secoli e decifrare abbreviazioni e segni convenzionali a prima vista incomprensibili ».
Per questo trovò difficoltà nella ricostruzione della frammentata storia di questi luoghi: nel mettere insieme le scarse notizie sull’epoca antica degli Equi e dei Romani, nell’osservare i passaggi di questo o quel castello di famiglia in famiglia durante il medioevo, nel descrivere le vicende degli eserciti stranieri che attraversarono queste terre, nel raccontare le guerre di confine e le lotte contro il brigantaggio e nel riportare le ultime vicende che portarono stabilità politica e amministrativa con l’unità d’Italia.
Un’altra caratteristica, come indicato nel sottotitolo dell’opera, è quella di realizzare uno scritto mosso più che altro dall’entusiasmo e dalla passione per la propria terra e per la propria gente.
Va alle stampe un’opera agile, riassuntiva e abbastanza completa, senza pretese di esattezza e rigore storico e per questo con alcuni inevitabili errori.
La sezione riguardante Colli di Montebove offre delle indicazioni su alcune iniziative dello stesso autore presso il Parlamento italiano per le strade e la viabilità di quel luogo.
Sicuramente scartabellando gli atti parlamentari del 1920 si potranno riesumare i discorsi aulici sulla cittadina e si potrà riportare alla luce la situazione del paese, “fotografata” dalle parole ridondanti di quella rispettabile aula.
L’autore rivede la toponomastica del paese e del monte su cui esso si appoggia fornendo qualche spiegazione; fa un breve accenno sui monumenti del paese, sulla figura di San Berardo e quando, sul finire, s’imbatte nella descrizione storica del possesso dell’antico castello, scambia Colli di Carsoli (Celle), con Colli di Amatrice, attribuendone erroneamente il possesso alla famiglia Vitelli che mai abitarono Colli.
Nonostante quest’errore l’operetta rimane un’importante testimonianza d’interesse e di amore per la Sua e la nostra terra.
Il libro è stato recentemente ristampato (2009), dall’Associazione Culturale Lumen di Pietrasecca.
 

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