COLLI

Colli di Monte Bove (AQ.), il Secolo Scorso

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La torre del castello non potrà più collassare

La torre del castello di Colli dopo l'intervento
La torre del castello di Colli lo scorso inverno




















Per molto tempo i cittadini di Colli di Monte Bove si sono chiesti quale utilità avesse per il  paese l'Ammistrazione separata dei beni civici (spesso ho ascoltato opinioni fortemente negative sul suo operato); senonché, da qualche tempo, e, dietro l'impulso del dinamico presidente attuale, Mario Dionisi, questa istituzione sta acquisendo un prestigio ed un ruolo altamente meritorio nella conservazione del patrimonio artistico/culturale del nostro paese.
Nel 2012, in occasione dell'arrivo del corpo di Berardo a Colli, finanziò un'accurata e oculata prima sistemazione dei resti dei massi ciclopici che giacevano in prossimità del castello. In precedenza aveva già provveduto a diradare quei pini che, purtroppo, ancora in gran quantità disturbano la vista della fortezza e che non consentono all'osservatore esterno di apprezzarne la polisemia degli elementi architettonici, veramente singolari (Il radicamento di questi alberi nei primi anni sessanta del secolo scorso fu promosso con il cosiddetto Piano Fanfani per l'occupazione giovanile).
Questa primavera l'Amministrazione separata dei beni civici, raccogliendo l'appello pressante e preoccuoato di alcuni abitanti di Colli, è intervenuta con un piano di risanamento che ha impedito il collasso strutturale della torre, il nucleo più antico e originario intorno al quale in seguito è sorto il Castello dei conti dei Marsi. L'opera conservativa non è esente da qualche critica perché, in alcune parti, non ha rispettato la tecnica costruttiva precedente, alterando parzialmente la leggibilità del complesso. Ma siccome nella vita pratica, come sosteneva un illustre economista del Novecento, professore di Economia Politica all'Università "La Sapienza" di Roma, "non si può avere contemporaneamente il burro ed i cannoni", siamo ben lieti che sia stato salvaguardato l'essenziale: cioè che la Torre del Castello dei conti dei Marsi di Colli eviterà un collasso strutturale al quale era sicuramente condannata senza questa tempestiva azione.

La chiesa di S. Berardo sarà splendida

Affreschi chiesa S. Berardo - Particolare (foto: A. Proietti)
L'ultimo ostacolo burocratico che si frapponeva al progetto dell'Amministrazione Separata degli Usi Civici di Colli di Monte Bove, di riportare alla luce gli affreschi della chiesa di S. Berardo -fatti occultare alla fine del seicento dall'allora vescovo dei Marsi- è stato superato. La scorsa settimana il Presidente del consesso collese Mario Dionisi, ha riceveuto il definitivo placet della Soprintendenza per i beni Architettonici e Paesaggistici dell'Aquila per richiedere i progetti di esecuzione dell'opera sulla base del cahier de charge economico/esecutivo approntato, con consulenza gratuita, dell'architetto Roberto Ziantoni del Comune di Carsoli.
I lavori dovrebbero iniziare nel mese di giugno e potrebbero essere conclusi entro la fine dell'estate: si apprezzeranno, così, i due miracoli inediti di Berardo; la conversione di un bravo dei Colonna ed il ritorno in vita di un bambino di Colli perito nella piazza antistante la chiesa dedicata al Beato.
La stima dei lavori scaricabile in PDF
Questo progetto di recupero dovrebbe, altresì, essere accompagnato da un'altra iniziativa della precedente Amministrazione comunale, presieduta dal dottor Mario Mazzetti, per promuovere la pubblicazione di un volume dedicato ai nuovi affreschi e più in generale all'iconologia di Berardo, edito dalla società Viella e redatto dall'eminente storico Sofia Boesch Gajano. Sei pannelli turistici, in tre lingue, (tre saranno offerti dal nostro concittadino benemerito dottor Romolo Di Carlo) saranno dislocati nei pressi dei monumenti più significativi di Colli.
La Regione Abruzzo ha erogato, quindi è già disponibile per essere impiegato, un finanziamento di € 1.000 nell'ambito del bando Itinerari della Fede. L'attuale Giunta del comune di Carsoli, guidata dal dottor Domenico D'Antonio, si sta prodigando per ricercare gli strumenti di copertura della restante somma (€ 4.000) in modo da rendere esecutivo il progetto ed inserirlo nel prossimo bilancio di previsione del comune di Carsoli.

Ricognizione canonica sulla salma di Berardo

La salma di Berardo a Pescina
Da fonti autorevoli vicine alla curia vescovile di Avezzano apprendiamo:
Il prossimo anno il corpo di Berardo, che si trova a Pescina nella chiesa Santa Maria della Grazie, sarà sottoposto a ricognizione canonica.
Il procedimento consisterà nel redigere una minuziosa descrizione e catalogazione dei paramenti della salma nonché di tutte le reliquie attuali afferenti ad essa. Al termine della ricognizione canonica Berardo verrà rivestito con abiti risalenti all'epoca della sua morte (1130), appositamente ricostruiti.

C'è un pò di Colli nella nuova Letteratura Italiana

Copertina
Tra gli autori emergenti della letteratura italiana contemporanea c'è anche Emanuele Velluti, nelle cui vene scorre un pò di sangue collese, che con questa sua ultima fatica letteraria, è al secondo romanzo pubblicato.
In Sovrastare il Destino, il nostro autore immagina un racconto fantastico i cui eroi sono personaggi tratti dalla realtà quotidiana e personificati dai suoi amici più cari. Si ritrovano i temi consueti trattati da Emanuele ma ci sembra che la scirttura sia più matura e notevolmente più intimista.
Nella medesima pagina anche le istruzioni per scaricare l'applicazione per la lettura gratuita degli e-book in formato Kindle.
La versione epub è in download gratuito qui

Atto rogato dal notaio De Simeonibus (1724)

Berardino de Simeonibus, o Bernardino dè Simoni, altre volte Berardino Simeoni - c'è una sorta di nomadismo anagrafico sull'onomastica -, notaio apostolico di Colli, rogò l'atto di concessione della Corona d'Oro all'immagine della Madonna dei Bisognosi del Monte Carsoli, nella Basilica Vaticana il 5 Novembre 1724.


Il documento è redatto con una grafia nervosa ma di facile interpretazione, attesta la concessione del privilegio alla sacra reliquia utilizzando le formule sacramentali dell'epoca.

Il castello di Colli in un documento perduto

Il castello di Colli nella genealogia della famiglia  De Leoni
Questo particolare del castello di Colli, estratto da un antico albero genealogico della famiglia De Leoni di Carsoli della seconda metà dell'Ottocento, che purtroppo è stato trafugato, ci fornisce elementi non irrilevanti sulla struttura architettonica della fortezza.
L'entrata del castello era più al centro della parete sud (infatti un'attenta ricognizione del luogo consente ancora di osservare le basi di un manufatto antistante l'ingresso) e la torre, probabilmente il nucleo originario di tutto il complesso difensivo, era molto più alta dei resti attuali a conferma di un'ipotesi storico-architettonica suffragata dall'osservazione di altri castelli  presenti nella Marsica occidentale.
Il castello di Colli in una foto successiva agli anni trenta del secolo scorso
L'altro documento che pubblichiamo illustra la polisemia degli elementi architettonici delle torri poste ai lati delle mura di cinta (a volte quadrate, in altri casi circolari) e segnala, altresì, l'evoluzione delle tecniche di costruzione nel corso dei secoli, applicate ad un baluardo difensivo collocato in un lugo di eccezionale importanza strategica.
Entrambe le referenze fotografiche ci sono state fornite da Antonio Proietti che si ringrazia.
 

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