Visita alla cisterna dove fu prigioniero Berardo
Il 29 Ottobre scorso un folto gruppo di fedeli di Colli di Monte Bove si è recato a Castel San Pietro (RM) a visitare la cisterna dove fu tenuto prigioniero San Berardo da Pietro Colonna. L'invito era stato rivolto dal Presidente della Pro Loco della cittadina laziale e la comitiva collese era accompagnata dal Sindaco di Carsoli Dr. Mario Mazzetti.
Alla manifestazione ha preso parte anche una folta rappresentanza della confraternita di San Berardo di Pescina e l'ex priore della stessa, Diocleziano Giardini, attento e documentato studioso della vita del Santo.
La delegazione collese ha omaggiato le autorità di Castel San Pietro di una ipotetica ricostruzione fotografica del castello di Colli, dove nacque San Berardo nel 1080, opera della professoressa Paniccia, diletta consorte del nostro amico Alessandro Crisi e, appositamente creata per questo Blog.
Lo slide di 72 foto che documenta i momenti salienti della manifestazione, comprendente anche alcuni fotogrammi della processione di San Berardo del 3 Novembre 2011 a Colli di Monte Bove, è visibile cliccando sull'immagine in alto. Le foto sono di Antonio Barnabei
La Terza edizione della Festa dell'Agorà
Pubblicato da
Maurizio
, 21/11/11 at 20:12, in
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Agorà
di Raffaella Girlando
La giornata del 13 Novembre è iniziata come la Terza edizione della Festa dell'Agorà meritava...
un bel sole che si staglia in cielo pieno di energia, come quella che emanano le opere della mostra d'arte allestita all'interno della Chiesa del Carmine, gentilmente messa a dispozione dal nostro amato parroco Don Enzo.
Durante la mattina un leggero vento di tramontana accarezza le tende dei ragazzi del 118 e della Protezione Civile... ma le volontarie della Croce Rossa armate dei loro FOULARD RIPARAVENTO non si fanno intimorire dal freddino e continuano la loro raccolta di fondi per la beneficenza.
Molti anche quest'anno gli artigiani presenti a dimostrare l'amore per la loro arte affinchè questa venga divulgata e raccontata alle generazioni future, così abbiamo ritrovato con molto piacere lo scalpellino, il vasaio, l'intagliatore del legno e molti altri antichi mestieri.
Una banda di menestrelli gitani sbalordivano grandi e piccini mangiando fuoco e lame di spade, cantavano storie fantastiche e dentro il loro carretto strampalato si nascondevano armi e mestieri di un'arte antica.
La gente passeggiava tra gli artigiani dapprima infreddolita e curiosa ma poi sazia delle prelibatezze cucinate in piazza e scaldati dal buon vino offerto continuava il giro soffermandosi davanti alle meravigliose bambole di stoffa cucite con abile maestria!
Eccellenze del nostro territorio: Angela Maurizi
Copertina del Romanzo di Angela |
Nell'intervista rilasciata a "Io come Autore", numero 27, Angela chiarisce che ha tentato di "realizzare un esercizio di stile servendomi della mitologia, nella stessa misura in cui lo fecero gli antichi greci. Il mio intento non era tuttavia rivolto a spiegare le origini del mondo o la vita di personaggi più o meno deificati, bensì all'analisi della società contemporanea."
L'appuntamento con l'autrice è all'esposizione della Media e Piccola Editoria in programma al Palazzo dei Congressi di Roma dal 7 all'11 Dicembre 2011.
Angela, malgrado la giovane età, è una stimatissima urologa del complesso Universitario Policlinico Umberto I° di Roma.
La sua passione per l'Archeologia l'ha già condotta in Grecia per una campagna di scavi di due anni.
Per acquistare online il libro di Angela: clicca qui
Sulla parentela tra San Berardo e Santa Rosalia
Macchina Processionale di S. Rosalia, in una stampa d'epoca |
Frontespizio del volume del Cascini |
Il Priore benedettino, "consultore del sant'Uffizio" sostiene che nella grotta che ospitò S. Rosalia fu ritrovata, incisa nella pietra di suo pugno, questa iscrizione:
EGO ROSALIA SINIBALDI QUISQUINE ET
ROSARUM DOMINI FILIA AMORE Dni MEI
JESU CRISTI IN HOC ANTRO HABITAR DECREVI
Il Cascini indica che il Sinibaldi dell'epigrafe deve intendersi come nome e non come un cognome, attraverso una dedalo di ragionamenti tortuosi che non hanno nulla del rigore scientifico ("Fu quivi Signore di quei feudi; percioché non si mette mai nell'iscrittioni il sol cognome che a molti è comune; ma bensì ne' suoi stati il Signore può scrivere il suo solo nome"). L'autore confessa che le sue ricerche genealogiche lo condussero sino a Lucca dove rintracciò l'origine di un Giovanni Sinibaldi.
F. ZAZZERA, Della Nobiltà |
Genealogia Conti dei Marsi |
Il testo del Tornamira riedito a Pescina |
Concludiamo con i giudizi del più grande storico del XIX secolo, Jules Michelet, liberale e d'ispirazione cattolica, sui Gesuiti:
"Delle piaghe della società, quelle che sono più da temere è lo spirito di polizia utilizzato nelle cose di Dio, lo spirito dell'intrigo pio, di santa delazione, lo spirito dei Gesuiti".
"La tirannia si accontenta dell'uomo esteriore, forza solo gli atti. Questa polizia (dei Gesuiti) invece invade il pensiero".
"Nel gesuitismo troverete un solo senso: la morte della Libertà".
Citazioni tratte da: MICHELET ET QUINET, Des Jésuites, Paris 1843.
La genesi del cognome della famiglia Barnabei
La ricostruzione del testo del volume di Don Paolo Panegrossi Memorie storiche intorno a S. Berardo Cardinale (1867) per una, speriamo, prossima ristampa, si sta rivelando una miniera d'oro di anedotti e di vicende civili della storia di Colli di Monte Bove, nei secoli scorsi.
Tra i racconti più interessanti vi è quello riferito alla famiglia Barnabei, testimoniato anche da una campagna pittorica che doverbbe essere presente nella chiesa di San Berardo e ora ricoperta da una coltre di vari strati di tinteggiature successive. Don Paolo Panegrossi scrive: "Nel basso della parete opposta si distingue per l'accuratezza dell'esecuzione di altro autore una pittura rappresentante un giovane uomo genuflesso, con le mani giunte e sollevate verso un'immagine del Crocifisso, il quale ha inchinato verso lui amorevolmente il capo e vi si legge sotto - FABRIZIO DI AMBROSIO F.F. PER VOTO A.D. 1626. - Il significato di questa pittura non à per nulla oscuro nel paese dove esiste la famiglia a cui quel Fabrizio apparteneva e che poi ha preso il cognome di Barnabei. Era, dunque quel Fabrizio uno dei scherani, o come dicono, uno dei bravi dei principi Colonna ai quali apparteneva il feudo di Colli: ed egli dopo aver passato nel disordine una parte della sua vita, rientrato in sé stesso si gettò ai piedi del Crocifisso, il quale rivolse verso di lui benignamente il volto ed inchinò il capo in segno di misericordia".
Nelle foto: da sx, un antenato della famiglia Barnabei; il ramo americano dei Barnabei di Colli.
Inaugurate a Colli due nuove Piazze
Pubblicato da
Maurizio
, 09/09/11 at 13:10, in
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Colli
Clicca su questo Link per lo Slide di 30 foto |
Piazza 1 Maggio è stata inaugurata alla presenza del Sindaco di Carsoli, di vari componenti del Consiglio Comunale, dell'impresa costruttrice e dell'architetto che ha seguito i lavori.
La "piazzetta" su via Valeria, che non ha ancora un nome preciso, è stata festeggiata con un simposio culinario e musica fino a notte avanzata, organizzati egregiamente dall'infaticabile Palmino, da tutti gli abitanti del rione. Particolarmente gradita la presenza di collesi che, pur non abitando più nelle sue vicinanze, hanno voluto testimoniare il loro legame con il luogo della loro nascita. Anche a questo evento ha partecipato il sindaco di Carsoli.
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