COLLI

Colli di Monte Bove (AQ.), il Secolo Scorso

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Colli e la Valeria descritti da H. Swinburne (1779)


Quest'estate, nel breve periodo di ferie estive, abbiamo avuto la possibilità di consultare il volume "Voyage de Henri Swinburne dans les deux Siciles en 1777,  1778, 1779, et 1780" della Bibliothèque Royal di Parigi. Nel tomo quarto sono presenti una descrizione della Via Valeria tra Carsoli e Tagliacozzo che, in pratica, consente di definirne il tracciato di allora e, un'altrettante illuminante ritratto di Colli di Monte Bove. Dal medesimo testo si apprende che Avezzano era popolata da 2770 abitanti nel 1779.
Nell'alta Aristocrazia e nelle classi agiate europee del XVIII e XIX secolo, era molto di moda effettuare il cosiddetto "Grand Tour" dell'Italia. Di questi viaggi ci sono pervenuti molti racconti memorialistici, quasi tutti di estremo pregio letterario: insuperato capolavoro del genere resta il "Voyage en Italie" di Stendhal.
"Il 6 Marzo 1779, feci con sir Thomas Gasgoing, una piccola gita nel regno di Napoli.
Partimmo da Roma a cavallo, verso le cinque del mattino e andammo a dormire a Carsoli, piccola città mal costruita sulla china di una montagna molto ripida e all'ingresso di una gola. E' dentro i confini del regno di Napoli, perchè, esattamente più giù, nel piano, una locanda chimata il Cavaliere forma il punto di separazione tra i due stati. Questa città conserva il nome della vecchia Carsoli, benchè le rovine di quest'ultima siano distanti un miglio. Cominciammo ad accorgerci, in questo luogo, che la temperatura dell'aria di Roma ci aveva ingannati: il vento era straordinariamente freddo. Carsoli fa parte delle immense proprietà del conestabile Colonna: possiede nei dintorni trentasette signorie.
L'indomani mattina entramo nella gola stretta di Colli, e attraversammo una montagna che forma da questo lato una barriera naturale al regno di Napoli. Un esercito avrebbe molte difficoltà a forzare questo passaggio anche incontrandovi poca resistenza. La gola è ombreggiata da alberi di quercia e una foresta di faggi occupa la parte superiore di questa montagna.
Le tecniche di costruzione delle strade Romane
  LA DESCRIZIONE DI COLLI E DELLA VIA VALERIA
La salita che è di sei miglia, da Carsoli sino al Valico, è molto pietrosa, difficile ed anche pericolosa. Le rocce sono di una breccia calcarea ed estremamente scivolose. Mandrie di bovini che incontrammo resero il nostro percorso ancora più disagevole.
Arrivati a Rocca di cerro, misera frazione che è alla sommità di questa gola, intravedemmo una parte dell'Abruzzo che ci apparì molto montagnoso; vedevo montagne piene di boschi e disseminate di villaggi, una pianura molto estesa, una parte di un grande lago; il tutto circondato da un enorme cerchio di montagne. La cima del Velino coperto di neve, s'innalza in alto al di sopra delle altre, e si vede anche Roma che dista 70 miglia.
La Valeria all'uscita di Tagliacozzo
(AMI ATKINSON, Acquarello - 1908)
La discesa è molto veloce partendo da Rocca di Cerro; ma non avemmo molte difficoltà a riconoscere che le pianure dove stavamo entrando erano poste molto più in alto di quelle di Carsoli, e infinitamente di più di quelle della Campagna di Roma. Il grosso borgo di Taglia Cozzo fu il primo luogo che incontrammo scendendo. Il suo castello in rovine è collocato su un costone di roccia scosceso; le case della città alta sono costruite sul pendio: la strada che forma è la più ripida che abbia mai incontrato, anche nei posti più selvaggi della Savoia. La città bassa è più spaziosa e sembra essere meglio abitata."

Quanti Feudatari nel 1280 a Colli di Monte Bove!




















Il Re Carlo I, il 4 gennaio 1279, ordinò che tutti i Conti, Baroni e Feudatari del regno si dovessero presentare al Regio Giustiziere d'Abruzzo a Sulmona per registrare i nomi delle persone e delle terre possedute e conoscere la Tassa annuale che avrebbero dovuto assolvere.
Questo Registro dei Feudatari d'Abruzzo ci è pervenuto solo in parte così come è stato trascritto dall' arcivescovo di Matera D. Antonio Lodovico Antinori nel Vol II dell'opera "Memorie Istoriche delle tre Provincie d'Abruzzo", Napoli, 1782.
A partire dall' Aprile 1280, settima indizione, tutti i Feudatari si recarono o si fecero rappresentare presso il Regio Giustiziere e, il giorno 27 Aprile al foglio 89 del registro sono ascritti a Pandolfo, Andrea, Matteo e Gerardo diritti per la terza parte di 11 oncie per il Castello di Colle e Luppa. Il giorno successivo, al foglio 90, in corrispondenza della alinea dedicata a Colle e Luppa, sono presenti almeno altri nove feudatari, anche se in questo caso non sono indicate le tasse individuali da corrispondere ma, vengono inseriti nelle tre Terre precedenti che, collettivamente, sono considerate come equivalenti a un Feudo di un Milite e mezzo.
Come si evince dalla figura in alto a sinistra, sul rigo di Carsoli, anche se individuata come Città, non è associato alcun Feudatario (links ai fogli del Registro per Pietrasecca, Poggio Cinolfo e Tufo). Questo è un ulteriore elemento che rafforza la tesi già espressa nel Post I ...Fuochi di Colli di Monte Bove" (22 Luglio 2009), che Colli nel Primo e Tardo Medio Evo recitò un ruolo preponderante nell'economia e nella storia dell'odierno carseolano.
Sempre nel medesimo testo vi è una digressione sulla via Valeria, il cui tratto angusto da Colli sino al Valico del Monte Bove, indusse Corradino, per raggiungere Tagliacozzo, a Carsoli, a deviare verso la Valle di Luppa. Tesi già sostenuta da Muzio Febonio nell'Historia Marsorum; da apprezzare tuttavia con cautela, sia per l'argomentazione risibile "...essendo tra dirupi sì stretta che appena vi potiano capire due persone...": se era così impervia la Valeria, strada consolare e comunque unica direttrice di acesso alla terra dei Marsi da occidente, si può facilmente immaginare come fosse ancora più accidentato il percorso per la Valle di Luppa; sia perchè si può anche pensare che il Castello di Colli, a difesa del passaggio, fosse controllato da forze fedeli a Carlo d'Angiò. Più plausibile appare l'ipotesi che Corradino abbia volutamente bypassato il valico di Monte Bove per posizionarsi sulle alture di Poggio Filippo e Scurcola Marsicana, in una posizione geostrategicamente favorevole rispetto alle truppe angioine attestate in massa tra Tagliacozzo e i campi Palentini.
Infine pubblichiamo un'ipotetica ricostruzione del Castello di Colli che ci ha inviato il Prof. Sandro Crisi. Lo vogliamo qui ringraziare sentitamente per questo lodevole contributo.

Il Gusto in Piazza 08 - 08 - 2010 a Colli

Clicca sulla foto per vedere lo slide

Il film dagli Appennini alle Ande girato a Colli

Il film Dagli Appennini alle Ande, diretto da Flavio Calzavara del 1943 è stato in parte girato a Colli di Monte Bove. Gli... attori non professionisti di Colli erano: Bruno Santarelli (il destinatario della missiva), Anastasi Berardo (il postino) e Di Giacomo Vincenzo (con i baffi).
(Si ringrazia Francesco SALVADEI che ci ha gentilmente messo a disposizione il film).


 LA TRAMA. - Per ritrovare la mamma, bimbo s'imbarca clandestino da Genova per l'Argentina. La attraversa tutta finchè non la trova malata. Diligente illustrazione di un famoso racconto del Cuore (1886) di De Amicis, il film ne conserva lo schema e l'impianto patetico. I momenti più riusciti sono quelli in cui si discosta dal testo. Il protagonista diventerà uno dei migliori doppiatori italiani.

IL CAST - Leda GLORIA, Cesare BARBETTI, Nino PAVESE, Margherita DEL PLATA, Nino MARCHESINI, Renato CHIANTONI, Amalia PELLEGRINI, Cesco BASEGGIO, Ada COLANGELI, Mario SILETTI, Pietro TORDI, Marie GLORY, Lina TARTARA MINORA.
Drammatico, b/n, Durata 90 minuti - Italia 1943. 



La "Locandina" originale del Film

Copertina del
Libro "Cuore" di
Edmondo de Amicis












Il racconto completo "Dagli Appennini alle Ande" in MP3

Video Processione di Colli e Conferenza in .AVI























  La Conferenza di Carsoli del 30 - 04 -2010                               Processione di S. Berardo del 01 - 05 - 10
                                                                                                                 Visualizzabile anche in Megavideo

La Conferenza del prof. Jacques Dalarun, Direttore di ricerca al CNRS di Parigi, tenuta a Carsoli il 30 Aprile 2010, "San Berardo, vescovo dei Marsi: una nuova arte di governo", è ora scaricabile in formato .avi al link evidenziato più in alto a sinistra. Con un collegamento ADSL a 7 Mega sarà necessario attendere circa 25' per completare il download.
La Processione di San Berardo del 1 Maggio 2010 a Colli di Monte Bove è anch'essa acquisibile dal server del blog, seguendo il collegamento ipertestuale collocato al disotto della foto in alto a destra, in formato .avi. Il tempo d'attesa con ADSL a 7 Mega, per ottenere il file video completo, sarà di circa 15'.
Per la Processione è attiva anche l'opzione della visualizzazione diretta da Magavideo.

Foto Colli di Monte Bove presa da un elicottero

 

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