COLLI

La chiesa di S. Nicola detiene abbazia di Luppa

La scheda di Tomassetti della Bolla
La chiesa S. Nicola di Colli, ha detenuto dal XVIII secolo, l'abbazia noncupata di Luppa in virtù di una Bolla del papa Benedetto XIV del 30 Ottobre 1754.
In passato sull'argomento era intervenuto, autorevolmete, varie volte Il Foglio di Lumen, limtando, tuttavia, la propria ricerca alla presenza di una chiesa S.Maria di Luppa. Con questo documento che pubblichiamo si attesta che in realtà i ruderi ancora esistenti sono le vestigia di un'abbazia noncupata che aveva al suo interno un altare dedicato alla Vergine.
Il documento vaticano delinea la storia dell'edificio di culto, risalendo all'attribuzione temporanea a Fabrizio Colonna, Contestabile del regno di Napoli nel "...Pridiae Kalendas Octobris anno quintodecimo..." e viene evocata anche la finalità "...pro militibus." E' lo stesso esponenete della prestigiosa famiglia a richiedere, in seguito, l'attribuzione delle rendite di questa terra alla chiesa Parrocchiale di Colli "...ecclesiae suoi Patronus." In una data non precisata ed essendo la sede "...vacante per obitum.." la Diocesi dei Marsi ne attribuisce lo ius patronatus ad un certo Laicone descritto nel documento come "...nobilum et altissimus iudicet..."  In un'epoca sempre non precistata subentra "per obitum... Thomas Bernardini... ultimi Possessoni", per quindi finalmente essere retrocessa dalla Diocesi "...at Parochialis Ecclesia sancti Nicolai Barensis noncupati terra Collius."
L'incipit della Bolla

La rendita annua di IV Ducati viene attribuita a "...Caietanus De Carolis Presbitero." In altra parte del documento il fruitore dei canoni viene individuato con il patronimico "Caietano de Caroli". L'elenco dei sacerdoti del nostro paese presente nell'Archivio vescovile di Avezzano individua, per quel periodo, la titolarità della chiesa di S. Nicola, nella figura di "Gaetano Caroli". Ora è noto che a Colli sono state residenti sia la famiglia De Carolis, oggi estinta, che Caroli, ancora presente; pertanto questa duplicità del documento pubblicato ingenera qualche confusione; ma, gli elementi raccolti fanno propendere per l'ipotesi che l'Arciprete in carica pro tempore alla chiesa parrocchiale di S. Nicola di Bari, fosse effettivamente Gaetano Caroli.
Ringrazio la Sovrintendenza dei beni Archivistici del Lazio, Archivio Colonna, Monastero di S. Scolastica, Subiaco, per l'autorizzazione concessa a riprodurre il documento; nonché gli Eredi Colonna.

Escursione estiva: ascesa monte Midia (1737 m.)

La sommità del Monte Midia in un disegno originale
Ai tanti amici che gremiranno il nostro paese nel mese di Agosto e che, dopo qualche giorno di permanenza, inizieranno ad annoiarsi per la monotonia del soggiorno, proponiamo questa escursione estiva, di difficoltà media, che, se effettuata al levar del sole, si rivelerà un'esperienza indimenticabile per l'eccezionale bellezza del paesaggio che si potrà contemplare durante l'ascesa ed alla sommità del monte Midia.
Si consiglia di utilizzare la macchina per arrivare al camping di Marsia e parcheggiare un pò prima della barra metallica che delimita la strada per raggiungere il Pian del Pozzo. I più ardimentosi potranno fare questo percorso a piedi da Colli calcando le orme dei pellegrini che nel mese di Luglio si recano al santuario della SS. Trinità di Vallepietra. Appena cento metri dopo si lascia la strada per inoltrarsi nel sentiero che penetra nel bosco, sulla destra. Seguire accuratamente il tracciato tenemdosi sempre verso l'alto, tralasciando il sentiero marcato dal più forte tropismo. All'interno del bosco si potrà apprezzare una brezza mattutina rigenerante e, se si è fortunati, degustare qualche fragolina appena sbocciata. Dopo circa settecento metri si scollina su un costone brullo da dove si vede già la vetta del monte Midia. I passeggiatori più attenti noteranno un sentiero delimitato, saltuariamente, da bande verticali rosse: è la master line che vi consentirà di arrivare alla cima utilizzando il percorso più breve.
La Valle della Dogana
Durante l'ascesa sono consigliate brevi soste per apprezzare lo scenario che avete intorno: dietro di voi la Valle della Dogana in questo periodo, di primo mattino, avvolta dalle nebbie, spettacolo insolito. La scena è dominata dal monte Padiglione. Alla vostra destra (Sud) potrete ammmirare la faggeta più estesa d'Europa con i vari tratturi che conducono alla fonte di San Nicola, al santuario della SS. Trinità, a Pereto. Riprenedendo il cammino si è attratti dalla flora del monte caratterizzata da una prevelanza di piante di Genziana e del pericoloso Velabro bianco, perfettamente identico alla Genziana -eccetto nella disposizione dei rami che è asimmetrica-, le cui radici sono velenose e provocano la morte dell'uomo, se erroneamente utilizzate per fabbricare il celeberrimo amaro.
Il vero spettacolo vi aspetta alla sommità del monte: ad ovest si notano con distinzione Oricola, Riofreddo, Licenza, Tivoli, quando non c'è foschia, anche la periferia Est di Roma. Ruotando lo sguardo verso Nord-Ovest sono perfettamente visibili i monti reatini, il Velino, i campi coltivati del Fucino ed uno skyline mozzafiato sin verso Cocullo. Il tempo necessario per l'ascesa è di circa 1 h.

E' consigliabile un primo ristoro non troppo frugale; riprendere il cammino seguendo il medesimo percorso dell'ascesa e giunti in prossimità del sentiero che s'immette nel bosco, continuare in avanti sino a raggiungere un sentiero molto ampio, solcato dal passaggio di fuoristrada. Giungere sino in fondo alla valle dove il sentiero si trasforma in un alveo di fiume tributario di fenomeni meteorici stagionali; costeggiarlo sulla destra o sulla sinistra (è indifferente) e dopo circa 500 m. si raggiunge Pian del Pozzo (foto in basso).
Pian del Pozzo con sullo sfondo il monte Midia

Qui si potrà di nuovo bivaccare in un rifugio attrezzato con camini per barbecue e tavoli in legno. Dopo una sosta a piacere si percorre la strada principale che ricondurrà, dopo circa 1 h. di cammino, nel luogo di sosta della macchina, in prossimità del camping.
 

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