COLLI

Colli di Monte Bove (AQ.), il Secolo Scorso

image
image
image
image
image
image
image
image
image
image
image
image

A Poitiers si celebra l'arte di governo di Berardo

Gli atti del colloquio di Poitiers 
La nuova Arte di Governo della chiesa di Berardo è stata al centro di un colloquio a Poitiers (Francia) nel mese di settembre 2008 con una comunicazione dello storico francese Jacques Dalarun, specialista della santità medievale.
In questo brillante saggio, l'eminente medievista anima il dossier di Berardo rintracciando attraverso varie fonti ma, seguendo principalmente la lezione dell'agiografia di Giovanni di Segni, il suo Cursus per poi soffermarsi sugli studi intrapresi presso il Capitolo di Santa Sabina ed al monastero benedettino di Montecassino. Segue un'attenta analisi delle strategie di potere polimorfe promosse dalla famiglia comitale dei Marsi, in un'epoca in cui era in atto uno scontro titanico tra il Papa e l'Imperatore per la supremazia temporale.
Il saggio di Dalarun in Italiano
Il capitolo più interessante è tuttavia dedicato al Berardo "ardente riformatore gregoriano": è mirabilmente delineata l'energica azione del vescovo dei Marsi per restaurare la disciplina della comunità dei canonici di Santa Sabina ma, è anche esaltata la straordinaria novità che rappresentò la nuova arte di governo di Berardo verso i propri fedeli e segnatamente con l'attenzione per i più deboli e i più bisognosi. Per far questo Berardo diede di nuovo senso a vecchie parole che avevano perso significato, proteggendo "tutti ed ognuno."
Assolutamente innovativa è l'indagine sulla caotica gestione della pratica di canonizzazione del defunto vescovo; sui tentativi di far fallire la Riforma e di svilire la produzione dei prodigi. Jacques Dalarun ci restituisce le aporie della Storia ridestandoci da quella soporifera illegibilità in cui ci avevano immerso le varie Vite lenificanti prodotte dalla storiografia locale su Berardo sin dal XVII secolo, ad opera soprattutto di chierici.
L'essenza di questa comunicazione, ampliata e ulteriormente approfondita, fu la traccia che il professore Jacques Dalarun seguì nella lectio magistralis che tenne a Carsoli il 30 Aprile 2010 su Berardo.
Il testo è stato, altresì, valorizzato nel volume Bérard des Marses (1080-1130): un éveque exemplaire, pubblicato nel 2013 dall'Università Sorbona di Parigi e nello studio dedicato alla ricostruzione filologica della leggenda, curato sempre dallo storico francese, per la Société des Bollandistes di Bruxelles.

Due fonti su Berardo all'Archivio Vescovile

La prima edizione stampata della Vita
La traduzione italiana dello Studio




















L'edizione francese dello Studio
Al termine della chiusura estiva dell'Archivio Vescovile di Avezzano, sarà possibile consultare due nuove fonti sulla Vita di Berardo. Si tratta della prima edizione stampata in latino della Vita redatta da Giovanni di Segni, nell'Italia Sacra di Federico Ughelli, sezione dedicata ai Vescovi Marsicani e curata da Nicola Coleti. Il volume è corredato da una copertina raffigurante il portale di Santa Sabina di Civitas Marsorum, l'odierna San Benedetto dei Marsi.
L'altra fonte  reperibile è il testo francese ed italiano dello studio che Pierre Toubert effettuò sulla Vita di Berardo nel primo Tomo della monumentale opera Les structures du Latium medieval..., e che ha vigorosamente proiettato la figura del vescovo dei Marsi nel vasto dibattito storiografico internazionale. Le due copertine dei volumi raffigurano dei dipinti che si trovano nel nostro paese e la scelta delle referenze iconografiche è stata fatta nell'intento di stimolare la curiosità dei ricercatori futuri a visitare Colli.

La 4.a edizione del Cammino del Volto Santo




La quarta edizione del Cammino del Volto Santo, promossa dal comune di Manoppello in collaborazione con associazioni locali, partirà dalla Città del Vaticano il 9 Maggio alle ore 10:30 in concomitanza con l'udienza papale del mercoledì. Arriverà a Manoppello il 20 Maggio dopo aver attraversato, tra il Lazio e l'Abruzzo, 30 comuni, 4 parchi nazionali e affascinanti percorsi storico-archeologici di particolare bellezza. Martedì 15 Maggio è previsto il passaggio nel nostro paese dei pellegrini.
Chiunque volesse partecipare all'iniziativa può visitare il sito http://www.camminodelvoltosanto.com/prenota dove troverà tutte le informazioni necessarie per prenotare. E' possibile aderire a tutta la marcia o ad una sola tappa.

Brigante sequestra due giovani di Colli (1876)

La prima pagina del rapporto
Di storie di brigantaggio nel nostro paese se ne sono raccontate molte. Quella che più colpì la mia immaginazione, nel corso dell'infanzia, fu la leggenda che narrava dell'esistenza di un inestimabile tesoro di monete d'oro sepolto dai briganti in località "Lopara" che, però, era custodito dal ...diavolo! Avevo sempre interpretato questi racconti come riti apotropaici ma la scoperta di questo documento presso l'Archivio di Stato dell'Aquila mi ha indotto a ricredermi sulla loro fondatezza.
La storia, che non ha un epilogo in quanto devo ancora decriptare alcune parti del dossier, inizia, verosimilmente i primi giorni di Settembre del 1876, in località Pozzo Catino: il toponimo è di difficile interpretazione nel testo a causa di una grafia irregolare ed approssimativa dell'esetnsore, potrebbe anche trattarsi di Pozzo Latino, dove due giovani pastori di Colli, Giuseppe Caroli di Gaetano e Giovanfilippo Anastasi di Mario, - identità confermate verificando due fonti diverse- vengono sorpresi nelle loro capanne da un brigante che minacciandoli con un fucile li prende in ostaggio e li conduce nella montagna. Entra in scena un altro personaggio, non si comprende bene come per la difficoltà ad interpretare la scrittura, Pietro Lauri, latore di un messaggio scritto che, asserisce di averlo avuto da un pastore "a lui ignoto", da consegnare a Gaetano Caroli e nel quale il figlio informa il proprio genitore di "...essere ritenuto dai Briganti e che esigevano per essere lasciato libero 500 Scudi. Soggiungendo che se il denaro non fosse stato trovato all'indomani i Briganti gli avrebbero tagliata un'orecchia [conserviamo la forma storica del documento, con l'evidente errore di ortografia] e il posdomani la testa." Nel messaggio veniva specificato che il denaro doveva essere portato a Camposecco di Camerata, dove riferiva il rapporto dei Carabinieri di Carsoli, "...pare abbiano i Briganti condotti i due giovani." I militi riferivano anche che Gaetano Caraoli era in attesa di ulteriori sviluppi della vicenda.

La chiesa di S. Nicola detiene abbazia di Luppa

La scheda di Tomassetti della Bolla
La chiesa S. Nicola di Colli, ha detenuto dal XVIII secolo, l'abbazia noncupata di Luppa in virtù di una Bolla del papa Benedetto XIV del 30 Ottobre 1754.
In passato sull'argomento era intervenuto, autorevolmete, varie volte Il Foglio di Lumen, limtando, tuttavia, la propria ricerca alla presenza di una chiesa S.Maria di Luppa. Con questo documento che pubblichiamo si attesta che in realtà i ruderi ancora esistenti sono le vestigia di un'abbazia noncupata che aveva al suo interno un altare dedicato alla Vergine.
Il documento vaticano delinea la storia dell'edificio di culto, risalendo all'attribuzione temporanea a Fabrizio Colonna, Contestabile del regno di Napoli nel "...Pridiae Kalendas Octobris anno quintodecimo..." e viene evocata anche la finalità "...pro militibus." E' lo stesso esponenete della prestigiosa famiglia a richiedere, in seguito, l'attribuzione delle rendite di questa terra alla chiesa Parrocchiale di Colli "...ecclesiae suoi Patronus." In una data non precisata ed essendo la sede "...vacante per obitum.." la Diocesi dei Marsi ne attribuisce lo ius patronatus ad un certo Laicone descritto nel documento come "...nobilum et altissimus iudicet..."  In un'epoca sempre non precistata subentra "per obitum... Thomas Bernardini... ultimi Possessoni", per quindi finalmente essere retrocessa dalla Diocesi "...at Parochialis Ecclesia sancti Nicolai Barensis noncupati terra Collius."
L'incipit della Bolla

La rendita annua di IV Ducati viene attribuita a "...Caietanus De Carolis Presbitero." In altra parte del documento il fruitore dei canoni viene individuato con il patronimico "Caietano de Caroli". L'elenco dei sacerdoti del nostro paese presente nell'Archivio vescovile di Avezzano individua, per quel periodo, la titolarità della chiesa di S. Nicola, nella figura di "Gaetano Caroli". Ora è noto che a Colli sono state residenti sia la famiglia De Carolis, oggi estinta, che Caroli, ancora presente; pertanto questa duplicità del documento pubblicato ingenera qualche confusione; ma, gli elementi raccolti fanno propendere per l'ipotesi che l'Arciprete in carica pro tempore alla chiesa parrocchiale di S. Nicola di Bari, fosse effettivamente Gaetano Caroli.
Ringrazio la Sovrintendenza dei beni Archivistici del Lazio, Archivio Colonna, Monastero di S. Scolastica, Subiaco, per l'autorizzazione concessa a riprodurre il documento; nonché gli Eredi Colonna.

Escursione estiva: ascesa monte Midia (1737 m.)

La sommità del Monte Midia in un disegno originale
Ai tanti amici che gremiranno il nostro paese nel mese di Agosto e che, dopo qualche giorno di permanenza, inizieranno ad annoiarsi per la monotonia del soggiorno, proponiamo questa escursione estiva, di difficoltà media, che, se effettuata al levar del sole, si rivelerà un'esperienza indimenticabile per l'eccezionale bellezza del paesaggio che si potrà contemplare durante l'ascesa ed alla sommità del monte Midia.
Si consiglia di utilizzare la macchina per arrivare al camping di Marsia e parcheggiare un pò prima della barra metallica che delimita la strada per raggiungere il Pian del Pozzo. I più ardimentosi potranno fare questo percorso a piedi da Colli calcando le orme dei pellegrini che nel mese di Luglio si recano al santuario della SS. Trinità di Vallepietra. Appena cento metri dopo si lascia la strada per inoltrarsi nel sentiero che penetra nel bosco, sulla destra. Seguire accuratamente il tracciato tenemdosi sempre verso l'alto, tralasciando il sentiero marcato dal più forte tropismo. All'interno del bosco si potrà apprezzare una brezza mattutina rigenerante e, se si è fortunati, degustare qualche fragolina appena sbocciata. Dopo circa settecento metri si scollina su un costone brullo da dove si vede già la vetta del monte Midia. I passeggiatori più attenti noteranno un sentiero delimitato, saltuariamente, da bande verticali rosse: è la master line che vi consentirà di arrivare alla cima utilizzando il percorso più breve.
La Valle della Dogana
Durante l'ascesa sono consigliate brevi soste per apprezzare lo scenario che avete intorno: dietro di voi la Valle della Dogana in questo periodo, di primo mattino, avvolta dalle nebbie, spettacolo insolito. La scena è dominata dal monte Padiglione. Alla vostra destra (Sud) potrete ammmirare la faggeta più estesa d'Europa con i vari tratturi che conducono alla fonte di San Nicola, al santuario della SS. Trinità, a Pereto. Riprenedendo il cammino si è attratti dalla flora del monte caratterizzata da una prevelanza di piante di Genziana e del pericoloso Velabro bianco, perfettamente identico alla Genziana -eccetto nella disposizione dei rami che è asimmetrica-, le cui radici sono velenose e provocano la morte dell'uomo, se erroneamente utilizzate per fabbricare il celeberrimo amaro.
Il vero spettacolo vi aspetta alla sommità del monte: ad ovest si notano con distinzione Oricola, Riofreddo, Licenza, Tivoli, quando non c'è foschia, anche la periferia Est di Roma. Ruotando lo sguardo verso Nord-Ovest sono perfettamente visibili i monti reatini, il Velino, i campi coltivati del Fucino ed uno skyline mozzafiato sin verso Cocullo. Il tempo necessario per l'ascesa è di circa 1 h.

E' consigliabile un primo ristoro non troppo frugale; riprendere il cammino seguendo il medesimo percorso dell'ascesa e giunti in prossimità del sentiero che s'immette nel bosco, continuare in avanti sino a raggiungere un sentiero molto ampio, solcato dal passaggio di fuoristrada. Giungere sino in fondo alla valle dove il sentiero si trasforma in un alveo di fiume tributario di fenomeni meteorici stagionali; costeggiarlo sulla destra o sulla sinistra (è indifferente) e dopo circa 500 m. si raggiunge Pian del Pozzo (foto in basso).
Pian del Pozzo con sullo sfondo il monte Midia

Qui si potrà di nuovo bivaccare in un rifugio attrezzato con camini per barbecue e tavoli in legno. Dopo una sosta a piacere si percorre la strada principale che ricondurrà, dopo circa 1 h. di cammino, nel luogo di sosta della macchina, in prossimità del camping.
 

Disclaimer

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.