COLLI

Gli affreschi della chiesa di S. Berardo

Fig. 2 - Il pentimento di F. de Ambrosio
Fig. 1 - Resti dell'antica parete sud
E' tornato alla luce nella chiesa di San Berardo di Colli di Monte Bove l'affresco di uno dei due prodigi attribuiti a Berardo e di cui da notizia Don Paolo Panegrossi nelle sue Memorie Storiche...(sarebbe però consigliabile che tali iniziative individualistiche, sia pur encomiabili nella loro dimensione volontaristica, venissero abbandonate in quanto continuando a paraticare interventi non professionali sulle pitture potrebbe arrecare danni irreversibili).
Qui è raffigurato il pentimento di Fabrizio de Ambrosio, bravo dei Colonna, per le angherie compiute ai danni degli abitanti di Colli. Quando l'opera sarà completamente restaurata, si leggerà il nome del comittente con la data di esecuzione, il 1626 (sperando che quella sgradevole cornice in legno apposta ai lati degli affreschi non abbia irrimediabilmente pregiudicato questa parte essenziale della narrazione pittorica).
Da un'osservazione attenta della pittura si può notare che tra i due personaggi è disegnato il profilo della chiesa di San Berardo che, a quel tempo -primo quarto del XVII° secolo- era molto più imponente di quella attuale: il lato sud era certamente più esteso (e questi resti che si trovano nel cosiddetto Peschio di S. Berardo sembrano confermarlo) e si distingue nettamente nel versante nord, verso il fondo, un'ulteriore costruzione (probabilmente la residenza dell'eremita era più ampia di quella attuale e si estendeva per almeno 3/4 nell'attuale via Valeria). Sinora nessuno studioso era stato in grado di ipotizzare una data di costruzione della chiesa di san Berardo (i lineamenti architettonici dell'interno facevano pensare ad una collocazione non anteriore alla seconda metà dell'Ottocento); ora, invece, si può fissare almeno un termine ante quem di edificazione nel 1626.
In occasione di una ricognizione effettuata nei giorni scorsi nell'area della chiesa di San Berardo in compagnia di Mario Dionisi, sono venuto a conoscenza di un suo ricordo di quando era ragazzo: su una pietra, purtroppo andata perduta a causa della costruzione dell'immobile che insiste ora sul posto, era incisa una croce che, mi piace pensare testimoniasse l'altro miracolo compiuto da Berardo in quel luogo: ridare la vita ad un bambino che era caduto nel baratro del lato sud della piazza dove oggi vi è un solido muro di protezione.

3 commenti:

Giovanni ha detto...

potrebbe però trattarsi di un altro dipinto? Nelle "Memorie Storiche" Don Paolo, oltre a raccontare che un tempo la chiesa "era tutta istoriata di pitture" parla del miracolo del bambino caduto e tale affresco si trovava "nell'alto della parete laterale dal lato del Vangelo" poi prosegue :"Nel Basso della parete opposta si distingue (...) un giovane uomo genuflesso con le mani giunte e sollevate verso un'immagine di un crocifisso". Sarebbe tale Fabrizio d'Ambrogio. Questo affresco non si trova nel basso della parete ma in alto a destra dell'altare di Santa Lucia (a sinistra dell'osservatore). Tu che ne dici?

Maurizio ha detto...

La figura apparsa in questo parziale recupero fa pensare ad un personaggio arcigno, con tratti somatici che incutono terrore: quindi è probabile che la porzione di affresco sinora visbile sia il miracolo del'esattore dei Colonna.
Inoltre si deve riflettere che in questa circostanza don Paolo riferisce notizie di altre fonti, probabilmente orali, in quanto anche nel XIX secolo i dipinti erano coperti da alcuni strati di vernice e quindi è possibile che i riferimenti spaziali siano iprecisi.
Non resta che attendere che tutti gli affreschi vengano riportati alla luce per formulare un giudizio più ponderato.
In una riunione informale, tenutasi qualche giorno fa, l'attuale Amministrazione separata dei Beni Civici di Colli di Monte Bove ha manifestato la volontà di realizzare questo progetto.

Giovanni ha detto...

La cosa che però fa pensare ad un terzo affresco oltre a quelli citati da P.Panegrossi, si può intuire ingrandendo la mano destra del personaggio inginocchiato (e in maniera minore in quella sinistra perché più rovinata). Si notano macchie di sangue che sgorgano dal dorso, sono forse stimmate? Potrebbe trattarsi di San Francesco d'Assisi che predicò anche in queste terre (il convento che sorge nei pressi di Poggio Cinolfo lo testimonia). Altri indizi sono la tonsura (tipica dei monaci) e il saio marrone con i quali veniva raffigurato San Francesco, anche se i tratti somatici somigliano più ad un personaggio "malvagio" più che ad un Santo o ad un chierico. Aspettiamo il recupero totale degli affreschi, le chiese di San Berardo e San Nicola sicuramente nascondono ancora altri aneddoti tutti da decifrare

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