Il documento è redatto con una grafia nervosa ma di facile interpretazione, attesta la concessione del privilegio alla sacra reliquia utilizzando le formule sacramentali dell'epoca.
Atto rogato dal notaio De Simeonibus (1724)
Il documento è redatto con una grafia nervosa ma di facile interpretazione, attesta la concessione del privilegio alla sacra reliquia utilizzando le formule sacramentali dell'epoca.
Il castello di Colli in un documento perduto
Il castello di Colli nella genealogia della famiglia De Leoni |
L'entrata del castello era più al centro della parete sud (infatti un'attenta ricognizione del luogo consente ancora di osservare le basi di un manufatto antistante l'ingresso) e la torre, probabilmente il nucleo originario di tutto il complesso difensivo, era molto più alta dei resti attuali a conferma di un'ipotesi storico-architettonica suffragata dall'osservazione di altri castelli presenti nella Marsica occidentale.
Il castello di Colli in una foto successiva agli anni trenta del secolo scorso |
Entrambe le referenze fotografiche ci sono state fornite da Antonio Proietti che si ringrazia.
Tutti i Sacerdoti di Colli dal 1500
Pubblicato da
Maurizio
, 21/02/14 at 12:09, in
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Cultura
I Sacerdoti di Colli dal XVI secolo |
Scorrendo la lista s'incontrano praticamente tutti gli antroponimi delle più grandi famiglie ancora presenti a Colli (Lauri, Caroli, de Simeonibus, Parente, De Santis, Di Giovambattista, Gervasi, Panegrossi) a testimonianza di un forte radicamento locale ed ecclesiale di alcune di esse.
Sorprende, inoltre, l'estrema trasparenza delle note che sono a corredo della lista, provenienti direttamente dall'Archivio vescovile della Diocesi dei Marsi, come ad esempio quelle riguardanti Don Donato Marsili, già Frà Beniamino da Pietranico.
Infine anche questo elenco dimostra l'importanza del nostro paese, dal punto di vista religioso, almeno sino al XX° secolo, in quanto spesso si riscontra la presenza contemporanea di più prelati, titolari del medesimo Titolo (elemento che avevamo già segnalato nel post "I fuochi di Colli di Monte Bove", pubblicato sempre su questo Blog); nonché la frequenza di una sorta di nepotismo ante litteram.
Abbiamo intenzione di approfondire le notizi sui due Notai Apostolici de Simeonibus della fine del Seicento.
Le pietre... raccontano
Pubblicato da
Maurizio
, 05/02/14 at 18:54, in
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Carsismo
Testimonianze del Pliocene a Colli (Foto: A. Proietti) |
L'Italia nel Pliocene |
In qualche parte del territorio di Colli (usiamo questa formula generica per scongiurare eventuali furti) si trovano questi resti dell'Epoca del Pliocene, perfettamente conservati e raffiguranti due conchiglie, risalenti almeno a 3600 Milioni di anni fa, impresse su queste due pietre allorché il mare iniziò a rifluire dalle nostre terre.
Leggende orali, risalenti alla fine dell'Ottocento, esattamente al tempo dello scavo della galleria ferroviaria di Colli di Monte Bove, si sono trasmesse sino ai nostri tempi, facenti eco al rinvenimento di un mostro marino pietrificato nelle viscere del monte Bove.
LE PRECISAZIONI DEL GEOLOGO GINO ANIBALLI
Studio paleontologico completo cliccando qui |
Pertanto è da escludere un'età pliocenica dei fossili rinvenuti.
Nei
blocchi in esame sono presenti dei resti di "Rudiste", bivalvi
irregolari estinti 65 milioni di anni fa, insieme ai più famosi
dinosauri ed alcuni foraminiferi planctonici. L'evento che ha portato su
scala globale alla loro estinzione dalla comunità scientifica è
identificato con il limite "K-T" (Cretaceo-Terziario).
Le rudiste in esame sono riconducibili plausibilmente alla famiglia dei Radiolitidi,
e le rocce da esse costituite sono i Calcari a Radiolitidi (età:
Turoniano-Campaniano p.p., Cretaceo superiore), cartografati dal Prof.
Massimo Santantonio nella redazione del Foglio Geologico 367
"Tagliacozzo", scala 1:50000."
La Porta del Colle, accesso orientale a Colli
Il confronto tra le due immagini |
La lettura del post apparso il 16/01/2014 sul blog di Colli, mi ha stimolato a confrontare ed a interpolare la preziosa immagine proveniente dagli archivi del Dipartimento dell'Interno del governo americano, con la pittura murale raffigurante il vescovo dei Marsi Berardo presente nella chiesa Madonna della Speranza di Colli di Monte Bove e che ha come sfondo il castello dei Conti dei Marsi.
Ebbene, invertendo la prospettiva della foto della fortezza scattata dall'Ammiraglio dell'aviazione americana J. Lansing Callan nel gennaio del 1915, si può perfettamente notare come l'anonimo artista abbia raffigurato negli affreschi con estrema esattezza la conformazione architettonica dell'arco della porta orientale di Colli posta a protezione di un sentiero di raccordo tuttora visibile e che probabilmente intersecava la Valeria all'altezza della località "la Petrella".
L'antica porta del Colle
Il castello di Colli visto da Oriente |
Le informazioni preziose che ci fornisce sul paesaggio circostante la valle del Turano sono uniche: è visibile il casello ferroviario sito all'incrocio tra la direttrice Roma-Pescara e l'antica via Valeria; il casale di "Barba" in località "Casino"; una vasta panoramica delle "Pezze"; ma la vera rivelazione sono i ruderi che si possono distintamente scorgere nei pressi del castello dei Conti dei Marsi e che potrebbero essere le ultime vestigia della "Porta del Colle", menzionata da don Paolo Panegrossi nelle sue Memorie Storiche...
J. Lansing Callan è al centro (camicia bianca) |
Ringrazio Giovanni Anastasi per avermi segnalato il documento ed il portale Fucino Lands per la condivisione.
Fonte Governativa americana U.S.G.S. (U.S. Geological Survey - Department of the Interior/USGS).
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