COLLI

La chiesa di S. Berardo, eziologia storica


La Diocesi dei Marsi
di  Paolo Emilio Capaldi

L’edificio di forma rettangolare, a navata unica, è oggi inglobato al margine orientale del centro urbano.
Nel 1324, la chiesa appare citata nell’elenco delle decime da versare alla Diocesi dei Marsi: « Ecclesie Collis et Lupe […] 904. Ecclesia S. Berardi » (1).
Un’altra pergamena (XXX) del 1397 (ante), al f. 12v, suppone l’esistenza della chiesa. Anche in questo caso si tratta dei tributi dovuti alla cattedrale dei Marsi (S. Sabina), in occasione delle festività maggiori: Natale, Pasqua, S. Maria d’Agosto, Ognissanti, S. Sabina e San Michele Arcangelo. « In vicaria de Carzolo. In primis iure procurationis ipsius Vicarie. In Taliacotio […] In Collibus ab ecclesia sancti Iohannis cum aliis ecclesiis eiusdem loci aur. unc. unam » (2).
Tre secoli più tardi, il Febonio riporta un’annotazione sulla dislocazione della chiesa di San Berardo: « In suo onore, fuori del paese, sula via Valeria, gli abitanti, come segno della loro indefettibile e ardente devozione verso il Signore, fecero costruire una chiesa in cui si venerano le sue reliquie » (3).
Sessant’anni dopo il Corsignani rammenta questa chiesa nella sua opera scrivendo: « Di là di Pereto giacciono le Terre o sian Ville di Colli colla Chiesa Parrocchiale di S. Niccolò Vescovo di Mira e coll’altra di San Berardo » (4).
L’ottocento si afferma come il secolo che ci dona numerose notizie di quest’edificio sacro. Il Di Pietro descrivendo le chiese che si trovano in Colli aggiunge: « Ha un’altra chiesa edificata fuori le mura e dedicata a San Berardo, ove si conserva di esso qualche sacra reliquia » (5).
Numerose saranno le note che l’allora parroco di Colli, don Paolo Panegrossi, offrirà ai posteri sulla chiesa di San Berardo: « Povera è questa chiesa e disadorna, l’altare è di stucco, come pure di stucco è la sovrappostavi statua del Santo vestito pontificalmente con mitra e pastorale, tutto bene eseguito ed in grandezza poco meno del naturale. Una volta questa chiesa era tutta istoriata di pitture le quali è fama che fossero ricoperte per decreto fatto in sacra visita da non so qual vescovo; forse perché, oltre ad essere rozzamente eseguite, erano anche mal conservate.
Oddone de Collibus
Le Chiese di Colli nel libro delle Decime
Talune di queste furono risparmiate e rappresentano le immagini di varii santi, e sotto qualcuna è il nome di chi per sua divozione le fece eseguire nell’anno 1625: come si trova ripetuto due volte, mentre nelle altre l’iscrizione è cancellata in tutto o in parte. Tra queste è da notare una in cui si vede la figura di una donna, che genuflessa e con le braccia protese presenta un ammasso sanguigno innanzi ad un’immagine di S. Berardo, che vedesi più in alto. Dicesi che quell’ammasso sanguigno rappresenti un bambino caduto disgraziatamente all’altezza del muro che fiancheggia la chiesa presso la porta d’ingresso, immediatamente morto e tutto deformato per la precipitosa caduta; e che presentato dalla madre innanzi all’altare del Santo, gli ritornasse la vita e la sanità; ma non si legge più la sottopostavi iscrizione. E’ questa nell’alto della parete laterale dal lato del vangelo. Nel basso della parete opposta si distingue per l’accuratezza dell’esecuzione di altro autore una pittura rappresentante un giovane uomo genuflesso, con le mani giunte e sollevate verso un’immagine del Crocifisso, il quale ha inchinato verso lui amorevolmente il capo e sotto vi si legge l’epigrafe - FABRIZIO DI AMBROSIO F.F. PER VOTO A.D. 1626. - Il significato di questa pittura non è per nulla oscuro nel paese, dove esiste la famiglia a cui quel Fabrizio apparteneva, e che ha preso poi il cognome di Barnabei; ed in essa si veggono fino al presente ripetuti i nomi di Fabrizio e di Ambrogio. Era dunque quel Fabrizio uno dei scherani, o come dicono, uno dei bravi dei principi Colonna ai quali apparteneva il feudo di Colli: ed egli dopo aver passata nel disordine una parte di sua vita; rientrato in sè stesso e compunto dal dolore de’ suoi peccati, si gettò ai piedi del Crocifisso, il quale rivolse verso di lui benignamente il volto, ed inchinò il capo in segno di misericordia » (6).
Nell’ultimo paragrafo del suo opuscolo egli pone a conoscenza il lettore di vari miracoli accaduti per l’intercessione del Santo vescovo, tra i quali ricorda: « Anche l’olio della lampada è preso sovente dai fedeli per ungerne infermi, ed affermano riceverne grazie; specialmente per quello stato morboso detto spina ventosa, che attacca le ossa e le corrode. Di tal male era affetto un tal Desiderato Petruccetti di Monte Sabinese, villa poco lontana da Colli, ed andato in Roma per curarsi, era stato risoluto doversi fare l’amputazione del braccio malato. A tal operazione non volle assoggettarsi, e licenziatosi dai professori curanti andò in Colli, visitò la chiesa di S. Berardo, unse coll’olio della lampada il braccio, ed in breve fu guarito. Al presente è libero; sicchè può occuparsi dei lavori di campagna, ed afferma esser guarito per intercessione del Santo » (7).

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1 – p. sella (a cura di), Rationes Decimarum Italiae. Aprutium – Molisium. Le decime dei secoli XIII-XIV, 1936 Città del Vaticano, Biblioteca apostolica vaticana, p. 51.
Alla stessa pagina dell’elenco sono ascritte anche le chiese di San Giovanni, San Nicola, Sant’Angelo e le chiese di San Salvatore e Santa Maria di Luppa.
Nello stesso anno, nel registro appare anche un ulteriore obbligo da parte di Oddo di Colli verso la Diocesi dei Marsi: « 709. Die predicta et loco dompnus Oddo de Collibus solvit dictis subcollectoribus pro decima huius anni VIIe [indictionis] pro se et omnibus ecclesiis et clericis Collis et Luppe in carlenis de argento duobus per tarenum computatis in argento tar. duodecim ». Ibidem, p. 43.
C’è da aggiungere che già nel 1308 il clero del castello di Colli versò la decima alla diocesi. « 405. Clerici castri Colle solverunt tar.XVIII ». Ibidem, p. 22.
2 – m. r. berardi (a cura di), Una diocesi di confine tra Regno di Napoli e Stato Pontificio. Documenti e regesti dal fondo pergamenaceo della Curia Vescovile dei Marsi (secc. XIII-XVI), in Deputazione abruzzese di Storia e Patria. Documenti per la storia d’Abruzzo, n. 18, 2005 L’Aquila, Edizioni Libreria Colacchi, pp. 135.
Alle successive citazioni, nella stessa pergamena, degli oneri dovuti dalle chiese di Colli, sarà solo iscritta la chiesa di San Giovanni.
3 – m. febonio, Historiae Marsorum, libri tres, 1677 Neapoli, apud Michaelem Monacum. Rist., Storia dei Marsi, 1991 Roma, Di Cristofaro Editore, vol. III, p. 219.
4 – p. a. corsignani, Reggia Marsicana: ovvero memorie tipografico-storiche di varie Colonie e Città antiche e moderne della Provincia dei Marsi e di Valeria compresa, 1738 Napoli, 2 vol. Rist. anast., 1971 Bologna, Forni Editore, lb. I, p. 247.
5 – a. di pietro, Agglomerazioni delle popolazioni attuali della Diocesi dei Marsi, vol. II, 1869 Avezzano, rist. anast. [s.d.] Avezzano, Studio Bibliografico Adelmo Polla, collana “Storia d’Abruzzo”, n. 1, vol. II, p. 75.
6 – p. panegrossi, Memorie storiche intorno a S. Berardo Cardinale, Vescovo e protettore principale della Diocesi de’ Marsi, 1867 Roma, Tipi della Civiltà Cattolica. Rist. 2011 Subiaco, Comune di Carsoli, p. 44.
7 – Ibidem, p. 45
 

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