COLLI

Colli di Monte Bove (AQ.), il Secolo Scorso

image
image
image
image
image
image
image
image
image
image
image
image

Correlazione tra le famiglie Panegrossi e Segna

Il documento, presente all'Archivio Vescovile di Avezzano, che attesta la correlazione tra le famiglie Panegrossi e Segna
Il 9 Ottobre 2012, il Dr. Gabriele Baldelli, archeologo ed ex Soprintendente per i Beni Archeologici dell'Umbria, mi inviò una email, chiedendomi se ero a conoscenza di eventuali correlazioni parentali tra le famiglie Panegrossi di Colli di Monte Bove e Segna di Poggio Cinolfo (Giuseppe Segna fu vescovo dei Marsi dal 3 Maggio 1824 all'8 Marzo 1840). Queste notizie gli erano necessarie per completare una sua ricerca storico/antiquaria sulle due prestigiose famiglie.
Risposi che il mio interesse per lo studio della famiglia Panegrossi era dovuto al fatto che aveva determinato il destino storico del mio paese per almeno centocinquanta anni e che, talune ricostruzioni oliste che avevano caratterizzato quel periodo, mi erano da stimolo per continuare la ricerca, ma che, purtroppo, in quel momento, non ero in possesso di informazioni che comprovassero il legame di parentela tra le due famiglie.
Una recente visita all'Archivio Vescovile di Avezzano mi ha consentito di fare questa scoperta e attestare la correlazione di parentela tra le due famiglie che il Dr. Baldelli ricercava. Tuttavia, come spesso, accade nella ricerca, il caso è stato una necessità e soltanto lo scrupolo dell'anonimo amanuense che redasse il libro delle Famiglie di Colli dal 1839 al 1879 ci ha consentito di raggiungere questo risultato: infatti, come mostra il documento che pubblichiamo in alto, Giacomo Panegrossi, figlio di Giò Nicola Panegrossi e Maria Speranza Latini, nato il 4 Marzo 1834, sposò in prime nozze Vittoria Tomei ed in seconde, Margherita Trojani, figlia di Angelo Trojani, di Petrella Liri e di Marianna Segna di Poggio Cinolfo.

Un'ipotesi di Albero Genealogico della famiglia Panegrossi

di Giovanni Anastasi
Cultore di Storia Locale


Le risorse artigianali di Colli nell'antichità

L'interno del laboratorio di un Fabbro
La consultazione degli archivi civili di Colli del XIX e XX secolo si rivela particolarmente edificante per individuare i vecchi mestieri artigianali che erano diffusi nel nostro paese.
Le professioni prevalenti erano quelle del Bracciante e del Coltivatore; tuttavia non è infrequente imbattersi in mestieri come Lanaio, Caldaio, Sarto, Fabbro Calzolaio, ecc. a testimonianza di una certa propensione verso l'imprenditoria artigianale.
Ora troviamo un'ulteriore conferma di questo dinamismo economico in due brevi passaggi presenti nel manoscritto di ANTONIO ZAZZA, Notizie di Carsoli, Pietrasecca 1998, che per gentile concessione del Presidente dell'Associazione Lumen, don Fulvio Amici, abbiamo potuto visionare nell'unica copia-master presente in archivio.
La prima informazione, contenuta nel foglio 4v (pagina 13 del testo stampato), riguarda un mastro Gervasi di Colli che rialzò di un terzo la torre campanaria della chiesa di Santa Vittoria di Carsoli, sottolineando che l'artigiano: "...lavorò nella sagrestia di San Pietro in Roma...".
L'altra notizia interessante la troviamo nel foglio 6r, (pagina 15 del testo stampato) in cui si afferma che: "La chiesa di S. Antonio Abate poco fora le mura di Carsoli col suo ospedale dicono fondata coi beni di una tal carseolana andata a marito in Colli, e coi beni di suo marito...".  E' una prova indiretta di come Colli tra il XVI e XVIII secolo fosse il paese economicamente più florido della nostra zona e che una sua cittadina potesse elargire alla collettività risorse finanziarie per costruire una chiesa con annesso l'ospedale.

Terminus ante quem sulla chiesa di S. Rocco

La Chiesa di San Rocco
Le fitte nebbie che avvolgevano la storia della costruzione della chiesa di San Rocco a Colli di Monte Bove, collocata all'entrata occidentale del paese, si vanno, gradualmente, diradando e oggi possiamo citare un documento presente presso l'Archivio Vescovile di Avezzano, che ci consente di stabilire un primo terminus ante quem sulla data di edificazione dell'edificio sacro.
Matteo Caroli accedeva alla carica di curatore delle chiese di San Berardo e di San Rocco di Colli nell'anno 1697 (D 128). Questa citazione significa che a quella data la chiesa di San Rocco era già esistente ed aveva una qualche rilevanza, per giustificare la nomina di un curatore sia pur incaricato anche della tutela della chiesa dedicata al vescovo dei Marsi.
Infine questa data si colloca in un arco temporale che suffraga, ulteriormente, l'ipotesi che avevamo formulato in un precedente post, sulla probabile edificazione della chiesa in un'epoca immediatamente successiva alla grande pandemia di peste che colpì il Regno di Napoli nel 1656.

Fondo Berardo nell'archivio vescovile

L'edizione filologica della Vita di Berardo
Comunicazione al congresso di Poitiers




















Molto presto l'Archivio Vescovile di Avezzano si arricchirà di un Fondo dedicato a Berardo dove verranno raccolti tutti i documenti ed i testi pubblicati su Berardo. L'idea nacque nel Marzo scorso quando nel tentativo di perorare un eventuale inserimento nel programma dell'otto per mille gli interventi successivi da realizzare nella chiesa di San Berardo di Colli di Monte Bove per recuperare totalmente gli affreschi presenti nel luogo sacro (progetto piuttosto difficile da realizzare perché la chiesa non è inserita né nell'elenco dei Patti Lateranensi, né dalla successiva integrazione del 1986 e quindi non è sotto la giurisdizione del vescovado), il Cancelliere Ennio Grossi mi manifestò l'esigenza di raccogliere presso l'Archivio Vescovile tutti i testi che avevo portato per sensibilizzarlo sul dibattito storiografico internazionale animato intorno alla figura di Berardo come modello arcaico di vescovo tipicamente gregoriano, in modo da poter mettere a disposizione dei ricercatori futuri le fonti e la bibliografia raccolte.
Accettai l'idea con entusiasmo e da quel giorno ho lavorato per reperire soprattutto le pubblicazioni in lingue straniere e, con una certa ragionevolezza, oggi possiamo dire che il Fondo sarà così costituito:

a) - Sezione Internazionale
1) - P. TOUBERT, Les structures du Latium médiéval, Le Latium méridional et la Sabine du IX siècle à la fin du XII siècle. Roma, 1973
2) - J. DALARUN, Bérard des Marses (1080 - 1130) un éveque exemplaire, Paris, 2013
3) - J.DALARUN, Vie et miracles de Bérard éveque des Marses, Bruxelles, 2013
4) - J. DALARUN, Berardo dei Marsi un modello episcopale gregoriano, Carsoli, 2010
5) - J. DALARUN, Bérard éveque des Marses. Un art de gouverner, in Hagiografia, idéologie et politique au Moyen Age en Occident, Turnhout, 2012
6) - J. HOWE, St. Berardus of Marsica (d. 1130) "Model Gregorian Bishop", in JOURNAL OF ECCLESIASTICAL HISTORY, 58 (2007), p. 400-416

b) - Sezione Storici Italiani
1) - Z. ZAFARANA, Berardo, santo, Roma, 1966
2) - S.B. GAJANO, Berardo Vescovo dei Marsi, tra agiografia e storia, Roma, 2002
3) - F.UGHELLI, Italia sacra, ed.Coleti, Venezia, 1717

c) - Sezione Storici Locali
1) - P.A. CORSIGNANI, Reggia Marsicana, Napoli, 1738
2) - P. PANEGROSSI, Memorie storiche intorno a San Berardo Cardinale, Carsoli, 2011
3) - D. GIARDINI, San Berardo. Vita, leggende,miracoli, culti e reliquie, Cerchio, 2001
4) - F. F. ZAZZERA VINCENZO AMENDOLA, Berardo, servo scelto. Chosen servant, Marino, 2015
5) - M. ANASTASI, Sui toponimi sconosciuti presenti ne La vita del beato Berardo dei Marsi, in Aequa, 43 (dicembre 2010), p. 13-17

d) - Sezione Fonti Documentali
1) - BIBLIOTECA CASANATENSE, MS 2375, f. 77-167, M. FEBONIO, Dei santi Marsicani
2) - ARCHIVIO DELLA CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI, Sacrae ritum Congregationis ab anno 1801 ad annum usque 1802
3) - ARCHIVIO DELLA CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI, Sacrae ritum Congregationis decreta in causis servorum Dei, 1905.

I Pellegrini del cammino del Volto Santo a Colli

I Pellegrini all'ingresso di Colli
di Giovanni Anastasi
Cultore di Storia locale

Domenica 10 Maggio 2015, Colli di Monte Bove ha accolto i pellegrini del Volto Santo. Erano partiti da Roma, ripercorrendo il cammino (così narra la Leggenda) che fece un misterioso pellegrino da Roma a Manoppello (PE) nel 1506 con la reliquia del Volto Santo, un'immagine acheropita (cioè non disegnata dall'uomo) che raffigurerebbe il volto di Cristo.
La stessa è stata da alcuni identificata con il Telo della Veronica, conservata oggi nella Basilica del Volto Santo di Manoppello. Il cammino partito precisamente da Piazza San Pietro il 6 Maggio si è concluso il 16 Maggio con rientro alla basilica in occasione dei festeggiamenti del Volto Santo e i pellegrini, ove possibile, hanno ripercorso il tracciato originario. Tale iniziativa, sponsorizzata dal comune di Manoppello con la partecipazione di altre Associazioni come il CISC (Centro Iniziativa Socio Culturale) ha visto l'adesione di oltre venti Comuni tra Lazio e Abruzzo che hanno messo a disposizione strutture per ospitare i pellegrini; tale iniziativa (sul modello del famoso Cammino di Santiago di Compostela) dovrebbe contribuire alla rinascita e la rivalorizzazione di paesi in via di spopolamento -come ci ha spiegato Stefania D'Annunzio  del CISC- e potrebbe contribuire alla ripresa economica del nostro territorio, sfruttando una delle maggiori risorse dell'Abruzzo, ossia il turismo.
Visita Chiesa Madonna della Speranza (foto: A Barnabei)
I pellegrini che sono arrivati a Colli verso le ore 10:30, sono stati accolti in località Fontevecchia. La giornata è proseguita con una rapida visita del paese, iniziando dalla pieve di San Rocco, patrono peraltro dei viandanti, la visita della parte rinascimentale con il palazzo dei Colonna e la Dogana; la visita delle nostre chiese (San Berardo e San Nicola), sono rimasti affascinati soprattutto da quello della Madonna della Speranza per via della piccola copia (però quella Sindonica) del Volto Santo conservata sull'altare della chiesa stessa, oggi di proprietà della famiglia Mantica. Il giro si è concluso con la visita al castello dei Conti dei Marsi, situato nella parte più alta del paese, da dove i pellegrini hanno potuto ammirare lo stupendo panorama. Infine, prima della partenza verso Tagliacozzo, i pellegrini sono stati ospitati nell'ex edificio scolastico con un pasto offerto dalla Confraternita di San Berardo, con la collaborazione della Pro-Loco.
Il ristoro di un cavallo della compagnia a Colli 
Trattandosi della prima edizione (anche se alcuni di loro fanno il cammino da molti anni) si spera che questa iniziativa venga sostenuta e, come già detto, si possa creare un cammino sul modello di quello di Santiago, cioè non imposto con date e orari ma da percorrere liberamente, con la possibilità di sostare nei luoghi preferiti da ogni singolo partecipante e, per questo, considerando le numerose risorse artistiche, storiche e religiose di Colli di Monte Bove, potrebbe rappresentare un'opportunità unica per il rilancio del nostro piccolo paese.
...noi intanto il primo passo (per rimanere in tema) lo abbiamo fatto...

I RINGRAZIAMENTI DI EMANUELE DE LUCA (Consigliere Turismo Comune di Manoppello)


La presentazione degli affreschi a S. Berardo

La D.ssa Piera Ferrazzi nel suo intervento (Foto: A. Barnabei)

Il giorno 1 Maggio 2015 alla presenza di un folto pubblico, attento e competente, ha avuto luogo la presentazione degli affreschi riportati alla luce nella chiesa di S. Berardo di Colli di Monte Bove e riguardanti i miracoli che il Vescovo dei Marsi ha compiuto nel nostro paese.
Il Miracolo di F. Di Ambrosio (Foto: A. Barnabei)
Dopo una breve introduzione storica dell'estensore di queste note, la D.ssa Piera Ferrazzi, coordinatrice del gruppo di restauratrici che per sei mesi ha operato sulle pareti della chiesa, ha chiarito l'ipotetica ispirazione artistica della campagna pittorica suggerendo delle aree di ricerca molto interessanti sulla possibile temperie nella quale sono stati concepiti i tre temi completi sinora recuperati.
L'affresco del Miracolo del bambino (Foto: A. Barnabei)
L'analisi stratigrafica ha rilevato che, almeno per i due dipinti del lato opposto al Vangelo (secondo la disposizione dell'Altare Maggiore nel secolo scorso), si possono ipotizzare committenze coeve, risalenti al primo quarto del secolo XVII.
Da segnalare, infine, che lodevole era stata, in mattinata, la presentazione degli affreschi che il Cancelliere della Curia Vescovile di Avezzano, don Ennio Grossi aveva fatto al Vescovo Pietro Santoro, insistendo su carattere di primo intervento del recupero.
Da questo Link  https://youtu.be/CsRiJ22HxL8
è possibile visionare il video girato da Giovanni Anastasi  a Pescina dopo la ricognizione canonica operata sul corpo di Berardo.


Editoriale

Berardo recuperato dalla Politica

E' tradizione che alle manifestazioni in onore di Berardo presenzino le autorità civili e militari, in particolare i Sindaci. Questa attenzione verso il Vescovo dei Marsi era interpretata, sinora, come il giusto tributo che le popolazioni continuavano a manifestare alle opere e alle azioni di Berardo, attraverso i loro legittimi rappresentanti.
Senonché, da qualche tempo, si osserva uno sgradevole recupero della politica della figura di Berardo per procurarsi consenso tra i fedeli: Sindaci che annunciano sul sagrato delle chiese la loro non ricandidatura; arrivisti che si servono di Berardo per scalare la piramide sociale.
Berardo in tutta la sua vita ha incarnato valori universali e non di parte; si preoccupava di "tutti ed ognuno" e non solo dei suoi seguaci, essendo sempre stato attento a proteggere i deboli, i poveri, le persone oneste che subivano soprusi.
Infine mi sia concessa una nota personale.
Spesso mi si attribuisce l'etichetta di "Storico", mentre, al massimo, posso essere considerato un modesto appassionato di Storia locale. Capisco che per chi confonde la casa Editrice Laterza con una classe scolastica (la Terza, la Quarta, ecc.) la differenza possa apparire soltanto semantica e, quindi irrilevante, ma il rispetto che ho per il duro lavoro del ricercatore storiografico, mi rende l'amalgama insopportabile e mi ha spinto a fare questa precisazione.
Maurizio Anastasi
 

Disclaimer

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.