Arco della Dogana |
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Colli, un borgo da (ri)scoprire
Giovanni Anastasi
CULTORE DI STORIA LOCALE
ll progetto "Colli di Monte Bove, un Borgo da (ri)scoprire", ideato dall'Associazione Culturale Giovani Colli, ha lo scopo di far conoscere la storia e le meraviglie del paese e di non farle dimenticare. Saranno posizionati 9 pannelli turistici nei punti di interesse storico artistico religioso e paesaggistico. Le bacheche in ferro battuto (di cui due fronte-retro) racconteranno la storia quasi millenaria di Colli. L'avvicendamento delle varie potenti famiglie presenti in questi territori che anche a Colli hanno lasciato segni ancora evidenti, come il castello dei conti dei Marsi, il palazzo e la fonte monumentale dei Colonna; le principali chiese di S. Nicola e S. Berardo ricche di opere; le altre chiese di S. Rocco, S. Antonio Abate e S. Maria della Speranza; l'eremo di S. Angelo, immerso nella meravigliosa natura di Colli; l'importanza economica del borgo a partire dal rinascimento con la Dogana e la Catena; l'antica via Valeria, con alcuni resti ancora ben visibili nel nostro territorio; la toponomastica dei luoghi e il nome del paese attraverso le epoche; infine, la vita del nostro Santo Concittadino, San Berardo dei Marsi. Tutto ciò è stato reso possibile dalla fondamentale collaborazione di don Paolo Emilio Capaldi, ricercatore di storia locale. I pannelli non conterranno solo i testi e la relativa bibliografia consultata, ma saranno arricchiti da cartina, foto e QR code; questi ultimi indirizzeranno il visitatore, semplicemente con lo scanner dello smartphone, in vari links presenti in questo blog (che abbiamo ampiamente consultato per la realizzazione dei testi, insieme alle riviste locali "Aequa" e "Lumen") ed anche in video narrativi caricati su Youtube e video con didascalie in inglese. Durante la realizzazione di tale progetto abbiamo avuto la collaborazione di diverse persone che hanno contribuito in maniera fondamentale: le musiche, le narrazioni, le traduzioni in inglese, le foto ed altre collaborazioni. Ci sono state numerose persone che ci hanno fatto un suggerimento, una correzione o raccontato un loro semplice ricordo. Un ringraziamento a tutti coloro che hanno partecipato a questo avvincente viaggio. Non fermiamoci ora...Ci sono tantissime storie ancora da raccontare.
Il video di lancio dell'iniziativa
Promotrice del Progetto
L'ASSOCIAZIONE CULTURALE GIOVANI COLLI
Dopo un periodo di inattività l'Associazione Culturale Giovani Colli ha ripreso ad occuparsi degli scopi per cui è nata: valorizzare e mantenere in vita la cultura, le tradizioni e la storia del nostro paese.
L'Associazione si è sempre contraddistinta per le iniziative intraprese, sempre innovative e di grande risonanza su tutto il territorio comunale: dai “film” amatoriali La Storia più Bella e Un Uomo Di Nome Gesù alla realizzazione del primo percorso enogastronomico Il Gusto In Piazza. Passando per il rifacimento del fontanile in via castello alle manifestazioni minori come i Carri di Carnevale oppure le gare amatoriali di Motocross-Enduro, e tanto altro ancora.
Il nuovo progetto ideato dall'associazione prende il nome di “COLLI DI MONTE BOVE, UN BORGO DA (RI)SCOPRIRE”. Questo piano prevede la realizzazione e la posa di bacheche turistico/informative lungo il paese, nei punti ritenuti più importanti a livello storico e/o culturale.
Come in passato siamo orgogliosi di essere riusciti ad inglobare anche in questo progetto le diverse realtà associative, e non solo, del borgo. Daranno infatti il loro contributo la Pro-Loco, la Confraternita di San Berardo e l'Amministrazione Separata dei Beni Civici di Colli, che ringraziamo sin da ora. Cosa più importante siamo riusciti ad ottenere il Patrocinio del Comune di Carsoli, sempre sensibile alle iniziative di qualsiasi realtà.
Ancora una volta speriamo di riaccendere i riflettori sul nostro meraviglioso paese, con la speranza (e un pizzico di presunzione) di rendere Colli di Monte Bove un borgo turistico a tutti gli effetti.
Il Presidente
Tiziana Borgi
La 4.a edizione del Cammino del Volto Santo
Chiunque volesse partecipare all'iniziativa può visitare il sito http://www.camminodelvoltosanto.com/prenota dove troverà tutte le informazioni necessarie per prenotare. E' possibile aderire a tutta la marcia o ad una sola tappa.
Escursione estiva: ascesa monte Midia (1737 m.)
Pubblicato da
Maurizio
, 26/07/17 at 19:32, in
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Vacanze
La sommità del Monte Midia in un disegno originale |
Si consiglia di utilizzare la macchina per arrivare al camping di Marsia e parcheggiare un pò prima della barra metallica che delimita la strada per raggiungere il Pian del Pozzo. I più ardimentosi potranno fare questo percorso a piedi da Colli calcando le orme dei pellegrini che nel mese di Luglio si recano al santuario della SS. Trinità di Vallepietra. Appena cento metri dopo si lascia la strada per inoltrarsi nel sentiero che penetra nel bosco, sulla destra. Seguire accuratamente il tracciato tenemdosi sempre verso l'alto, tralasciando il sentiero marcato dal più forte tropismo. All'interno del bosco si potrà apprezzare una brezza mattutina rigenerante e, se si è fortunati, degustare qualche fragolina appena sbocciata. Dopo circa settecento metri si scollina su un costone brullo da dove si vede già la vetta del monte Midia. I passeggiatori più attenti noteranno un sentiero delimitato, saltuariamente, da bande verticali rosse: è la master line che vi consentirà di arrivare alla cima utilizzando il percorso più breve.
La Valle della Dogana |
Il vero spettacolo vi aspetta alla sommità del monte: ad ovest si notano con distinzione Oricola, Riofreddo, Licenza, Tivoli, quando non c'è foschia, anche la periferia Est di Roma. Ruotando lo sguardo verso Nord-Ovest sono perfettamente visibili i monti reatini, il Velino, i campi coltivati del Fucino ed uno skyline mozzafiato sin verso Cocullo. Il tempo necessario per l'ascesa è di circa 1 h.
E' consigliabile un primo ristoro non troppo frugale; riprendere il cammino seguendo il medesimo percorso dell'ascesa e giunti in prossimità del sentiero che s'immette nel bosco, continuare in avanti sino a raggiungere un sentiero molto ampio, solcato dal passaggio di fuoristrada. Giungere sino in fondo alla valle dove il sentiero si trasforma in un alveo di fiume tributario di fenomeni meteorici stagionali; costeggiarlo sulla destra o sulla sinistra (è indifferente) e dopo circa 500 m. si raggiunge Pian del Pozzo (foto in basso).
Pian del Pozzo con sullo sfondo il monte Midia |
Qui si potrà di nuovo bivaccare in un rifugio attrezzato con camini per barbecue e tavoli in legno. Dopo una sosta a piacere si percorre la strada principale che ricondurrà, dopo circa 1 h. di cammino, nel luogo di sosta della macchina, in prossimità del camping.
I Pellegrini del cammino del Volto Santo a Colli
I Pellegrini all'ingresso di Colli |
di Giovanni Anastasi
Cultore di Storia locale
Domenica 10 Maggio 2015, Colli di Monte Bove ha accolto i pellegrini del Volto Santo. Erano partiti da Roma, ripercorrendo il cammino (così narra la Leggenda) che fece un misterioso pellegrino da Roma a Manoppello (PE) nel 1506 con la reliquia del Volto Santo, un'immagine acheropita (cioè non disegnata dall'uomo) che raffigurerebbe il volto di Cristo.
La stessa è stata da alcuni identificata con il Telo della Veronica, conservata oggi nella Basilica del Volto Santo di Manoppello. Il cammino partito precisamente da Piazza San Pietro il 6 Maggio si è concluso il 16 Maggio con rientro alla basilica in occasione dei festeggiamenti del Volto Santo e i pellegrini, ove possibile, hanno ripercorso il tracciato originario. Tale iniziativa, sponsorizzata dal comune di Manoppello con la partecipazione di altre Associazioni come il CISC (Centro Iniziativa Socio Culturale) ha visto l'adesione di oltre venti Comuni tra Lazio e Abruzzo che hanno messo a disposizione strutture per ospitare i pellegrini; tale iniziativa (sul modello del famoso Cammino di Santiago di Compostela) dovrebbe contribuire alla rinascita e la rivalorizzazione di paesi in via di spopolamento -come ci ha spiegato Stefania D'Annunzio del CISC- e potrebbe contribuire alla ripresa economica del nostro territorio, sfruttando una delle maggiori risorse dell'Abruzzo, ossia il turismo.
I pellegrini che sono arrivati a Colli verso le ore 10:30, sono stati accolti in località Fontevecchia. La giornata è proseguita con una rapida visita del paese, iniziando dalla pieve di San Rocco, patrono peraltro dei viandanti, la visita della parte rinascimentale con il palazzo dei Colonna e la Dogana; la visita delle nostre chiese (San Berardo e San Nicola), sono rimasti affascinati soprattutto da quello della Madonna della Speranza per via della piccola copia (però quella Sindonica) del Volto Santo conservata sull'altare della chiesa stessa, oggi di proprietà della famiglia Mantica. Il giro si è concluso con la visita al castello dei Conti dei Marsi, situato nella parte più alta del paese, da dove i pellegrini hanno potuto ammirare lo stupendo panorama. Infine, prima della partenza verso Tagliacozzo, i pellegrini sono stati ospitati nell'ex edificio scolastico con un pasto offerto dalla Confraternita di San Berardo, con la collaborazione della Pro-Loco.
Trattandosi della prima edizione (anche se alcuni di loro fanno il cammino da molti anni) si spera che questa iniziativa venga sostenuta e, come già detto, si possa creare un cammino sul modello di quello di Santiago, cioè non imposto con date e orari ma da percorrere liberamente, con la possibilità di sostare nei luoghi preferiti da ogni singolo partecipante e, per questo, considerando le numerose risorse artistiche, storiche e religiose di Colli di Monte Bove, potrebbe rappresentare un'opportunità unica per il rilancio del nostro piccolo paese.
...noi intanto il primo passo (per rimanere in tema) lo abbiamo fatto...
I RINGRAZIAMENTI DI EMANUELE DE LUCA (Consigliere Turismo Comune di Manoppello)
Visita Chiesa Madonna della Speranza (foto: A Barnabei) |
Il ristoro di un cavallo della compagnia a Colli |
...noi intanto il primo passo (per rimanere in tema) lo abbiamo fatto...
I RINGRAZIAMENTI DI EMANUELE DE LUCA (Consigliere Turismo Comune di Manoppello)
La torre del castello non potrà più collassare
La torre del castello di Colli dopo l'intervento |
La torre del castello di Colli lo scorso inverno |
Per molto tempo i cittadini di Colli di Monte Bove si sono chiesti quale utilità avesse per il paese l'Ammistrazione separata dei beni civici (spesso ho ascoltato opinioni fortemente negative sul suo operato); senonché, da qualche tempo, e, dietro l'impulso del dinamico presidente attuale, Mario Dionisi, questa istituzione sta acquisendo un prestigio ed un ruolo altamente meritorio nella conservazione del patrimonio artistico/culturale del nostro paese.
Nel 2012, in occasione dell'arrivo del corpo di Berardo a Colli, finanziò un'accurata e oculata prima sistemazione dei resti dei massi ciclopici che giacevano in prossimità del castello. In precedenza aveva già provveduto a diradare quei pini che, purtroppo, ancora in gran quantità disturbano la vista della fortezza e che non consentono all'osservatore esterno di apprezzarne la polisemia degli elementi architettonici, veramente singolari (Il radicamento di questi alberi nei primi anni sessanta del secolo scorso fu promosso con il cosiddetto Piano Fanfani per l'occupazione giovanile).
Questa primavera l'Amministrazione separata dei beni civici, raccogliendo l'appello pressante e preoccuoato di alcuni abitanti di Colli, è intervenuta con un piano di risanamento che ha impedito il collasso strutturale della torre, il nucleo più antico e originario intorno al quale in seguito è sorto il Castello dei conti dei Marsi. L'opera conservativa non è esente da qualche critica perché, in alcune parti, non ha rispettato la tecnica costruttiva precedente, alterando parzialmente la leggibilità del complesso. Ma siccome nella vita pratica, come sosteneva un illustre economista del Novecento, professore di Economia Politica all'Università "La Sapienza" di Roma, "non si può avere contemporaneamente il burro ed i cannoni", siamo ben lieti che sia stato salvaguardato l'essenziale: cioè che la Torre del Castello dei conti dei Marsi di Colli eviterà un collasso strutturale al quale era sicuramente condannata senza questa tempestiva azione.
Primo percorso guidato tra le bellezze di Colli
Il Sindaco di Carsoli (A. Barnabei) |
La locandina del percorso |
La prima tappa è stata la visita al castello dei Conti dei Marsi dove il Sindaco di Carsoli dr. Mario Mazzetti ha illustrato le finalità della manifestazione ed i progetti che l'Amministrazione ha in cantiere per il nostro paese. il Sacerdote Paolo Emilio Capaldi, assistente del capo istruttore delle guide AGESCI e profondo conoscitore della toponomastica dei monti carseolani/simbruini, ha brevemente esaminato le varie ipotesi sull'origine del nome di Colli; è quindi seguita un'illustrazione stororica del castello, sottolineando che vi è nato nel 1080 Berardo, vescovo dei Marsi dal 1110 al 1130 e le vicende che lo hanno caratterizzato nelle varie epoche storiche.
Chiesa Madonna della Speranza (A. Barnabei) |
L'ingresso del castello dei Conti dei Marsi (A. Barnabei) |
Passeggiata primaverile sui monti intorno a Colli
di
Paolo Emilio Capaldi
La primavera è in arrivo sulle nostre montagne, la neve è presente ancora per poco nelle faggete che si alzano di fronte al nostro paese. Al di sopra delle foreste incominciano gli altopiani prativi frequentati dal bestiame e dagli armenti.
Il sole incomincia a scaldare un po’ di più ed ecco che i prati si costellano delle prime fioriture primaverili.
Prima d’illustrare la flora rinvenuta vorrei descrivere le condizioni climatiche precedenti questa primavera: la stagione invernale fu piuttosto arida, tant’è che una notevole e ripetuta nevicata nella prima decade di febbraio scongiurò la siccità delle sorgenti; in montagna le nevi raggiunsero almeno i due metri e mezzo d’altezza. Il mese di marzo si è dimostrato anch’esso poco piovoso e piuttosto soleggiato; in aprile il periodo poco prima della Santa Pasqua (domenica 8) risultò piovoso.
Galanthus nivalis L., Bucaneve |
Descriviamo ora la passeggiata. Nella faggeta ecco apparire tra le macchie di neve il bellissimo Bucaneve, Galanthus nivalis L., della famiglia delle Amaryllaceae. Il fiore appare con il capolino reclinato verso il basso e dona al bosco un senso di nuova felicità: il grigio dei faggi, il colore scuro del terreno contrasta col bianco di questo fiore disseminato nel bosco.
Il nome deriva dal greco e significa latte – fiore per il suo colore bianchissimo.
Bellis Perennis, Margherite |
Tra i primi fiori che biancheggiano come nuvole i pascoli vi sono le Margheritine cioè la Bellis perennis L., della famiglia delle Asteraceae. I capolini si aprono la mattina presto e si chiudono la sera e anche nei giorni nuvolosi.
Il nome deriva dal latino, “bellus”, che vuol dire grazioso, elegante per la semplice bellezza di questo fiore; il nome della specie, “perennis” si deve al suo perpetuarsi sui prati fin quasi la fine di novembre per poi ricomparire timidamente in marzo/aprile, ma già in gennaio nella fascia marina. Crocus Vernus (L.) Hill |
Un altro fiore comunissimo dei pascoli è lo Zafferano Minore, Crocus vernus (L.) Hill. Il fiore della famiglia delle Iridaceae ha come radice un bulbo ed è alto una decina di cm, generalmente di colore violetto.
L’etimo del fiore deriva dal greco, “filo”, che è riferito agli stami e lo stimma filamentoso di questo fiore. Gli è attribuita una leggenda mitologica greca: Crocus era un giovane che si trasformò in questo fiore per non aver ricambiato l’amore con la ninfa Smilace.
Eranthis Hyemalis (L.) |
Un altro fiore, più raro dei precedenti è il Pie’ di Gallo, Eranthis hyemalis (L.) Salisb., della famiglia delle Ranuculaceae. Questo fiore dai petali gialli, a cui piace la frescura, sta scomparendo nelle basse pianure per prediligere la fascia montana. Nella flora d’Italia del Pignatti infatti, è segnalato fino ai 1000 m (ediz. 1982), invece, lo si può ritrovare sui nostri monti fino a 1400 m.
La pianta, più rara che mai, si ritrova ai margini delle radure. Il nome si riferisce ad “Er”, Primavera – Fiore. Il nome della specie, hyemalis richiama il freddo dell’inverno.Scilla Silvestre |
La pianta per radice ha un bulbo e si erge dal terreno con due strette foglie basali (bifolia) raggiungendo l’altezza media di una decina di cm.
Secondo il botanico Miller il nome le deriva dalla sua tossicità, nuocio – faccio male; la sua radice è un violento veleno, come alimento, tuttavia è usata in medicina.Tussilago Farfara (L.) |
Aggirandomi per i prati m’imbatto in un banco di argilla inumidita, ove crescono isolati dei bei fiori detti Tussilaggine, Tussilago farfara L., della famiglia delle Asteraceae.
Il bel fiore giallo nel suo stagliarsi dal terreno è rivestito nel fusto dalle foglioline cauline.
Il significato gli deriva dal latino tussis – tosse perché il fiore può essere utilizzato come medicamento contro la tosse persistente.Gagea Villosa Sweet |
Continuo a camminare in una zona con alcune pietre calcaree e m’imbatto nel piccolo ed elegante fiore giallo detto Gagea o Cipollaccio, Gagea villosa (M. Bieb.) Sweet, appartenente alla famiglia delle Liliaceae.
Il fiore delicatissimo ha come radice un bulbo, ha la caratteristica di aver ricoperto il fusto da una densa pelosità; è la sua prima comparizione che lascerà spazio nel mese successivo ad altre specie di Gagee lì intorno.Segue...
Visita alla cisterna dove fu prigioniero Berardo
Il 29 Ottobre scorso un folto gruppo di fedeli di Colli di Monte Bove si è recato a Castel San Pietro (RM) a visitare la cisterna dove fu tenuto prigioniero San Berardo da Pietro Colonna. L'invito era stato rivolto dal Presidente della Pro Loco della cittadina laziale e la comitiva collese era accompagnata dal Sindaco di Carsoli Dr. Mario Mazzetti.
Alla manifestazione ha preso parte anche una folta rappresentanza della confraternita di San Berardo di Pescina e l'ex priore della stessa, Diocleziano Giardini, attento e documentato studioso della vita del Santo.
La delegazione collese ha omaggiato le autorità di Castel San Pietro di una ipotetica ricostruzione fotografica del castello di Colli, dove nacque San Berardo nel 1080, opera della professoressa Paniccia, diletta consorte del nostro amico Alessandro Crisi e, appositamente creata per questo Blog.
Lo slide di 72 foto che documenta i momenti salienti della manifestazione, comprendente anche alcuni fotogrammi della processione di San Berardo del 3 Novembre 2011 a Colli di Monte Bove, è visibile cliccando sull'immagine in alto. Le foto sono di Antonio Barnabei
Deputati e Giornalisti ...battono i denti a Colli
Pubblichiamo un documento eccezionale per la nostra piccola comunità di Colli di Monte Bove: una delle ascese pionieristiche del Valico con le prime automobili. Era il Luglio del 1909; chissà quanta curiosità destò nel nostro paese l'apparire di questi ...mostri meccanici, che i nostri antenati vedevano forse per la prima volta!
Il reseconto dell'avventura è apparso sul numero 9 del supplemento mensile del Corriere della Sera, La Lettura, del settembre 1909, a firma di Carlo Montani.
L'idea della gita in auto venne a un giornalista parlamentare abruzzese, Emidio Agostinoni; dovevano far parte del gruppo anche molti parlamentari ma la mattina del 12 Luglio 1909 se ne presentarono solo in tre. La partenza fu fissata da piazza Colonna per poi puntare verso porta San Lorenzo e immettersi sulla Tiburtina.
Ecco il racconto dell'articolista dopo Carsoli:
" le candide spume dell'Anieme mugghiante, in fondo alle gole del Monte Bove, dove il temporale autentico ci raggiunse per bagnarci fino alle ossa. Non avevo mai fatto lo scopritore e cominciai seriamente a dubitare di possederne le attitudini, raccogliendo col fazzoletto a guisa di spugna le lagrime di compianto venute dal cielo a spegnere i sacri nostri ardori.
Ero a bordo di una 40 HP di Leone Weill-Scott insieme ad Ettore Janni del Corriere della Sera e della signorima Bernardy del Giornale d'Italia. Si cercava di ingannare il tempo e più che il tempo noi stessi, facendo dello spirito, ma anche un maligno principiante si sarebbe accorto che lo spirito, per effetto -ahimé- della pioggia, era annacquato.
Battevamo i denti come in inverno, eppure la brezza mattutina, operando con sapienza sullo stomaco di ognuno, cominciò a farci desiderare l'apparizione di un ...rinfresco... ".
Il reseconto dell'avventura è apparso sul numero 9 del supplemento mensile del Corriere della Sera, La Lettura, del settembre 1909, a firma di Carlo Montani.
L'idea della gita in auto venne a un giornalista parlamentare abruzzese, Emidio Agostinoni; dovevano far parte del gruppo anche molti parlamentari ma la mattina del 12 Luglio 1909 se ne presentarono solo in tre. La partenza fu fissata da piazza Colonna per poi puntare verso porta San Lorenzo e immettersi sulla Tiburtina.
Ecco il racconto dell'articolista dopo Carsoli:
" le candide spume dell'Anieme mugghiante, in fondo alle gole del Monte Bove, dove il temporale autentico ci raggiunse per bagnarci fino alle ossa. Non avevo mai fatto lo scopritore e cominciai seriamente a dubitare di possederne le attitudini, raccogliendo col fazzoletto a guisa di spugna le lagrime di compianto venute dal cielo a spegnere i sacri nostri ardori.
Ero a bordo di una 40 HP di Leone Weill-Scott insieme ad Ettore Janni del Corriere della Sera e della signorima Bernardy del Giornale d'Italia. Si cercava di ingannare il tempo e più che il tempo noi stessi, facendo dello spirito, ma anche un maligno principiante si sarebbe accorto che lo spirito, per effetto -ahimé- della pioggia, era annacquato.
Battevamo i denti come in inverno, eppure la brezza mattutina, operando con sapienza sullo stomaco di ognuno, cominciò a farci desiderare l'apparizione di un ...rinfresco... ".
I prodromi del turismo di massa e Colli
di Paolo Emilio Capaldi
Durante il
ventennio fascista nasce il fenomeno del turismo di massa. Coloro che vivevano
nelle città hanno l’opportunità di poter respirare aria fresca e pulita sui
monti o sui laghi e altresì quelli che vivevano nelle località montane hanno
l’opportunità di passare una giornata al mare, per poter respirare l’aria
iodata delle coste.
Nascono le prime
esperienze di “colonie estive” ai monti come al mare, specialmente per i più
piccoli.
Dobbiamo
ricordare che purtroppo in quell’epoca imperava il brutto male della
tubercolosi e questo modo di agire fu un contributo alla prevenzione di questa
malattia, per spingere gli abitanti delle città a spezzare i ritmi delle loro
vite, dando loro delle opportunità nuove e sane.
Nasce in quel
periodo la C.I.T. (Compagnia Italiana Turismo) e sono date alle stampe numerose
guide turistiche ai luoghi montani e di villeggiatura.
Qui presentiamo
un testo raro: la guida “Itinerari
Turistici e Alpinistici da Roma”, della U.N.I.T.I. (Unione Nazionale
Industrie Turistiche Italiane), con sede a Roma, piazza del Popolo, 18.
Sono descritti
in 84 pagine, suddivise in XII capitoli, 140 itinerari montani raggiungibili
attraverso le varie direttrici ferroviarie da Roma.
Non poteva
mancare, lungo la direttrice Roma – Tivoli – Avezzano, alle pp. 32-33 della
piccola guida, Colli di Monte Bove con la salita alle prossime cime del monte
Fontecellese, 1626 m (it. 51), di monte Midia, 1738 m (it. 52) e di monte Bove,
1344 m (it. 53).
Colli si
conferma così quale meta prossima del turismo montano ad Est della capitale,
incastonata così com’è tra le cime dei monti Carseolani.
Una fortuna di
allora fu che il treno fermava obbligatoriamente alla stazione così da
permettere agli alpinisti di smontare al mattino e di rimontare alla sera per
il ritorno.
Quest’oggi non è
più come allora: pochi treni e quasi tutti in transito.
Si ringrazia la biblioteca della Sezione di Roma
del Club Alpino Italiano per la consultazione del documento.
L'Indiano di Colli che cacciò i...visi pallidi (1967)
Non vengono forniti altri dettagli dell'...indiano collese che mise in fuga i visi pallidi! Ma se qualcuno (oggi dovrebbe avere tra i 50 e i 55 anni) si è riconosciuto nella descrizione che ne fa il periodico ce lo faccia sapere ed indicheremo sul blog il suo nome.
Si ringraziano, la Biblioteca del C.A.I., Sezione di Roma e Paolo Emilio Capaldi che ci hanno fornito questo documento di costune di Colli di Monte Bove.
I Pizzicuni: piatto ricercato della cucina di Colli
Conquistato il proprio piatto di Pizzicuni lo si consuma anche in piedi (Agosto Collese 2010) |
La ricetta dei Pizzicotti della Sabina |
Paolo Emilio Capaldi ci ha segnalato il testo di Maria Giuseppina Truini Palomba, Cucina Sabina, Franco Muzzio Editore, dove è presente un piatto simile al nostro, i Pizzicotti che, comunque, differisce molto negli ingredienti utilizzati per il condimento.
Itinerario Geobotanico di Colli di Monte Bove
Il Prof. Giuliano Montelucci, libero docente di Geobotanica,nei primissimi anni 60 del secolo scorso, intraprese un viaggio da Tivoli all'Aquila descrivendo la conformazione orografica dei territori attraversati e delle specie vegetali che incontrava. Anche Colli di Monte Bove era compreso in quell'itinerario e qui riportiamo le sue analisi da Carsoli al valico del Monte Bove.
"...L'attuale abitato di Carsoli è in fondo alla piana, all'inizio della salita per Colli di M. Bove. Si notino ora gli aspetti carsici, tipici della regione, con doline, inghiottitoi, risorgenze, caverne, etc. che vedremo fino a Tagliacozzo ed oltre. La vegetazione è tipicamente rupestre scoperta in alto verso Colli (su speroni calcarei cretacei), ma in basso vi è anche un folto bosco di essenze continentali-orientali (su molasse mioceniche) dominato da Quercus Cerris, con roverella, Ostrya, Helleborus foetidus L., Genistra tinctoria L., Linum tenuifolium L.,Cirsium strictum, Juniperus communis L., Galium verum L., Scabiosa argentea L., Helicrhysum italicum G. Dom., Chris. Leucanthenum L., per non citare che alcune delle più notevoli. Verso l'abitato di Colli di M. Bove (m. 1.000) il paesaggio è, come accennato, rupestre scoperto (oltre che per il suolo, soprattutto per effetto della comunità umana vicina, come di regola) ma di grande interesse floristico, anche se si deve deplorare la scomparsa del bosco.
Ma ormai il bosco di cerro cede per altitudine, e se anche salendo, il suolo che percorriamo è nudo, ci avviciniamo alle faggete che si scorgono imponenti sulla destra (circuite alla base di cedui di nocciolo, carpine e carpinella, etc.), mentre a sinistra il quadro delle rupi nude di M. Bove fa contrasto di sommo interesse...".
Tutte queste informazioni ci sono state fornite da Paolo Emilio Capaldi.
"...L'attuale abitato di Carsoli è in fondo alla piana, all'inizio della salita per Colli di M. Bove. Si notino ora gli aspetti carsici, tipici della regione, con doline, inghiottitoi, risorgenze, caverne, etc. che vedremo fino a Tagliacozzo ed oltre. La vegetazione è tipicamente rupestre scoperta in alto verso Colli (su speroni calcarei cretacei), ma in basso vi è anche un folto bosco di essenze continentali-orientali (su molasse mioceniche) dominato da Quercus Cerris, con roverella, Ostrya, Helleborus foetidus L., Genistra tinctoria L., Linum tenuifolium L.,Cirsium strictum, Juniperus communis L., Galium verum L., Scabiosa argentea L., Helicrhysum italicum G. Dom., Chris. Leucanthenum L., per non citare che alcune delle più notevoli. Verso l'abitato di Colli di M. Bove (m. 1.000) il paesaggio è, come accennato, rupestre scoperto (oltre che per il suolo, soprattutto per effetto della comunità umana vicina, come di regola) ma di grande interesse floristico, anche se si deve deplorare la scomparsa del bosco.
Ma ormai il bosco di cerro cede per altitudine, e se anche salendo, il suolo che percorriamo è nudo, ci avviciniamo alle faggete che si scorgono imponenti sulla destra (circuite alla base di cedui di nocciolo, carpine e carpinella, etc.), mentre a sinistra il quadro delle rupi nude di M. Bove fa contrasto di sommo interesse...".
Tutte queste informazioni ci sono state fornite da Paolo Emilio Capaldi.
Fonte: BnF/Gallica |
Helleborus foetidus - Elleboro Puzzolente. Pianta erbacea perenne, alta sino a 80 cm. Fusto legnoso alla base, poi strisciante ed infine eretto.
Foglie sempreverdi di colore verde molto scuro, le inferiori sono palmate, finemente suddivise in 3-9 lobi, di dimensioni notevoli, sino a 30 cm.; hanno margine dentato. Verso l'apice del fusto le foglie assumono aspetto ovato e sono intere.
I fiori sono infiorescenze globose, di colore verde-giallognolo con margine rossastro, hanno diametro di 2,5-3 cm. e odore molto sgradevole. I frutti sono acheni con rostro uncinato.
Habitat: terreno fresco, ai bordi dei sentieri. 0-1.000 m., fiorisce a gennaio aprile.
Parte Velenosa: tutta la pianta.
Proprietà Farmaceutiche: Tossico. l'Elleboro fetido ha proprietà vermifughe, e narcotiche ma è assolutamente sconsigliata l'automedicazione.
Helleborus in greco significa "cibo mortale".
Helleborus in greco significa "cibo mortale".
Escursionisti, vedono il dramma Emigrazione
Due escursionisti al Monte Midia, partiti da Roma in treno, ed arrivati alla stazione di Colli di Monte Bove il 27 Dicembre 1896, sono testimoni di una tragedia sociale del nostro paese: l'immigrazione in America negli ultimi anni dell'Ottocento. Ecco la struggente descrizione dell'evento:
"Partito da Roma il 27 dicembre col treno delle 7,20 in compagnia del comm. G. Buttini (socio della stessa Sezione), giungiamo alle 10,30 alla stazione di Colli. Quella piccola stazione perduta fra i monti, di solito deserta, era ingombra di oltre cento persone, in maggioranza donne e bambini, e tutti gridavano, piangevano lamentandosi ad alta voce: erano abbracciamenti, baci, lamentevoli addii a mariti, a figli, a fratelli che partivano per l'America, per l'ignoto, alla ricerca di un pane loro negato dal natio suolo...".
Enrico Minati di Tufo, uno dei pochi emigranti che ha potuto coronare il suo "Sogno Americano" |
Stazione di Colli di Monte Bove Passeggeri in attesa (1915) Fonte: Terremarsicane |
Non poteva sapere che ancora oggi, a 114 anni di distanza, quando nel mondo sfrecciano i treni a lievitazione magnetica che superano i 500/Kmh, per raggiungere il nostro paese da Roma con il treno regionale, si possono anche impiegare 2 Ore e 56 minuti!
Tutte le informazioni contenute in questo Post, sono dovute a Paolo Emilio Capaldi, che ringraziamo.
Tutte le informazioni contenute in questo Post, sono dovute a Paolo Emilio Capaldi, che ringraziamo.
Guida CAI del 1903 segnala Colli di Monte Bove
La stazione ferroviaria di Colli nel 1903 - foto: Archivio Famiglia Mantica |
La Guida dell'Abruzzo di E. Abbate, Roma, 1903, CAI, descrive come raggiungere Colli di Monte Bove sia con la linea ferroviaria che con la strada Valeria.
Il nostro paese pur essendo definito "pittoresco", viene tuttavia considerato "sporco" ed il nome viene fatto derivare dal semitico Holeth, salita, "cioè principio della salita a Monte Bove". Si passa a descrivere, poi, l'attuale Piazza Palazzo, sede della catena doganale, con la fonte ed il frontone di pietra scalpellata a pilastrini ed archi.
Venivano elencate tre Guide di Colli: Di Giacomo Angelo, Lauri Giacomo e Domenico Zazza.
La parte della Guida riguardante il nostro paese si chiude con la segnalazione di tre itinerari turistici: Da Colli alla Guardia d'Orlando e la valle di Luppa, da Colli a Tremonti e Sante Marie, da Colli a Monte Bove.
Da questo link si può scaricare la Guida d'Abruzzo che riguarda Colli in bassa risoluzione (710 Kb, consigliato per connessioni lente). Da quest'altro in alta risoluzione (1,3 MB, per connessioni da almeno 7 Mega).
Paolo Emilio Capaldi ci ha fatto pervenire tutte le informazioni riportate nel Post.
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