COLLI

Colli di Monte Bove (AQ.), il Secolo Scorso

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Chiuso per vacanze (Meritate?)


I... "Fuochi" di Colli di Monte Bove

Non si tratta di...fuochi pirotecnici nè di ipotetici incendi appiccati da fantomatici piromani ma, dello strumento di tassazione più importante vigente nel Regno di Napoli di cui Colli faceva parte.
Attraverso i dati che abbiamo raccolto, sul pagamento di questo tributo, dimostreremo che dalla fine del 1400 e sino agli inizi del 1700, Colli è stato, di gran lunga, il paese economicamente più dinamico del carseolano e che ha goduto di una ricchezza pro-capite (forse sarebbe più opportuno utilizzare l'indicatore pro-famiglia) più alto della zona.
Già i Romani utilizzavano la voce Focus per indicare una famiglia. L'Editto di Rotari intende per Focus "quel luogo delle abitazioni destinato ad accendersi il foco". Firenze codificò nel 1351 il  Fuoco come composto da una famiglia di circa 5 persone. Nel Regno di Sicilia Afonso I (1445), eleva a Ducati 3 l'esazione per ciascun Fuoco comprese "le concubine moram seu foculaia facerunt". Nel 1460 Ferdinando I ordinò il censimento dei beni del regno e che si pagasse l'imposizione in "ragione della facoltà di ciascuno".
Da questo breve escursus storico si può comprendere che per numero di Fuochi s'intende quello delle famiglie che ogni paese annoverava nel suo interno.
Fig. 1 - Il tracciato della Valeria da Tibur (Tivoli) ad Alba
Quando sotto il regno di Ferdinando I venne fatto ordine che "tutte le mercanzie introdotte nella Dogana di Napoli, e suo Distretto, vi si dovesse mettere il bullo di piombo di fresco ordinato dal Re, da una parte avendovi scolpito le armi regali e, dall'altra quella del regno, e  sotto il nome del Doganiere. Pubblicato nel dì 28 Ottobre 1472", Colli che già doveva godere di qualche privilegio ecclesiastico -ancora oggi la Diocesi dei Marsi classifica il nostro paese come sede di Arciprete- (vi erano almeno tre chiese: quella dentro il Castello, quella dedicata a San Nicola di Bari e quella di San Berardo; il Santuario di Sant'Angelo che, se dobbiamo prestare fede allo studioso abruzzese Melchiorre, era meta di pellegrinaggi da tutta l'Italia centrale, nel Basso e Tardo Medio Evo; il Breve  di Clemente VII, antipapa, Privilegium o Notitia secondo altre fonti, ci conferma che il territorio di Colli si estendeva anche nella Valle di Luppa); venne ad assumere un'importanza vitale per la posizione geostrategica che occupava sulla Via Valeria (Fig. 1), diventando Posto di Dogana per i traffici di merci che dal territorio della Campagna di Roma si dirigevano verso le rive dell' Adriatico (Fig. 2).
Fig. 2 -N. Sanson 1648 - Confine tra Stato Pontificio e Regno di Napoli
Fig.3 - Arco de N'Dreone
La prima sede della Dogana probabilmente è stata questa (Fig. 3). Infatti è il solo Arco che si trova sull'antica Valeria e la cui presenza si giustifica esclusivamente con le sue funzioni fiscali. Oltre ad essere inserito in un complesso architettonico molto più ampio, la   maestosità, la ricercatezza del manufatto fanno propendere per l'ipotesi di un utilizzo ...regale; nulla imponeva la sua costruzione: nè la funzione di sottopasso (manifestatamente inutile), nè la funzione di raccordo tra due immobili posti ai lati della strada e riuniti da un unico proprietario (in questo caso la costruzione sarebbe stata più modesta). Ci sono molti altri esempi di archi e sottopassi a Colli ma la loro realizzazione è stata resa necessaria per assicurare il collegamento tra due strade o per consentire l'accesso a edifici e terreni finitimi: una
Arco rione Castello
 sola eccezione si ha nel rione "Castello", tuttavia siamo in presenza di una costruzione bassa, angusta, disadorna dove la finalità utilitaristica è manifestatamente espressa (foto a destra).
Altri elementi rafforzano la tesi che l'Arco de Ndreone sia stato la prima sede della Dogana:
L'immobile costruito sopra l'arco ha conservato una polisemia di elementi che rendono evidente la sua funzione di punto di osservazione che dal lato Ovest consentiva di spaziare per tutta la vallata che collega Colli a Carsoli e, dal lato Est lo skyline era fissato oltre la località "La Petrella".
L'edificio situato sul lato Sud della strada, malgrado gli interventi normativi dell'uomo nel corso dei secoli, ha conservato l'aspetto di un complesso buio, tetro, con soffitti altissimi le cui funzioni di magazzino o di deposito appaiono evidenti. Alla destra dell'ingresso una scala ampia immette in un antro sotterraneo che conserva l'aspetto di un carcere.
Sul lato Nord, sopra l'ingresso della cantina di "Ndreone", è ancora possibile osservare un'insegna in muratura che testimonia la presenza di un'osteria. All'interno, scavata nella roccia, c'è una caverna la quale per la sua conformazione, consentiva di tenere al fresco cibi e bevande.
Pertanto, la presenza di un arco sulla Valeria non aveva altra giustificazione che come posto di Dogana; la struttura sovrastante modellata in forma di torre di avvistamento; la presenza di un deposito per le merci, di un carcere e di un'osteria-albergo per il ricovero degli avventori, sono tutti elementi funzionali che fanno propendere per l'ipotesi che "gl'arco de Ndreone" sia stato la prima sede della Dogana di Colli.

Tre Cartografie (1600-1750) con Colli


Carta, non datata, proveniente dalla Bibliotheque National de France di Sumptibus Hanrici Hondii (Amstelodami) 1600-1699. Colli è individuato come Colle anche se il cartografo lascia trasparire una leggera incertezza sull'importanza del nostro paese perchè riporta la lettere iniziale "C" sia in lettera capitale che piccola. Nessun altro paese del distretto di Carsoli è rappresentato.




1708 - Provenienza: Bibliotheque National de France. E' opera del cartografo Fer, Nicolas de (1688 - 1766). Abruzze Ulterieure: Colli è individuato come Colle e collocato con approsimazione sulla carta,probabilente per ragioni tipografiche; ancora una volta nessun altro paese del distretto di Carsoli viene rappresentato.


1750 - Provenienza: Bibliotheque National de France. Cartografo: Robert de Vaugondy, Gilles (1688 - 1766). Abruzze Ulterieure: Colli rappresentato come Li Colli. In questa carta per la prima volta appare Carseoli distr. (sicuramente Carseoli distretto) ma nessun altro paese limitrofo.

Il castello di Colli venduto agli Orsini (1327)

Con il Decreto del 1327 (collegamento ipertestuale per vederlo), proveniente dal Regesto_De Cupis dell'Archivio Storico Capitolino di Roma, il Re Roberto di Sicilia presta il suo assenso per la vendita della sesta parte del castello di Colli, posto nel giustiziarato degli Abruzzi, fatta dal figlio Ottaviano a favore di Orso de filiis Ursi.
Questo documento rappresenta anche la fine della dominazione dei Conti Berardi, che tanto lustro avevano dato al nostro paese, San Berardo era nato in questo castello, e l'inizio di un'epoca buia fatta di spoliazioni e di completo assoggettamento alla rapacità delle famiglie Orsini prima e Colonna poi.
(Breve di Clemente VII, antipapa, datato da Avignone, col quale conferma a favore di Rainaldo Orsini, conte di Tagliacozzo, la provvisione conferita al medesimo da Giovanna regina di Sicilia, che aveva assegnato allo stesso Orsini in perpetuo 185 onze d'oro sopra le terre e i castelli del Regno. In conseguenza lo stesso Rainaldo poteva da per sé esigere detto assegno senza ricorrere all'opera dei giustizieri ed esattori o commissari del Regno, e poteva eseguire tutto ciò nelle università di Cappadocia, Bonriparo, Petra de Venusa, Auricola, Rocca de Cerra, Intramontes, Altum S. Marie, Castrum Vetus, Stanzanum, Talliacotioum, Collis et Luppa, Tufum, Celle, Petraficcha, Podium Siginulfi, Mons Falconum, Veretula, Civitas Carsoli, Roccha de Butte, Piretum, Barrum, Pestum Rotarium, Turris Catalli, Castrum de flumine, Maccla de Mone, Cucumellum, Palearia, Girofalci, Corbarium, Vallis Meleti, Castillionum et Podium de Valle, Collis Ficatum, Podium S. Iohannis et Roccha Ranisii. Datum Avinioni, pontificatus nostri anno quarto.)
Per i lettori non... etnocentrici e curiosi di sapere, quì possono consultare,  l'Atto di vendita del 30 Maggio 1326, redatto da Guillelmus dictus de Benevento de Neapoli pubblico notaro, dei due terzi dei castelli di Pietrasecca e Poggio Sinolfi (detto anche Castel Ginolfo) nella provincia d' Abruzzo, coi vassalli, terre etc. fatta da Nicola da Boiano, Gran Razionale della regia Curia, a favore di Pandolfo Rainaldo e Giordano del fu Roberto di Colle Alto, per la somma di 60 oncie da 60 carlini d'argento. La vendita fu compiuta annuente Roberto, re di Sicilia.
L'originale della Pergamena del Re Roberto di Sicilia

Il nome di Colli è di etimologia Semitica?







Pubblichiamo gli appunti dell'archeologo Giacinto de Vecchi Pieralice redatti per il suo libro "Guida Storico-Artistica delle Regioni attraversate dalla nuova ferrovia", dedicato a Luigi degli Abbati.
Sono una miniera preziosa di notizie su Colli.



Copertina della Guida di Pieralice - da Riofreddo a Colli Pagg. 37 -98

a) Ipotesi che tra le viscere del Monte Bove vi siano dei giacimenti di petrolio;
b) il mostro marino pietrificato rinvenuto durante lo scavo della galleria ferroviaria;
c) le origini del nome di Colli correlate con la sua struttura orografica;
d) l'etimologia semitica del nome;
e) perchè Colletani o Coglietani e non Collesi;
f) il dominio dei Berardi;
g) il vino di Colli come lo...champagne;
h) il monachesimo orientale;
i) la Dogana del 1713;
l) Luigi Panegrossi fa togliere la lapide in marmo sull'arco;
m) La Catena de' Cogli;
n) il Re Manfredi ... devia la Valeria verso Uppa, oggi Valle di Luppa;
o) la Guardia d'Orlando;
p) il Monte Bove o monte della devastazione.

Come si arriva a Colli di Monte Bove



















Questa è un'immagine 3D presa con il satellite Hot Spot, a circa 6500 metri d'altezza e acquisita con il programma Google Earth Pro.
Mostra nitidamente il percorso che si deve impiegare per raggiungere Colli di Monte Bove dall'uscita Oricola-Carsoli dell' Autostrada dei Parchi. La linea in nero è il tracciato della ferrovia Roma-Pescara.
 

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