COLLI

Colli di Monte Bove (AQ.), il Secolo Scorso

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Piccolo Dizionario dei riti del Matrimonio a Colli

Un solo grido!: "...Piucchiù, nun' zo ppiù..."
Questo sarà un Post work in progress, aperto alla collaborazione di tutti i lettori del Blog. La mission sarà quella di redigere un piccolo dizionario dei riti che circondavano a Colli il matrimonio di un tempo: proverò a descrivere gli eventi che rammento, con la consapevolezza che sono ricordi aridi, scheletrici, sommari e lacunosi.
Chi vorrà potrà postare nei Commenti lemmi integrativi o aggiuntivi, oppure inviarmeli per email (l'indirizzo è in fondo al Blog alla voce Contatti) per essere trascritti qui.
Da Giovanni Anastasi riceviamo e pubblichiamo integralmente:
I MATRIMONI A COLLI DELL'OTTOCENTO: I festeggiamenti avevano la durata di una settimana e nelle tre domeniche precedenti avevano luogo le pubblicazioni. La prima domenica di pubblicazione la sposa andava in chiesa vestita con abito di seta con velo accompagnata da parenti e amiche. Tornata a casa riceveva il "primo complimento" (rinfresco).
all' inizio della quarta settimana il fratello ( o un parente) dello sposo accompagnava la sposa a casa dello sposo. alla porta ad attenderla c'era la suocera con un ciambellone che le diceva: "Sposa mia bella, portami la pace e non la guerra". Veniva fatto un rinfresco poi la sposa con tutti i parenti tornava a casa e offriva loro il pranzo.
Il matrimonio si celebrava la mattina del sabato quando lo sposo, accompagnato da una sorella o zia, andava a prendere la sposa, accompagnata anch'ella da una sorella o da una zia. Si andava in chiesa in quattro e i genitori restavano in casa. Finita la celebrazione si andava a casa della sposa dove c'era una colazione per gli invitati. Dopo la colazione lo sposo tornava a casa e la sposa restava coi suoi. Quest'ultima "usciva" di casa la domenica seguente detta "della benedizione" e si rinchiudeva a casa dello sposo per i successivi otto giorni senza uscire dalla propria stanza. Passato questo periodo le due famiglie potevano organizzare il pranzo di nozze.
Tra tutte le usanze di quel tempo, una è particolarmente carina: qualche sabato prima del matrimonio i parenti dello sposo andavano  a casa della sposa e cercandola dicevano: "s'è perduta una pecorella e la cerchiamo, è tra le vostre?". Una volta che la sposa si faceva riconoscere, il fratello dello sposo le donava l'anello di fidanzamento: "per amore di mio fratello dammi la mano che ti metto l'anello". poi un altro anello veniva regalato il giorno delle nozze.
Sia i parenti dello sposo e quelli della sposa andavano in giro ad invitare i parenti per il pranzo della domenica con una lanterna. Infine c'era il corredo che veniva trasportato il giovedì precedente dai parenti che inscenavano un mercatino con il corredo e le ciambelle. il tutto finiva con discussioni e risse, naturalmente finte.

(fonti: archivio famiglia Panegrossi)

I CANESTRI: I parenti più stretti della sposa e dello sposo dovevano assolvere a questo compito di inviare un canestro contente per lo più specialità alimentari che venivano poi utilizzate per il cosiddetto "pranzo degli spusi".
Le donne addobbavano questi canestri con nastri e fiori di carta di vari colori che creavano loro stesse; venivano portati sulla testa ed il peso era equilibrato, ed in parte ammortizzato, da un pezzo di stoffa arrotolata. Per consuetudine durante il percorso le portatrici dei canestri venivano accompagnate da un commento musicale (solitamente opera di "Topone"), come mostra la foto in alto a destra.
CIAMMEGLIO-Glio- (Il Ciambello): Ciao maurizio, sono Giovanni Anastasi e rivedendo le foto del matrimonio dei miei genitori (Elena e Bruno) ho trovato la foto con il ciambello e mi sono fatto spiegare a cosa serviva. Era una semplice tradizione che veniva fatta dopo la cerimonia.
Quando gli sposi entravano nella casa dello sposo, la sposa si inginocchiava alla soglia della porta, la suocera gli donava il ciambello, la sposa lo passava senza guardare dietro e il primo che lo prendeva lo mangiava (in quel caso zio Richetto). Purtroppo non sono riuscito a capire da dove provenisse questa tradizione. Ciao                
PRANZO DEGLI SPUSI (Pranzo degli Sposi): Era la riunione conviviale che seguiva la celebrazione del matrimonio in chiesa. Tutti gli invitati alle nozze s'incamminavano, in corteo seguendo gli sposi, verso la sede del simposio culinario. In genere veniva utilizzata una stanza spaziosa, ma, sistematicamente, erano utilizzate anche quelle attigue perchè i convenuti al ...baccanale erano masse ...oceaniche.
Tutte le pietanze (portate) venivano preparate la notte precedente le nozze dalle amiche della sposa o della famiglia ma non poteva mai mancare la Cuoca (La Coca, una provetta era Maddalena, quì ritratta nella foto, al centro) che dirigeva tutte le fasi della preparazione delle pietanze. Queste dovevano essere nuerose ed il più abbondanti possibile in quanto erano segno di munificenza delle due famiglie degli sposi e rivestivano una simbologia augurale alla nuova unione. Il tutto, ovviamente, accompagnato da un ottimo vino (paesano).
Per imbandire le tavole si utilizzavano i servizi buoni di posate e bicchieri che, soprattutto i componenti del Rione (vicinato), mettevano a disposizione.
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