COLLI

Colli di Monte Bove (AQ.), il Secolo Scorso

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Esclusiva: L’Ultima Poesia di Palmino Ferrante








SAN VALENTINO 2010

"SE POTESSI"

  
SE POTESSI VORREI DIMORARE NEL TUO CUORE
E COME SE FOSSI UN FIORE INEBRIARTI
DI PROFUMO PER LENIRE OGNI TUO DOLORE
E RIDARE A QUEGL'OCCHI D'INCANTO
LO SPLENDORE CHE AVEVANO UN TEMPO

SE POTESSI VESTIRTI DI BACI LO FAREI SENZA SMETTERE MAI
PUR DI FARE INDOSSARE AL TUO CORPO REGALE
OGNI GIORNO UN VESTITO VERAMENTE SPECIALE
E L'IMPRONTA DELLE MIE LABBRA COME PERLE PREZIOSE
AD ADORNARE LA TUA PELLE RADIOSA DI SOLE

SE POTESSI OLTREPASSARE L'ALDILA'E SCOPRIRE
CHE E' POSSIBILE RESTARE SEMPRE INSIEME
TUTTI I GIORNI DI UNA VITA SENZA FINE
LI VIVREMMO CON IL SENNO DI CHI CREDE
COME QUESTO SIA POSSIBILE GRAZIE ALL'AMORE

SE POTESSI MISURARE QUANTO E' IMMENSO
SONO CERTO CHE VA OLTRE L'UNIVERSO
MA PER NOI CHE CI AMIAMO COSI TANTO
NELL'ENFASI DI UN BACIO O DI UN ABBRACCIO
                                                   RACCHIUDIAMO TUTTO QUESTO SENTIMENTO



                                                         Palmino Ferrante

L'Ultima Poesia, in ordine di tempo, scritta da Palmino Ferrannte, Poeta nato a Colli di Monte Bove e che sarà messa in musica dal maestro d'opera Gianluca Bianchi




Antichi Romani, Sioux, Dei: Raffaella racconta...

…. Quello del Carnevale è sempre stato un periodo dell’anno molto particolare… l’ho sempre associato ad una stagione… diciamo che c’è l’autunno, l’inverno, il carnevale, la primavera e l’estate….
Il particolare affetto per questa festa deriverà probabilmente dal fatto che sono nata nel mese di Febbraio e che, oltre ad essere il mese dell’Amore, è solitamente il mese…del Carnevale…
… Ricordo quando da adolescente insieme alle mie amiche ci riunivamo per mascherarci e andare alla parata dei carri allegorici che le pro-loco dei vari comuni creavano per farli poi sfilare lungo il meraviglioso rettilineo della Piana del Cavaliere chiuso per l’occasione al traffico.
…passeggiare sopra l’asfalto, altrimenti percorso da macchine sfreccianti ad alta velocità, era come prendere possesso di un pezzo del nostro magnifico territorio… per un giorno l’anno l’asfalto che taglia la nostra bella piana, veniva coperto dal manto erboso delle stelle filanti, dei coriandoli… era percorso dalle ruote di carri magici, da scarpette di fata e pantofole di folletto…
Questo credo che si sia ripetuto anche Domenica 14 Febbraio 2010 (Slideshow di 40 foto a questo Link) … sono certa che la Via Tiburtina e la Via Roma di Carsoli proprio nel giorno in cui si festeggia l’Amore si siano trasformate per qualche ora nelle strade del Paese dei Balocchi…
…i Bimbi(grandi e piccini) venivano trasportati non da un carretto trainato da ciuchini come nella favola di Collodi…ma da un trenino celeste che ciuffettava allegramente… mentre una Banda Fatata lo seguiva intonando motivetti e marcette che incantavano i passanti…
Un po’ più dietro arrivava il carro pieno di antichi romani che banchettavano felici… dove un Cesare/Bambino, divertito, osservava da sotto la sua corona d’alloro, la folla di dalmata, damigelle, coniglietti e diavoletti  che lo seguivano divertiti…
Coriandoli e trombette presentavano succosi grappoli d’uva che venivano pestati in un enorme tino da buffi contadini di Arsoli panciuti e sorridenti sotto l’attento controllo della “paglietta” “di una fanciulla incantevole” e “di mastrocilegia”… eh si…!!! Anche a noi che eravamo ai margini della strada arrivava l’inebriante odore del mosto… questo carro inoltre aveva un corteo di piccoli  “Bacco” “Tabacco” e “Venere” !!!!
Quel profumo ha attratto un carro venuto direttamente dal West di Camerata Nuova dove all’insegna dell’amicizia un’intera tribù di indiani Sioux intonava e ballava le danze  tradizionali in compagnia di insoliti CowBoy armati solo di allegria.
Un gruppo di tifosi Carsolani chiedeva la Santificazione di Ciro Ferrara… ma ottenevano solo l’ira di Eolo, il Dio del Vento, che soffia da Pietrasecca…Questi avanzava aprendo la strada a tutti i suoi colleghi dell’Olimpo… Ma un tuonante frastuono distoglie l’attenzione dalle danze anche Eros… Il Dio dell’Amore prorio nel giorno della Sua festa … è la travolgente forza sprigionata dal battere delle spade sugli scudi dei Legionari VillaRomani  che sono scesi a conquistare il mondo con al seguito il Colosseo, le Vestali, i Senatori e tutto il populus Villarolo…
…La sera, chiuso il cancello del Paese dei Balocchi… un folletto da dietro il pino più alto di “Piazza della Libertà di Sognare” ha controllato bene che nessuno fosse rimasto fuori… e con un batter di mani e polvere di fata si è portato via tutti quegli allegri personaggi…
L’indomani mattina la piazza era tornata a chiamarsi “Piazza della Libertà”… i mattoni che la pavimentano riapparivano a stento da sotto il prato colorato di coriandolini e stelle filanti … non rimaneva che un incantevole ricordo... e un lontano brusio di allegria…  Grazie a tutti gli organizzatori…
E a Voi tutti  ricordo che ogni giorno si dovrebbe dedicare almeno mezz’ora alla goliardia del carnevale   perché sorridere aiuta a vivere meglio!!!!

 Raffaella Girlando

Colli in alcuni fotogrammi di un video Rai del '55

Pubblichiamo un rarissimo video della Rai Teche del 1955 (le trasmissioni televisive erano iniziate in Italia il 1 Gennaio 1954) sull'Abruzzo, dove si trovano alcuni fotogrammi della Tiburtina Valeria nell'attraversamento di Colli: dalla curva della "cerquetta" sino alla cosiddetta casa del "Maresciallo" (Oggi di proprietà di Romolo Di Carlo).
Il video è molto lungo (9' 47''): si cita il Valico di Colli di Monte Bove dopo 3' 13'' ed i fotogrammi video, riguardanti il nostro paese, iniziano a 3' 33'' per terminare a 4' 06''. Lo spezzone è montato con accorgimenti tecnici rudimentali, propri di un'epoca televisiva ancora pioneristica, e, inoltre, si parla di una costruenda galleria (con immagini) per bypassare il Valico di Monte Bove ma apparentemente le riprese non sembrano riguaradare il nostro territorio.
Il resto del filmato si sofferma sulle potenzialità turistiche dell'Abruzzo.
(Ringraziamo Enzo Coletta per l'autorizzazione del link al video)

Corsignani, Reggia Marsicana: San Berardo

La "Reggia Marsicana"(Napoli, MDCCXXXVIII) di Pietro Antonio Corsignani era un'opera praticamente introvabile, spesso citata e frequentemente ritenuta un testo indispensabile per la comprensione della storia della Marsica, ed ora digitalizzata da Google Libri.  Appartiene al modello memorialistico con tutti i pregi e i difetti del genere.
Il Corsignani è un testimone del suo tempo parziale e poco attendibile perchè costantemente ossessionato dall'idea di esaltare ed enfatizzare il ruolo della sua città natale (Celano) nelle vicende storiche e religiose della Marsica.
Abbiamo qui estrapolato il Capo VII dove si descrive la vita e l'attività pastorale di Berardo, Vescovo dei Marsi. Colpisce, innanzitutto, la citazione di innurevoli autori che si sono cimentati, nel corso dei secoli, nel descrivere la vita di San Berardo ma, è assente l'opera che è considerata di riferiento dalla storiografia moderna, il manoscritto di Giovanni di Segni. Nel suo testo s'incontra solo una vaga e scarna citazione: "...e forse da questa vita MS. si saranno prese le varie sincere notizie che di lui abbiamo...".
L'Autore insegue leggende, fatti di dubbia autenticità storica ed anche nel capitolo dedicato a San Berardo tenta di assegnare a Celano un ruolo che nessun altro storico, in seguito, ha riconosciuto. Vogliamo citare per esteso il passo a cui si fa riferimento perchè è veramente un capolavoro di retorica ed ipocrisia: "Che poi Egli fosse nato nella piccola Terra di Colli, come figlio di Berardo, Conte di Celano (che sempre ivi stanziava), si possa anche dir Celanese...".
Inoltre, forse proprio da questo testo, ha preso vigore questa moderna teoria, imperante a Pescina, della relazione di parentela di San Berardo con Santa Rosalia di Palermo. Rimarchiamo, ancora una volta, che nessuna prova storica è apportata a questo assunto, anche nella "Reggia Marsicana".
Per dimostrare quanto l'argomento sia controverso riportiamo la recensione delle "Effemeridi scientifiche e letterarie per la Sicilia" nel Tomo XIII-AnnoIV Da Gennaio sino a Dicembre 1835, per l'opera del Can. Giuseppe Borghi, ellenista autorevole e traduttore di Pindaro, "Panegirico nella commemorazione della morte di SANTA ROSALIA detto nella chiesa Metropolitana di Palermo il giorno 4 Settembre 1835":
"...il secondo saggio datoci nell'aringo oratorio dal Borghi si fu addì 4 Settembre 1835 nella nostra chiesa cattedrale le lodi annunciando di santa Rosalia nostra concittadina e padrona. E nel lodarla ei non s'intertenne ad enumerar cose ignorate o supposte; non ripetè le vaghe opinioni del Gaetani, del Cascini, del Tornamira, dello Stiltingo; ma non altro fece che encomiarla pella sua vita eremitica, pell'illibatezza dell'angelica sua persona, pell'immensa carità di Dio che era in lei, pei prodigi operati a pro della patria nell'estremo bisogno del 1624, per quelle cose insomma che ricordateci dai nostri storici la fanno appo noi tener cara e riverita...".

Download Capo VII Reggia Marsicana - San Berardo


Reggia Marsicana - I 5 Libri Completi

La Madonna del Rosario di Colli di Monte Bove

Nel numero di Dicembre 2009 del Foglio di Lumen-Miscellanea 25 è stato pubblicato a firma di Michela Ramadori un accurato studio sull'altare della Madonna del Rosario della chiesa San Nicola di Bari di Colli di Monte Bove, recentemente restaurato.
L'autrice del saggio si sofferma sull'eziologia del dipinto e sulle opere coeve  presenti nella nostra area geografica, o comunque, ricondubili alla medesima campagna pittorica.
La Battaglia di Lepanto, al cui vincitore Marco Antonio Colonna è dedicato
 l'altare della Madonna del Rosario della Chiesa San Nicola di Bari di Colli

La Tradizione dei Pellegrinaggi a Colli


La tradizione dei Pellegrinaggi è stata costantemente rispettata, da tutte le generazioni, dei collesi. La ragione di questa fervente religiosità è da ricercarsi, probabilmente, nella nascita a Colli di San Berardo. Dall'Ottocento il nostro paese è sede di Arciprete. Spesso, questi, è stato coadiuvato da un altro sacerdote o da non meglio precisati "eremiti" (Ordine di espulsione da Colli del 1816, post del 26/06/09  e dettaglio delle spese per costruzione del'orologio del campanile, post del 22/06/09).
Le mete tradizionali di questi pellegrinaggi erano: la SS. Trinità a Vallepietra (è ancora in auge l'usanza di recarsi al santuario a piedi), San Gabriele, la Madonna di Loreto.
Negli ultimi anni le destinazioni si sono fatte più ...esotiche: Lourdes, Fatima, Basilica di S. Antonio a Padova, ecc. e, non si disdegna, di soggiornare anche alcuni giorni, in località turistiche prossime ai luoghi di culto.

VEDERE L'ALBUM DEI PELLEGRINAGGI
 

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