Fig. 2 - Il pentimento di F. de Ambrosio |
Fig. 1 - Resti dell'antica parete sud |
Qui è raffigurato il pentimento di Fabrizio de Ambrosio, bravo dei Colonna, per le angherie compiute ai danni degli abitanti di Colli. Quando l'opera sarà completamente restaurata, si leggerà il nome del comittente con la data di esecuzione, il 1626 (sperando che quella sgradevole cornice in legno apposta ai lati degli affreschi non abbia irrimediabilmente pregiudicato questa parte essenziale della narrazione pittorica).
Da un'osservazione attenta della pittura si può notare che tra i due personaggi è disegnato il profilo della chiesa di San Berardo che, a quel tempo -primo quarto del XVII° secolo- era molto più imponente di quella attuale: il lato sud era certamente più esteso (e questi resti che si trovano nel cosiddetto Peschio di S. Berardo sembrano confermarlo) e si distingue nettamente nel versante nord, verso il fondo, un'ulteriore costruzione (probabilmente la residenza dell'eremita era più ampia di quella attuale e si estendeva per almeno 3/4 nell'attuale via Valeria). Sinora nessuno studioso era stato in grado di ipotizzare una data di costruzione della chiesa di san Berardo (i lineamenti architettonici dell'interno facevano pensare ad una collocazione non anteriore alla seconda metà dell'Ottocento); ora, invece, si può fissare almeno un termine ante quem di edificazione nel 1626.
In occasione di una ricognizione effettuata nei giorni scorsi nell'area della chiesa di San Berardo in compagnia di Mario Dionisi, sono venuto a conoscenza di un suo ricordo di quando era ragazzo: su una pietra, purtroppo andata perduta a causa della costruzione dell'immobile che insiste ora sul posto, era incisa una croce che, mi piace pensare testimoniasse l'altro miracolo compiuto da Berardo in quel luogo: ridare la vita ad un bambino che era caduto nel baratro del lato sud della piazza dove oggi vi è un solido muro di protezione.