COLLI

"Si! Festeggiamo un vero Santo"

dalla nostra inviata alla conferenza di Carsoli
Raffaella Girlando

Il 30 Aprile 2010 presso la Chiesa del Carmine di Carsoli alle 18,00 ho avuto l’onore di partecipare alla conferenza tenuta dal Prof. Jaques Dalarun; emerito medievalista di fama mondiale, nonché Direttore di Ricerca al CNRS di Parigi; su “ San Berardo, vescovo dei Marsi una nuova arte di governo”.

Nel 1080 proprio nella nostra Colli di Monte Bove ebbe i natali San Berardo venerato amabilmente dai suoi compaesani che da secoli con devozione portano avanti attraverso la Confraternita riti  quotidiani (pensiamo alla statua lignea che viene ospitata in casa per tutto l’anno da una famiglia che gli offrirà preghiere quotidiane per poi passarla il primo maggio successivo ad un’altra casa che l’accoglierà con fede) per onorare la figura del Vescovo che ha fatto tanti miracoli in vita e dopo la morte.
A fare gli onori di casa e a sottolineare la solennità della Conferenza è stato il nostro amato Don Enzo seguito dal Sindaco Mazzetti che ha introdotto la partecipazione inattesa del neo presidente della Provincia Antonio del Corvo anch’egli facente parte della Confraternita di Celano dedicata al Santo.
Il Prof. Dalarun è stato introdotto dal Prof. Maurizio Anastasi che a seguito di “un’amicizia nata su internet”, così la definisce modestamente, ha invitato lo studioso a parlarci della vita, dei miracoli e del modo in cui fu fatto Vescovo il Nostro San Berardo.
In realtà dobbiamo ringraziare in primis proprio il prof. Maurizio Anastasi che grazie alle sue continue ricerche e studi ci ha permesso di arrivare a questo incontro.
Tra gli invitati era presente anche il Vescovo dei Marsi Santoro che ha concluso la conferenza.

Il Prof. J. Dalarun studioso in particolare di San Francesco casualmente si imbatte nella vita del nostro Santo Berardo e se ne incuriosisce tanto che gli dedica  tre libri l’ultimo sulla vita e sui miracoli, che prossiamente sarà pubblicato in italiano dalla casa editrice Viella.

 “Essere qui con mia moglie questa sera è un onore e la vostra presenza una benedizione” “La vita è strana e talvolta la vita è bella ne ho avuto la prova con il messaggio che Maurizio Anastasi mi inviò il 15/12/2009 chiedendomi se poteva inserire una traduzione del mio contributo al volume in omaggio al mio maestro P. Toubert sul suo Blog….. il progetto si è irrobustito sempre di più….”
queste le prime parole del Prof. Dalarun e dopo l’applauso caloroso improvvisamente è calato un mistico silenzio. Tutta la platea che assisteva ascoltava con devota attenzione e interesse ciò che veniva raccontato con passione.
Era la storia di uno di noi. Di Un uomo della nostra terra.
Il fulcro della conferenza è trovare la novità del messaggio che San Berardo ha lasciato nel suo tempo.
“Lui apparteneva al lignaggio dei Conti dei Marsi nasce da Berardo e Teodosia” - continua il professore - “ e fu educato in seno al capitolo di Santa Sabina la Cattedrale della diocesi dei Marsi collocata a Civitas Marsicana sotto il Vescovo Pandolfo.
Con il consiglio del padre e del Suo Vescovo fu inviato ad effettuare gli studi a Montecassino nel 1100 nel tempo dell’Abate Oderisio dove vi restò per 6 anni. Nel 1106 da Pasquale II ricevette il diaconato e alla fine del 1106 fece parte della corte del Papa nel suo viaggio in Francia; nel 1108 diventò Conte della Campagna Romana nominato dal Pontefice e nello stesso anno si trovò di fronte alla rivolta violenta di Colonna e fu rapito e buttato in una cisterna a Palestrina ma miracolosamente il Cavaliere Giovanni Petrella venne a liberarlo. Successivamente dimorò nuovamente in Curia.
La diocesi dei Marsi intanto era tenuta da Siginolfo che era stato nominato dall’antipapa Clemente III. Nel 1110 Berardo fu ordinato Prete Cardinale eletto e consacrato Vescovo dei Marsi “Una carriera molto veloce” - apostrofa il Prof Dalarun – “Mise allora tutta la sua energia al servizio della sua diocesi in particolare dei più poveri, sradicò la simonia, riformò i costumi del clero, impose il Primato della chiesa Cattedrale di Santa Sabina.
Lottò contro le unioni incestuose e poligame, e come dice la leggenda “in seguito non si sarebbe potuto trovare sul territorio della diocesi nè un chierico nè un laico e quasi nessuna donna peccare pubblicamente dei vizi appena menzionati”.
Scomunicò un grande numero di baroni e tiranni e fu quindi la preda di molti tentativi di cattura e assassinio, otto volte fu espulso dalla sua diocesi.
Nel 1114  Pasquale II in una lettera manifestò il più grande sostegno al Vescovo dei Marsi Berardo e precisò i limiti della diocesi, il diritto esclusivo del Vescovo sull’ordinazione dei preti, la consacrazione delle chiese, la detenzione delle decime o delle offerte. Il Papa inoltre condannò i monaci che pretendevano di dispensare il battesimo, l’unzione dei malati, di confessare i fedeli o di amministrare l’Eucarestia alle persone scomunicate….nel 1114 il papa Pasquale II conferma il primato di Santa Sabina come sede Episcopale….”
Mentre il Prof Dalarun continua il suo racconto mi volto e osservo la folla incantata che assiepa la chiesa. Sono tutti rivolti con lo sguardo all’ affascinante figura di questo uomo francese sorridente che con la più grande semplicità, chiarezza e con maestria interessa anche i più scettici alla vita, alle opere e al messaggio del grande Santo.
San Berardo operò nel nome della Carità e contro la “Privatizzazione delle Chiese”  e meritò certamente la Santità non solo per i suoi innumerevoli miracoli ma soprattutto per la Fama Sanctitatis e per la traslazione del suo corpo all’interno della Chiesa..
“Si!!! festeggiamo un vero Santo”
Conclude il Prof sottolineando il modello del Pastorato di San Berardo ”…era un buon pastore, tutti i suoi nemici erano i membri della sua casta aristocratica e da quando fu proclamato a Vescovo nel 1110 Berardo si è spogliato della sua appartenenza vestendosi di umiltà e delle virtù pastorali, affermava di essere più piccolo di tutti gli altri… diceva di essere Minore. Fu il Padre dei poveri già più di un secolo prima di San Francesco. Il Governo di Berardo fu un’Offerta e una Passione”

A conclusione del suo intervento il Vescovo Santoro sottolinea l’affascinante figura del professor Dalarun che dall’inizio alla fine del suo racconto è stato accompagnato da un sorriso e un volto sereno.
Il Vescovo Santoro che ricopre la stessa carica di San Berardo dice “ oggi a confronto mi sento ancora più piccolo” e un affettuoso applauso lo interrompe.
Il Vescovo Santoro elogia la manifestazione e incita tutte le autorità presenti a prendersi carico di investire in cultura e arte sempre di più.
Al termine, il Prof. Dalarun viene omaggiato di un raro libro dell'800 e di un lavoro sulla storia locale dei ragazzi delle scuole di Carsoli.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

MI FA PIACERE SAPERE CHE SAN BERARDO ADESSO E' NATO NELLA "NOSTRA" COLLI DI MONTE BOVE. PER QUANTI NON LO SAPESSERO IL NOSTRO GLORIOSO SANTO HA SEMPRE VEGLIATO SULLA TERRA DI COLLI FINO AD OGGI QUANDO UN INTERO COMUNE, LA PROVINCIA, LA CURIA, SI SONO ACCORTI CHE IN QUESTO PICCOLO BORGO DIMENTICATO DA TUTTI E' NATO TANTI ANNI FA UN GRANDE UOMO. SPERIAMO CHE LA FIGURA DI SAN BERARDO POSSA ATTIRARE L'ATTENZIONE SULLE PROBLEMATICHE LOCALI.

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