Il Re Carlo I, il 4 gennaio 1279, ordinò che tutti i Conti, Baroni e Feudatari del regno si dovessero presentare al Regio Giustiziere d'Abruzzo a Sulmona per registrare i nomi delle persone e delle terre possedute e conoscere la Tassa annuale che avrebbero dovuto assolvere.
Questo Registro dei Feudatari d'Abruzzo ci è pervenuto solo in parte così come è stato trascritto dall' arcivescovo di Matera D. Antonio Lodovico Antinori nel Vol II dell'opera "Memorie Istoriche delle tre Provincie d'Abruzzo", Napoli, 1782.
A partire dall' Aprile 1280, settima indizione, tutti i Feudatari si recarono o si fecero rappresentare presso il Regio Giustiziere e, il giorno 27 Aprile al foglio 89 del registro sono ascritti a Pandolfo, Andrea, Matteo e Gerardo diritti per la terza parte di 11 oncie per il
Castello di Colle e
Luppa. Il giorno successivo, al foglio 90, in corrispondenza della alinea dedicata a
Colle e Luppa, sono presenti almeno altri nove feudatari, anche se in questo caso non sono indicate le tasse individuali da corrispondere ma, vengono inseriti nelle tre Terre precedenti che, collettivamente, sono considerate come equivalenti a un
Feudo di un Milite e mezzo.
Come si evince dalla figura in alto a sinistra, sul rigo di Carsoli, anche se individuata come Città, non è associato alcun Feudatario (links ai fogli del Registro per
Pietrasecca, Poggio Cinolfo e
Tufo)
. Questo è un ulteriore elemento che rafforza la tesi già espressa nel Post
I ...Fuochi di Colli di Monte Bove" (22 Luglio 2009), che Colli nel Primo e Tardo Medio Evo recitò un ruolo preponderante nell'economia e nella storia dell'odierno carseolano.
Sempre nel medesimo testo vi è una digressione sulla via Valeria, il cui tratto angusto da Colli sino al Valico del Monte Bove, indusse Corradino, per raggiungere Tagliacozzo, a Carsoli, a deviare verso la Valle di Luppa. Tesi già sostenuta da Muzio Febonio nell'
Historia Marsorum; da apprezzare tuttavia con cautela, sia per l'argomentazione risibile
"...essendo tra dirupi sì stretta che appena vi potiano capire due persone...": se era così impervia la Valeria, strada consolare e comunque unica direttrice di acesso alla terra dei Marsi da occidente, si può facilmente immaginare come fosse ancora più accidentato il percorso per la Valle di Luppa; sia perchè si può anche pensare che il Castello di Colli, a difesa del passaggio, fosse controllato da forze fedeli a Carlo d'Angiò. Più plausibile appare l'ipotesi che Corradino abbia volutamente bypassato il valico di Monte Bove per posizionarsi sulle alture di Poggio Filippo e Scurcola Marsicana, in una posizione geostrategicamente favorevole rispetto alle truppe angioine attestate in massa tra Tagliacozzo e i campi Palentini.
Infine pubblichiamo un'ipotetica ricostruzione del Castello di Colli che ci ha inviato il Prof. Sandro Crisi. Lo vogliamo qui ringraziare sentitamente per questo lodevole contributo.