COLLI

Colli di Monte Bove (AQ.), il Secolo Scorso

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Intervista di Jacques Dalarun alla BnF

Seguendo questo collegamento ipertestuale si accede alla pagina della Bibliothèque nationale de France dedicata alla conferenza del Prof. Jacques Dalarun del 10 Febbraio 2009 dal titolo: "Dieu a-t-il un sexe?" .
In questo incontro con Séverine Nikel il prof. Dalarun spiega che la religione cristiana non ha attribuito alla donna un ruolo preponderante tra la tarda Antichità ed il Medio Evo: assimilita ad Eva, alleata del Serpente, è esclusa dal sacerdozio ed accantonata in una posizione di subalternità.
Tra l'XI° ed il XV° secolo la religione si è femminilizzata per un'adesione maggiore delle donne alla fede ed alla pratica e si registra una femminizzazione del discorso religioso.
Perchè, secondo l'audace espressione di Michelet, "Dieu a-t-il changé de sexe, pour ainsi dire?"
All'inizio del XII° secolo, nel momento stesso in cui la tradizione vietava alle donne di penetrare in alcuni santuari, si edificava una triade Maria, Eva e Maddalena. E' l'epoca della fondazione da parte di Robert d'Arbrissel del monastero misto di Fontevraud dove gli uomini erano sottomessi alle donne.
Il vero cambiamento si ha nel XIII° secolo con Francesco d'Assisi che offre alle donne un'icona con la quale idenificarsi. Chiara d'Assisi elabora, dal canto suo, una visione dell'umanità che trascende i generi.
Nel XIV° e  XV° secolo, una fioritura di sante di fama modesta, soprattutto in Italia, segna questo movimento di femminizzazione del religioso. La loro parola si fa sentire, come quelle di Angela da Foligno o Chiara da Rimini. S'inseriscono nella storia delle città ed accedono finalmente ad una scrittura autonoma dove i misteri della fede sono esplorati con tutta la forza della loro ragione.
(Fonte: BnF en collaboration avec le magazine l'Histoire)

JACQUES DALARUN AD "APOSTROPHES" DEL 28-03-1986 


Berardo dei Marsi tra agiografia e Storia

Sofia Boesch Gajano
Prof. Onorario di Storia medievale all'Università Tre di Roma

L'identità biografica di Berardo della famiglia dei conti dei Marsi, divenuto vescovo della diocesi dei Marsi intorno al 1100 e morto nel 1130, è ben definita nei suoi tratti essenziali, elaborati con la cura e la precisione che le erano proprie da Zelina Zafarana, studiosa ed amica carissima scomparsa prematuramente e tragicamente. Le testimonianze pervenuteci, e in particolare la Vita scritta poco dopo la sua morte da Giovanni vescovo di Segni, permettono di ricostruire le tappe della sua formazione e della sua carriera ecclesiastica, i rapporti con il Pontefice Pasquale II, il suo impegno riformatore nella diocesi a lui affidata: ne emerge una figura di rilievo nella storia della Chiesa dei primi decenni del secolo XII, quando si attua il grande sforzo di consolidamento della riforma nelle istituzioni ecclesiastiche a partire dalle diocesi suffraganee di Roma...
(Tratto da: La Terra dei Marsi - cristianesimo, cultura, istituzioni; a cura di G. Luongo, ed. Viella - Roma, 2002. Si ringraziano Cecilia Palombelli e Sofia Boesch Gajano per le autorizzazioni alla riproduzione)

Il Saggio in versione integrale a questo Link.

Aquila 06-04-09 ore 3:32. Qui nessuno rideva...

Pubblichiamo lo slide di 52 immagini (vi si accede cliccando sulla foto qui sopra), che sono state realizzate all'Aquila, quasi esclusivamente durante le prime ore del mattino di quella giornata tragica del 6 Aprile 2009 nella cosiddetta "Zona Rossa", dal Dr. Enrico di Febo. In questa serie di foto ci sono il dolore, la morte, la commozione, la tenerezza, gli sfregi inferti al patrimonio artistico dell'Aquila dal terremoto ma anche la volontà di far risorgere la città dalle sue macerie.
L'indignazione, la rabbia che assale nel guardare queste foto e pensare che degli uomini, difficilmente assimilabili a componenti del consorzio umano, si rallegravano per l'immane disastro che stava colpendo la città abruzzese e architettavano sapienti strategie per realizzare i loro progetti concussivi, ci riempie ancora di sdegno e di dolore, anche a distanza di un anno dal tragico evento.
Il primo pensiero, ovviamente, è rivolto alle oltre 300 vittime del sisma ed ai loro familiari le cui ferite, quelle umane in particolar modo, non sono certamente cicatrizzate; ai migliaia di cittadini dell'aquilano che ancora vivono nei vari centri di accoglienza sparsi per tutta la regione; alle tante persone che, pur non avendo subito danni materiali irreparabili, hanno visto improvvisamente le loro vite spezzate dalla perdita tragica di amici, parenti, conoscenti, dal deserto umano dal quale sono circondati e le cui prospettive di vita, anche per gli abitanti delle cosiddette new town, si sono ridotte ad affollare i centri commerciali il fine settimana.
L'Aquila per ritornare a vivere ha bisogno che venga ricostruito il centro città perchè lì, sepolte tra le macerie, risiedono la sua storia, la sua cultura, in parte la sua economia ma soprattutto le sue radici.

A Colli di Monte Bove il terremoto del 6 Aprile 2009 è stato avvertito blandamente: tremolii di sportelli in "crescendo" wagneriano e un sibilo sordo assimilabile all'ululato del vento nei giorni di tempesta di neve. Nel paese è scattata una gara di solidarietà verso le popolazioni colpite: l'associazione Onlus - Giovani di Colli ha raccolto supellettili, coperte, lenzuola ed ha allestito, presso l'edificio dell'ex scuola elementare, 20 posti letto immeditamente utilizzabili. Costantino Lauri, membro della Protezione Civile del comune di Oricola, era già a scavare tra le macerie, con la sua squadra, sin dalle prime luci dell'alba del 6 Aprile 2009. Le offerte per la festa di San Berardo del 1 Maggio, unite a quelle di Pescina, sono state devolute pressochè integralmente alle popolazioni colpite dal sisma. Siamo a conoscenza di molti gesti di solidarietà individuali di cittadini di Colli, anche ingenti, che per il rispetto della riservatezza preferiamo non descrivere ma solo segnalare.

RILIEVI GEOLOGI DELLA SEQUENZA SISMICA
DELL'AQUILANO
Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
 
 Fig. 1 - Magnitudo dei terremoti registrati nell'Aquilano dal 1 Gennaio 2009 al 6 Aprile 2010
Il giorno 6 Aprile alle ore 3:32 un terremoto di Ml=5.8 (Mw= 6.3) ha colpito il settore appenninico aquilano (Valle dell’Aterno). Il team di Emergeo si è attivato immediatamente dopo la scossa principale seguendo le procedure precedentemente definite in caso di Emergenza Sismica per eventi di Magnitudo maggiore di 5.0. Nei giorni successivi il 7 e il 9 Aprile due ulteriori eventi, rispettivamente con Ml=5.3 e Ml=5.1, hanno insistito sull’area. In particolare, la replica più forte ha interessato il settore meridionale della Media Valle dell’Aterno, in prossimità dei centri di San Martino d’Ocre, Fossa e San Felice d’Ocre. L’evento del 9 Aprile è stato invece localizzato più a nord presso Capitignano nelle immediate vicinanze del Lago di Campotosto, lungo una struttura di più limitata estensione. Fino ad oggi, la distribuzione in pianta delle repliche sottende un’area di oltre 50 km in direzione NW-SE ed ampia circa 10 km.
Dawnload del Report completo 
Sito INGV su YouTube


IL VIDEO E LE FOTO DELL'AQUILA DI TULLIA
LA SETTIMANA SUCCESSIVA AL TERREMOTO




Studio del Carsismo dei Monti Carseolani

TESI DI LAUREA
della D.ssa Tullia Anastasi


Lo studio del fenomeno carsico dei monti Carseolani (che si trovano in Italia, nella Regione Abruzzo, in Provincia dell'Aquila e nel Comune di Carsoli) è stato oggetto, negli ultimi anni, di una importante valorizzazione scientifica che ha dato vita ad una letteratura sempre più voluminosa ed accurata. Come ad esempio la tesi di Laurea della D.ssa Tullia Anastasi di Colli di Monte Bove che attraverso l'uso di un linguaggio semplice, chiaro, molto poco ...mandarinale, come troppo spesso accade per queste pubblicazioni e, senza trascurare la rigorosità scientifica, ci fa capire la genesi di questi fenomeni geologici complessi, soffermandosi sul quadro normativo e le potenzialità di sfruttamento economico di un ipotetico "Parco dei Monti Carseolani", che resta, però, tutto da ...inventare.

Scarica la Tesi della D.ssa Tullia Anastasi

Schema idrogeologico dei Monti: Cornacchia, Piano, Guardia d'Orlando, Bove, Arunzo e Longana


Geologia della Galleria e del Territorio di Colli

Un pò più di un mese prima del catastrofico terremoto dell'Aquila del 6 Aprile 2009 (preannunciamo la pubblicazione sul Blog, per il primo anniversario del sisma, di documenti fotografici di una eccezionale rarità in quanto sono alcune delle pochissime foto scattate, a poche ore dall'evento, nella cosiddetta "Zona Rossa" il cui accesso, da lì a poco, sarebbe stato vietato a tutti i reporters e riservato ai soli soccorritori. Saranno attivi anche due collegamenti ipertestuali ai lavori svolti dalla D.ssa Paola Montone dell' Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia sul dopo terremoto) la terra tremò tra Tagliacozzo e la località "Piccola Svizzera" con una scossa di 3,5 di magnitudo della scala Richter. Anche questo evento sismico non fu avvertito a Colli, rafforzando la convinzione popolare che le cavità del Monte Bove, la sua tettonica, la stratigrafia  geologica in qualche modo coagirebbero per attutire la violenza delle scosse e preserverebbero il nostra paese da distruzioni apocalittiche.
Abbiamo, quindi, ritenuto interessante pubblicare gli studi dei Prof. Maurizio Parotto e Maurizio Sirna realizzato nel 1993 sulla galleria di Colli di Monte Bove, di Paola Montone, Dirigente di Ricerca all'INGV e del Dr. Francesco Salvini sulla Geologia strutturale dei rilievi tra Colli di Monte Bove e Tagliacozzo.
Si avvertono i lettori che i due testi sono estremamente tecnici, ma molto interessanti.











I MOVIMENTI FRANOSI DEL MONTE FONTECELLESE
Tesi di Laurea del Dr. Gino Aniballi
gino.aniballi@libero.it


Per completare l'analisi geologica del territorio di Colli di Monte Bove pubblichiamo la tesi di laurea del Dr. Gino Aniballi, nato nel nostro paese, ed incentrata sui movimenti franosi del Monte Fontecellese.
A conclusione del suo eccellente lavoro (la cui integrale consultazione è possibile seguendo questo link), Gino scrive: "... Le suddette considerazioni, in aggiunta ai fattori morfogenetici agenti sul versante, hanno permesso di definire "quiescenti" le zone di accumulo delle frane analizzate ed "attive" le rispettive aree di distacco...".

Esclusiva: L’Ultima Poesia di Palmino Ferrante








SAN VALENTINO 2010

"SE POTESSI"

  
SE POTESSI VORREI DIMORARE NEL TUO CUORE
E COME SE FOSSI UN FIORE INEBRIARTI
DI PROFUMO PER LENIRE OGNI TUO DOLORE
E RIDARE A QUEGL'OCCHI D'INCANTO
LO SPLENDORE CHE AVEVANO UN TEMPO

SE POTESSI VESTIRTI DI BACI LO FAREI SENZA SMETTERE MAI
PUR DI FARE INDOSSARE AL TUO CORPO REGALE
OGNI GIORNO UN VESTITO VERAMENTE SPECIALE
E L'IMPRONTA DELLE MIE LABBRA COME PERLE PREZIOSE
AD ADORNARE LA TUA PELLE RADIOSA DI SOLE

SE POTESSI OLTREPASSARE L'ALDILA'E SCOPRIRE
CHE E' POSSIBILE RESTARE SEMPRE INSIEME
TUTTI I GIORNI DI UNA VITA SENZA FINE
LI VIVREMMO CON IL SENNO DI CHI CREDE
COME QUESTO SIA POSSIBILE GRAZIE ALL'AMORE

SE POTESSI MISURARE QUANTO E' IMMENSO
SONO CERTO CHE VA OLTRE L'UNIVERSO
MA PER NOI CHE CI AMIAMO COSI TANTO
NELL'ENFASI DI UN BACIO O DI UN ABBRACCIO
                                                   RACCHIUDIAMO TUTTO QUESTO SENTIMENTO



                                                         Palmino Ferrante

L'Ultima Poesia, in ordine di tempo, scritta da Palmino Ferrannte, Poeta nato a Colli di Monte Bove e che sarà messa in musica dal maestro d'opera Gianluca Bianchi




 

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