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Piazza Miliaria a Sorbo (AQ.) |
Paolo Emilio Capaldi
Ricercatore e Storico
Ricercando fonti e testimonianze per la scrittura
dell’articolo sulla rivista “Aequa”, dal
titolo « Evo antico – Il carseolano e la
genesi del toponimo di monte Romano » (1), tratterò delle vicende storiche
e dell’antropizzazione del territorio, in special modo della via consolare “Valeria”.
Ritrovai in questo stesso blog l’importante testo del
Promis che così recitava: « Ad una
distanza di tre miglia da Carsoli, per conseguenza circa un miglio e mezzo
prima del prossimo villaggio di Colli appartiene la colonna del milliario 48
trasportata non si sa quando al villaggio di Sorbo posto presso la Scurgola, né
deve far meraviglia il trasporto di questo milliario riguardo alla distanza che
intercede fra Colli e Sorbo, poiché tal traslocazione deve aver avuto luogo per
mezzo della strada, o calpestata di Tra[e]monte[i] più breve e meno
malagevole che non sia la Valeria » (2).
Il Promis proseguì con la dicitura
dell’iscrizione che allora, ancora si poteva leggere sul miliario: « XLVIII //
IMP NERVA // CAESAR AVGVSTVS // PONTIFEX MAXIMVS // TRIBVNICIA POTESTATE //
COS. IIII // PATER PATRIAE // FACIENDAM CVRAVIT » (3).
In un caldo luglio di quest’estate, con
l’aiuto di Maurizio, ci recammo a Sorbo (AQ) e potemmo facilmente ritrovare il
cippo asportato e oggi conservato in “piazza
Miliaria”, così come descritto dal Gattinara: « Innanzi la chiesa è eretta una colonna miliaria […], ma senza scritta » (4).
Ebbene, quando fu asportato il cippo dal sito
della Valeria, che s’innalzava prima di due km e poco più, da Colli di Monte
Bove?
Ci soccorre un probabile indizio riguardo gli
avvenimenti accaduti intorno al 1806, poco prima dell’invasione francese; a ricordarli
è il Zazza che così scrive: « La nostra
Valeria per la montagna di Colli e sotto Colli sino a Tagliacozzo, fu fatta
segno di orribili devastazioni da soldati, zappatori, minatori, per ordine del
governo per timore delle invasioni francesi, sul declinare del passato secolo,
e così perirono i colossali muraglioni, e qualche pezzo che sfuggì alla
barbarie, trae a sé le meraviglie di tutti, anzi i vecchi mi riferivano che da
Colli per scendere in Carsoli la strada si manteneva nella primiera
magnificenza perché fiancheggiata da grossi muri in gran salciato, e che i
macigni di detti muri furono rotolati per quelle balze che i principi Colonna
si portavano in Avezzano con loro veicolo, lo attestavano il detto Giuseppe
Cerri, come ancora la devastazione della strada avvenuta a’ suoi tempi, e lo
stesso attestava il chiarissimo Teodosio De Vecchis di Oricola teste oculare
» (5).
Ora, il Promis scrive nel 1836 e questi, e
altri reperti, furono sistemati nella piazza di Sorbo, solamente dieci anni
prima, nel 1826 (6).
Rimane il fatto che, con la costruzione della
nuova Strada Statale 5 (Via Valeria), sia stata cancellata la memoria del
passaggio della consolare romana per l’abitato di Colli di Monte Bove.
Inoltre, nel “Catalogus Baronum”,
regesto Normanno di tutti i possedimenti del Regno, sotto Ruggero II, stilato
definitivamente da re Guglielmo II il Bono nel 1187 (7), il feudo è così
citato: « Pandolphus de Calle et Berardus de
Calle tenent a Domino Rege in Marsi Collem Zippam, quod est feudum III.
militum. et augmentum sunt IV. Una inter feudum, et augmentum obtulit milites
VIII. et servientes XVI » (8).
Il toponimo “Zippam”, quindi “Zippa”,
può avere due significati:
a) – Zippil. Sostantivo maschile
derivante dal longobardo che significa « estremità
a punta » (9).
Anche altrove appare sotto forma di termine
derivato come “zippa”: « Dal longobardo,
zippa, oggetto appuntito » (10).
In questo caso il toponimo di Colli di Monte
Bove acquisirebbe il proprio nome per la conformazione del luogo orografico in
cui sorge: le rocce del monte Guardia d’Orlando e del monte Bove s’innalzano
sopra il paese e sono inequivocabilmente visibili da lontano; come punte aguzze
s’innalzano verso il cielo, apparendo così come un sicuro riferimento
geografico e d’orientamento.
b) – Cippus. Nello stesso dizionario
sopracitato, alla voce “zeppa” è anche scritto: « Invece, la presenza di tepe, teapa ‘palo, pungolo, spiedo, punta,
resta’ in rumeno ha fatto pensare al Pisani ad una comune origine con zeppa,
“forse antico termine di origine mediterraneo-balcanico”, dopo aver espresso
l’opinione che si tratti del centro-meridionale zeppo “stecco”, diminutivo del
latino cippus » (11).
Non possiamo scartare questa seconda ipotesi
vista la presenza del passaggio dell’importante asse viario della “Valeria”.
Assurda, non sarebbe la proposta di poter
valorizzare nuovamente un dato storico così importante per questa frazione
carsolana.
Infatti, c’era una proposta, caldeggiata da
alcuni eruditi cittadini di Colli, di sostituire il toponimo del bel corso che
attraversa il paese, appellandolo da “Via Trento” in “Via Valeria” (aggiungerei
“vecchia”).
Inoltre, non sarebbe sbagliato porre nei
pressi della cosiddetta porta Catena o dell’antico fontanile a muro dei Colonna,
la copia di un miliario scavato in pietra locale (calcare), a ricordo della
presenza di questa importante direttrice che contribuì ad arricchire il paese.
Con questo contributo abbiamo bussato ad una
porta; speriamo che per l’amore della propria terra e nella coscienza delle
persone, si apra un portone.
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Colli - "Terra Sassosa" Resti della Valeria, Massi Poligonali (foto: A. Proietti) |
1 – L’articolo sarà pubblicato prossimamente,
nel numero 62 di “Aequa”.
2 – Cfr. Promis
C., Le antichità di Alba Fucense
negli Equi, Roma, 1836, p. 59.
3 – Promis
C., Idem, p. 59.
4 – Gattinara
G., Storia di Tagliacozzo: dalle
origini ai giorni nostri, con brevi cenni sulla regione marsicana, Città di
Castello, Tipografia dello Stabilimento S. Lapi, 1894. Rist. anast.
Tagliacozzo, Libreria Vincenzo Grossi, 1999, p. 86.
5 – Zazza
A., Notizie di Carsoli, dal ms.
C/86/1924 dell’Archivio della Diocesi dei Marsi, [s. d.], [1881], a cura di
Sciò M. – Amici F. – Alessandri G.,
Pietrasecca di Carsoli, Associazione Culturale Lumen, 1998, p. 12, [4r-4v].
6 – Questa notizia l’ho potuta ricavare dalla
targa che illustra un cippo funerario posto al lato della chiesa di Sorbo.
8 – Catalogus baronum, in Del Re G., Cronisti e scrittori sincroni napoletani editi e inediti. Storia della
Monarchia. I Normanni, Napoli, dalla Stamperia dell’Iride, 1845, vol. I, p.
606.
Il Febonio nella sua opera sulla Storia dei
Marsi riporta anch’egli, per il paese di Colli, lo stesso toponimo del
Catalogus Baronum: « […] è indicato col
nome di Colle Zippa, con mura fortificate e una torre a difesa del valico
».
Phoebonio M., Historiae Marsorum, Neapoli, apud Michaelem Monachum, ciɔiɔclxxviij
[1678], libri tres. Rist. anast. Storia
dei Marsi, Roma, Di Cristofaro Editore, 1991, vol. III, p. 219.
9 – Aa.Vv.,
Dizionario etimologico, Santarcangelo
di Romagna, RusconiLibri, 2003, p. 1080.
10 – Nocentini
A., L’etimologico vocabolario
della lingua italiana, Milano, Le Monnier, 2010, p. 1346.
11 – Cortellazzo M. – Zolli P., L’etimologico
minore. Deli, dizionario etimologico della lingua italiana, Città di
Castello,
Zanichelli, 2011,
p. 1435.