COLLI

La chiesa di San Rocco

Colli - La chiesa di San Rocco
Scarse, o addirittura inesistenti, sono le notizie su questa chiesa collocata all'ingresso occidentale di Colli. Tuttavia, una sintetica raccolta delle visite pastorali dei Vescovi dei Marsi al nostro paese (1836-1872), presente presso l'archivio parrocchiale, ci consente di rilevare qualche informazione almeno sul suo stato di conservazione.
Il 12 Ottobre 1847, il Vescovo dei Marsi Michelangelo Sorrentino, scrive nella sua relazione: "...entro tre mesi è necessario restaurare la porta d'ingresso...".  Il medesimo prelato, nella visita del 1858, pone una lapide sull'altare e, infine, il Vescovo Federico De Giacomo nel 1858, rileva che la chiesa è piena di umidità e consiglia di promuovere una questua tra la popolazione per finanziare i lavori di risanamento. Un'annotazione ai margini del decreto, redatta dall'allora parroco di Colli Paolo Panegrossi, ci informa che il Vescovo contribuì alla raccolta con dieci Lire Italiane.
Nessuna notizia storica è giunta sino a noi sulla data di edificazione della chiesa anche se è possibile ipotizzare che, per il santo a cui è dedicata (San Rocco) solitamente invocato per debellare il flagello della peste e in conseguenza del fatto che la pandemia più virulenta del morbo si ebbe, nel regno di Napoli (Colli vi apparteneva), nel 1656 è possibile che la pieve sia stata costruita nella seconda metà del Seicento, come ringraziamento per un pericolo scampato o alleviato.
Colli - Grotta di San Rocco
Altrettanto enigmatica è la presenza di questo antro, connesso alla chiesa di San Rocco, finemente affrescato e, della cui campagna pittorica, è rimasto solo questo piccolo frammento, raffigurato qui accanto. La presenza a Colli di una strada denominata "grotta di San Rocco" (Archivio di Stato dell'Aquila, Liber Baptizatorum, Colli, anno 1809), rende plausibile l'ipotesi dell'esistenza nel luogo di un ipogeo, in seguito normalizzato con intervento antropico.
I toponimi stanno sempre ad indicare il carattere peculiare di una località e spesso ne saturano il significato nell'elemento geografico. Questa lezione del passato è spesso dimenticata dalla toponomastica moderna e un classico esempio di questo orrore, lo abbiamo proprio nel nostro paese, dove la splendida piazzetta, recentemente recuperata nella vicinanza dell'Arco de N'dreone, è stata denominata con il barbarismo Municipalità e Cittadinanza, mentre quel luogo è storicamente individuato come Cimetore.

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