COLLI

Colli di Monte Bove (AQ.), il Secolo Scorso

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Guida CAI del 1903 segnala Colli di Monte Bove

La stazione ferroviaria di Colli nel 1903 - foto: Archivio Famiglia Mantica

La Guida dell'Abruzzo di E. Abbate, Roma, 1903, CAI, descrive come raggiungere Colli di Monte Bove sia con la linea ferroviaria che con la strada Valeria.
Il nostro paese pur essendo definito "pittoresco", viene tuttavia considerato "sporco" ed il nome viene fatto derivare dal semitico Holeth, salita, "cioè principio della salita a Monte Bove". Si passa a descrivere, poi, l'attuale Piazza Palazzo, sede della catena doganale, con la fonte ed il frontone di pietra scalpellata a pilastrini ed archi.
Venivano elencate tre Guide di Colli: Di Giacomo Angelo, Lauri Giacomo e Domenico Zazza.
La parte della Guida riguardante il nostro paese si chiude con la segnalazione di tre itinerari turistici: Da Colli alla Guardia d'Orlando e la valle di Luppa, da Colli a Tremonti e Sante Marie, da Colli a Monte Bove.
Da questo link si può scaricare la Guida d'Abruzzo che riguarda Colli in bassa risoluzione (710 Kb, consigliato per connessioni lente). Da quest'altro in alta risoluzione (1,3 MB, per connessioni da almeno 7 Mega).
Paolo Emilio Capaldi ci ha fatto pervenire tutte le informazioni riportate nel Post.

Il Castello cannoneggiato dagli austriaci (1821)

Columbia University
New York
Assalto al castello in scena di guerra dell'800
Il 9 Marzo del 1821 il castello di Colli di Monte Bove fu bombardato dalle truppe austriache comandate da Stutterheim, sbaragliando le le forze francesi guidate dal colonnello Manthonè conquistando cosi il passaggio che consentiva di arrivare, attraverso Tagliacozzo, nella Valle Roveto e quindi a Napoli.
Il Volume degli Annali d'Italia, che contiene il racconto storico sul nostro paese, proviene dalla Libreria dell'Università Columbia di New York. Questa è la trascrizione integrale dell'episodio.
Annali d'Italia 1820 - 1829
A pagina 163 si trova:
17. Osservano i militari "il territorio napolitano potersi invadere per cinque linee, cioè di Pescara, di Antrodoco, di Tagliacozzo, di San Germano e di Fondi e queste doversi tutte fortificare".(...). Si costrussero (colla direzione del generale Escamard) opere di campagna nelle gole di Antrodoco, sulla via Valeria da Tagliacozzo a Colli ed a Balzorano nella Valle di Roveto.
A Pagina 171 e 172, viene riferito:
(...) Intanto Stutterheim con una parte delle sue forze squadronava da Tivoli verso Tagliacozzo. I napolitani avevano fortificato, come accennai, i posti della via Valeria,e per tal'effetto avevano munito l'antico castello di Colli, ed avevano costrutto opere di campagna presso Rocca di Cerro e la stessa Terra di Tagliacozzo.
Il colonnello Manthonè incaricato di difenderli aveva un Battaglione di linea e due di Militi. Lo Stutterheim ai nove di marzo si avvicinò a Colli. I difensori del castello spararono alcune cannonate e poi l'abbandonarono. Quelli di Rocca di Cerro sulle vette della montagna, e di Tagliacozzo sul pendio orientale si dispersero all'avvicinarsi dell'inimico. Occupati quei posti interessanti gli Austriaci discesero poscia tranquillamente per la Valle di Roveto (1).
(1) Archiv. Diplom. Tomo I, pp. 495-515. Memorie particolari.

La Valeria a Colli come la vide C. Promis (1836)

La Valeria all'ingresso di Alba
Alba con in primo piano le prigioni dei Re Traci
L'Architetto Carlo Promis nel volume "Le antichità di Alba Fucense negli Equi", Roma, 1836 a Pag. 59, ci fornisce questa descrizione della Valeria tra Carsoli e Colli di Monte Bove:
"... Dopo Carsoli continuano le tracce della Valeria, e si costeggia la sponda a sinistra del fosso Maro, sin sotto Colli villaggio in cima alla montagna di Colli distante da Carsoli 4 miglia e mezzo. Ad una distanza di tre miglia da Carsoli, per conseguenza circa un miglio e mezzo prima del prossimo villaggio di Colli appartiene la colonna del miliario 48 trasportata non si sa quando al villaggio di Sorbo, presso la Scurgola, nè deve far meraviglia il trasporto di questo miliario riguardo alla distanza che intercede fra Colli e Sorbo, poichè tal traslocazione deve aver avuto luogo per mezzo della strada o calpestata di Tramonte più breve e meno malagevole che non sia la Valeria.
Una ricostruzione immaginaria della Valeria
nel tratto tra Carsoli e Colli ("La Mola")
L'iscrizione è la seguente:
XLVIII.
IMP. NERVA.
CAESAR. AVGVSTVS.
PONTIFEX. MAXIMVS.
TRIBVNICIA. POTESTATE.
COS. IIII.
PATER. PATRIAE.
FACIENDAM. CVRAVIT.
Mezzo miglio dopo questo villaggio è sostrutta a dritta da un lungo muro poligonio composto principalmente di massi a base trapezia, e pochi passi dopo è a sinistra una fontana la cui vasca è un sarcofago ornato di festoni e bucrani. La strada è ingombra dei sassi del pavimento, e dopo mezzo miglio è a sinistra atterrata una colonna miliaria, della quale non si può leggere l'iscrizione per trovarsi contro terra...".

Colli non morire: il grido disperato di Palmino

Nel 1497 Colli passò dagli Orsini ai Colonna

Lo stemma della Famiglia Colonna
Marco Antonio Colonna (primo da sinistra) con sullo sfondo
la Battaglia di Lepanto - 1571













Nel Monastero di Santa Scolastica di Subiaco, dove è conservato l'archivio della Famiglia Colonna, si trova il fascicolo VI, numero 263 che consente di stabilire, finalmente, la data esatta del passaggio di Colli dagli Orsini ai Colonna.
Era questo uno dei punti più oscuri della storia del nostro paese, Colli di Monte Bove. Ora siamo in grado di ricostruire minuziosamente le vicende storiche che determinarono questo trasferimento.
Ferdinando II, per ottenere l'appoggio di Fabrizio Colonna nella guerra che l'opponeva a Carlo VIII, si era impegnato a conferirgli l'nvestitura dei feudi che già possedeva in Abruzzo e la concessione di alcuni altri.
Lo stemma dei Colonna scolpito a Colli in Piazza Palazzo
(sopra il fontanile ora essiccato - Foto G. Lattanzi)
Malgrado la morte di Fabrizio Colonna, il re tenne fede alla sua promessa anche nei confronti dei suoi successori con Diploma del 6 Luglio 1497.
L'investitura riguardava le Contee di Alba e Tagliacozzo che conseguentemente venivano sottratte a Virginio Orsini per la sua ribellione al re Ferdinando.
Trascriviamo tutti i feudi che furono oggetto del Diploma:
"Terre di Tagliacozzo, Albe, Celle, Oricola, Rocca di Botte, Pereto, COLLI, Tre Monti, Rocca di Cerro, Verucchio, Cappadocia, Petrella, Pagliara, Castell'a fiume, Corcumello, Cese, Scurcola, Poggio, San Donato, Scanzano, Sante Marie, Castel Vecchio, Marano, Tarano, Tusco, Spedino, Corvaro, Castel Manardo, Sant'Anatolia, Rosciolo, Magliano, Paterno, Avezzano, Lugo, Canistro, Civita d'Antino e Cappelle".
Gli Orsini non accettarono questa decisione e continuarono a contestare l'investitura dei Colonna per altri due anni, finchè aderirono al progetto di sottoporre alla valutazione del nuovo re del Regno delle due Sicilie, Federico, la sorte definitiva delle Contee. Ascoltate le parti, Federico, emanò un Laudo il 3 Febbraio 1499 con il quale conferiva inappellabilmente le Contee di Alba e Tagliacozzo, nonchè la Baronia di Carsoli, ai Colonnesi (Archivio Colonna, fascicolo VI, numero 271).

Il Berardo di Don Paolo Panegrossi (1867)


Pubblichiamo il "San Berardo Cardinale" scritto da Don Paolo Panegrossi nel 1867, parroco di Colli di Monte Bove. Alcuni cittadini di Colli ancora ricordano questo piccolo libricino di colore rosso/ocra. Il Dr. Lauri Giacomo ci ha più volte raccontato che, il testo, oltre a contenere una ricostruzione della vita del nostro Berardo basata sulla leggenda di Giovanni di Segni, dovrebbe anche riferire di alcuni aneddoti della società civile del nostro paese del tempo (probabilmente a Pag. 133 nel capitolo Annotazioni. Tra breve si potrà scaricare tutto il volumetto, per ora l'opzione è limitata alla sola Prefazione a questo Link).
L'originale dell'opera si trova presso la Biblioteca del periodico "Civiltà Cattolica" dei Gesuiti a Roma e tutto il materiale riprodotto nel post lo dobbiamo ad Alberto MANTICA, come noto, attuale discendente del ramo femminile della famiglia Panegrossi.
 

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