COLLI

L' ...oscuramento degli affreschi di S. Berardo

La conversione del bravo De Ambrosio
In una nota manoscritta del dr. Giuseppe Mantica, (1909-1970) si trova la soluzione dell'enigma di quando furono ricoperti gli affreschi che lo scorso anno sono stati riportati alla luce nella chiesa di San Berardo.
L'illustre cultore d'arte raccolse la testimonianza di Vittorio Di Giacomo (1917-2005) che fornì una descrizione minuziosa dell'opera pittorica: "...stava inginocchiato davanti ad un crocefisso. Egli chiedeva il perdono per le sue bravate e il crocefisso è rappresentato con la testa piegata in segno di assenso. Il Barnabei aveva i capelli lunghi, colletto arricciato, polso ricamato, pantaloni in nero aderenti, scarpe con fibbia."
Una ricordo cosi vivo e preciso (era inaridito solo sul colore dei pantaloni) si ha dopo una lunga contemplazione dell'opera; è quindi altamente probabile che il magnifico affresco sia stato ricoperto nel 1933 (quando Vittorio aveva 16 anni, quindi è stato visibile per 308 anni) dal ...Braghettone locale, Francesco Corradino che, come hanno dimostrato i vari saggi esperiti sulla chiesa lo scorso anno, coadiuvato dai suoi assistenti Salvadei Andrea e Gervasi Luigino, si è cimentato in quest'opera di ricopertura degli affreschi in molte parti dell'edificio sacro.
La ...firma del... Braghettone Corradino
E' quindi praticamente certo che sino a quella data i collesi abbiano potuto ammirare quella magnifica rappresentazione che, dal 2015, si può nuovamente apprezzare in tutto il suo splendore, nella chiesa di San Berardo, per la solerte attenzione che il Presidente dell'Amministrazione Separata dei beni Civici Mario Dionisi, rivolge al patrimonio artistico di Colli.
Vittorio di Giacomo confida, inoltre, altri particolari coloriti ed inediti sulla figura di Fabrizio de Ambrosio (alias Barnabei): sembra che fosse un provetto lanciatore del giavellotto e che riuscisse a scagliare l'attrezzo oltre il campanile della chiesa di San Nicola di Bari. Sapeva anche maneggiare con destrezza il pugnale perché spesso si recava nei paesi vicini a sfidare a duello i cittadini del luogo nel corso delle feste patronali. Questa attitudine gli aveva procurato una fama di ...guastafeste.
Ringrazio i fratelli Mantica, ed in particolare Marcello, che mi hanno voluto conferire la copia fotostatica degli appunti che il loro compianto papà aveva raccolto su Colli, forse con il proposito di scriverne una storia, che sono una miniera di notizie interessanti sul nostro paese.

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