Pubblichiamo lo slide di 52 immagini (vi si accede cliccando sulla foto qui sopra), che sono state realizzate all'Aquila, quasi esclusivamente durante le prime ore del mattino di quella giornata tragica del 6 Aprile 2009 nella cosiddetta "Zona Rossa", dal Dr. Enrico di Febo. In questa serie di foto ci sono il dolore, la morte, la commozione, la tenerezza, gli sfregi inferti al patrimonio artistico dell'Aquila dal terremoto ma anche la volontà di far risorgere la città dalle sue macerie.
L'indignazione, la rabbia che assale nel guardare queste foto e pensare che degli uomini, difficilmente assimilabili a componenti del consorzio umano, si rallegravano per l'immane disastro che stava colpendo la città abruzzese e architettavano sapienti strategie per realizzare i loro progetti concussivi, ci riempie ancora di sdegno e di dolore, anche a distanza di un anno dal tragico evento.
Il primo pensiero, ovviamente, è rivolto alle oltre 300 vittime del sisma ed ai loro familiari le cui ferite, quelle umane in particolar modo, non sono certamente cicatrizzate; ai migliaia di cittadini dell'aquilano che ancora vivono nei vari centri di accoglienza sparsi per tutta la regione; alle tante persone che, pur non avendo subito danni materiali irreparabili, hanno visto improvvisamente le loro vite spezzate dalla perdita tragica di amici, parenti, conoscenti, dal deserto umano dal quale sono circondati e le cui prospettive di vita, anche per gli abitanti delle cosiddette
new town, si sono ridotte ad affollare i centri commerciali il fine settimana.
L'Aquila per ritornare a vivere ha bisogno che venga ricostruito il centro città perchè lì, sepolte tra le macerie, risiedono la sua storia, la sua cultura, in parte la sua economia ma soprattutto le sue radici.
A Colli di Monte Bove il terremoto del 6 Aprile 2009 è stato avvertito blandamente: tremolii di sportelli in "crescendo" wagneriano e un sibilo sordo assimilabile all'ululato del vento nei giorni di tempesta di neve. Nel paese è scattata una gara di solidarietà verso le popolazioni colpite: l'associazione Onlus - Giovani di Colli ha raccolto supellettili, coperte, lenzuola ed ha allestito, presso l'edificio dell'ex scuola elementare, 20 posti letto immeditamente utilizzabili. Costantino Lauri, membro della Protezione Civile del comune di Oricola, era già a scavare tra le macerie, con la sua squadra, sin dalle prime luci dell'alba del 6 Aprile 2009. Le offerte per la festa di San Berardo del 1 Maggio, unite a quelle di Pescina, sono state devolute pressochè integralmente alle popolazioni colpite dal sisma. Siamo a conoscenza di molti gesti di solidarietà individuali di cittadini di Colli, anche ingenti, che per il rispetto della riservatezza preferiamo non descrivere ma solo segnalare.
RILIEVI GEOLOGI DELLA SEQUENZA SISMICA
DELL'AQUILANO
Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
Fig. 1 - Magnitudo dei terremoti registrati nell'Aquilano dal 1 Gennaio 2009 al 6 Aprile 2010
Il giorno 6 Aprile alle ore 3:32 un terremoto di Ml=5.8 (Mw= 6.3) ha colpito il settore appenninico aquilano (Valle dell’Aterno). Il team di Emergeo si è attivato immediatamente dopo la scossa principale seguendo le procedure precedentemente definite in caso di Emergenza Sismica per eventi di Magnitudo maggiore di 5.0. Nei giorni successivi il 7 e il 9 Aprile due ulteriori eventi, rispettivamente con Ml=5.3 e Ml=5.1, hanno insistito sull’area. In particolare, la replica più forte ha interessato il settore meridionale della Media Valle dell’Aterno, in prossimità dei centri di San Martino d’Ocre, Fossa e San Felice d’Ocre. L’evento del 9 Aprile è stato invece localizzato più a nord presso Capitignano nelle immediate vicinanze del Lago di Campotosto, lungo una struttura di più limitata estensione. Fino ad oggi, la distribuzione in pianta delle repliche sottende un’area di oltre 50 km in direzione NW-SE ed ampia circa 10 km.
Dawnload del Report completo
Sito INGV su YouTube
IL VIDEO E LE FOTO DELL'AQUILA DI TULLIA
LA SETTIMANA SUCCESSIVA AL TERREMOTO