COLLI

L'ésprit de finesse dei collesi nelle varie epoche

Può anche essere che per il troppo amore per il proprio paese (come succede anche con le femmes fatales), si possano mitizzarne le vicende, levigare le aporie della realtà ed adagiarsi in una soporifera irrealtà: ma più ci si addentra in questo antro tetro e sconosciuto che è la Cultura a Colli nei secoli scorsi, più si fanno scoperte singolari.
Ad esempio la presenza a Colli, sia pur per un breve periodo (14 mesi: dalla seconda metà del 1918 sino alla fine del 1919. E' stato il predecessore di Don Cesare Lucchetti) di questo Sacerdote Pasquale Di Loreto; eccentrico ma di fine cultura, amante di Parigi e della Belle époque. Da fonte autorevolissima ci è stato confermato che Pasquale visitò l'esposizione Universale di Parigi del 1900 e ne fu profondamente segnato. Esponente di una famiglia agiata del sulmontino il 22 aprile del 1918, ordinò alla "Maison de la Bonne Presse" di Roma una "Lanterna per proiezioni" del valore di 175 Lire. Un prezzo enorme se si considera l'epoca e che si era in pieno primo conflitto mondiale. Inoltre tra le diapositive dei vari Santi commissionate ce ne sono 20, genericamente designate come "Umanistiche", che lasciano adito alle più fantasiose supposizioni...
Nessuno ricorda a Colli il suo sacerdozio, nemmeno i più anziani residenti da me personalmente consultati, ma della sua presenza nel nostro paese è rimasta questa composizione "Parigina" che le pieghe di un testo antico hanno salvato dall'oblio.
Altro personaggio emblematico della storia del costume di Colli è stato Spartaco Di Giacomo (foto in alto a destra). Protagonista della vita politica del paese durante il fascismo e nella prima era repubblicana, di un'eleganza affettata (come mostra la foto: sempre vestito all'ultimo grido della moda) è rimasto celebre anche per la sua sfortunata storia d'amore con una collese: respinto dalla "famiglia" perchè "facea gli scarapocchi sulle carte pe campà" (era impiegato delle Ferrovie dello Stato) e non era possessore terriero. Il giorno delle nozze della sua amata si presentò in chiesa vestito elegantemente come se dovesse essere lui lo sposo. Questo melodrammone, molto simile ai films americani dell'epoca, purtroppo non ebbe il ...canonico happy end: la giovane sposa morì qualche anno dopo il matrimonio per il grande dolore.
L'immagine riprodotta qui sotto, un pò kitsch (la rosa dipinta a mano, il tappeto variegato di colore, la sigaretta virilmente ostentata tra le dita, il libro, per dare un tocco di intellettualità), è quella di Mariano Gervasi. Pur ipotizzando che la "scena" della foto sia stata costruita in uno studio fotografico, tuttavia la sua realizzazione implica un'accettazione non acritica del prodotto da parte del committente e sta a testimoniare questo gusto per le differenze e l'alterità di cui abbiamo reperito varie tracce nella società civile di Colli del passato.
Si sa che con il trascorrere del tempo le idee diventano sensazioni. Quelle qui esposte sono sensazioni, brillanti ma non chiarificanti, per prospettare una spiegazione globale della vita degli uomini in società?

La Vita di San Berardo con un'ipotesi fantasiosa

La vita di San Berardo ricostruita da Vincenzo Amendola, prelato della Curia di Avezzano, è composta di due parti: L'agiografia del Santo e l'operato di San Berardo come Vescovo dei Marsi . Si conclude con un'ipotesi singolare e fantasiosa, comunque, non suffragata da alcun documento storico -solo una semplice notice apparsa in uno studio di Pietro Antonio Tornamira del 1674 dal titolo: "Della Prosapia Paterna, Materna e di Palermo, Patria della gloriosa Vegine S. Rosalia Monaca e Romita dell'Ordine del Patriarca San Benedetto"-  della possibile discendenza di Santa Rosalia, protettrice di Palermo, dai Conti Berardi.
Il testo è interessante in quanto tenta di ricostruire il quadro storico dell'epoca in cui visse San Berardo ma è carente nell'impianto complessivo e il suo epilogo ci appare piuttosto bizzarro. Su di esso si stanno costruendo a Pescina connessioni arbitrarie della famiglia dei Conti Berardi con altri casati, alimentate da personalismi dal sapore millenaristico.

Shanghai Lil Regime Oblige diventa Sciangai Lil

    
Una copia dello spartito e delle parole in italiano della canzone Shanghai Lil, colonna sonora del film Footlight Parade (Viva le Donne), USA, 1933, lo abbiamo ritrovato a Colli di Monte Bove nella stanza dove la Banda musicale, di solito, teneva le prove. (Il Trailer Originale del film è qui, la banda sonora in MP3 si ascolta seguendo questo collegamento ipertestuale , il video dell' Orchestra Gene Kardos che esegue il brano è in questo link).
Il documento è estremamente importante sotto il profilo storico ed implica risvolti sociologici sorprendenti, sulla cultura di Colli nel secolo scorso.
Come è noto a tutti, durante il ventennio fascista, furono ostracizzati i termini esterofili e gli anglicismi: e qui vediamo come anche questo innocuo (politicamente) titolo di canzone si dovette adeguare alla temperie du temps e quindi bisognò scrivere, Sciangai e non Shanghai, con effetto decisamente farsesco.
L'altro elemento che colpisce, da una lettura attenta dello spartito, è la sua provenienza: Messina e non Torino, Milano o Roma, città dalla vita culturale più rigogliosa e dinamica. Evidentemente il controllo del MinCulPop (Ministero della Cultura Popolare) era ferreo nelle grandi città e molto permeabile nelle aree periferiche e più decentralizzate. Inoltre la Sicilia, tradizionalmente, ha avuto solidi legami economici e culturali con l'America.
Infine, fa fantasmare, apprendere che lo spartito è per mandolino, mentre l'ascolto del brano dai Links precedenti, denota una forte corposità e la presenza di una pluralità di strumenti musicali. Sarebbe stato molto curioso, assistere all'esecuzione di Shanghai Lil in questa versione della Banda musicale di Colli...

Scrivere la Storia di Colli è impossibile


Una Storia di Colli, in termini strettamente scientifici, -cioè ogni fatto descritto confortato da almeno due fonti diverse, coincidenti e concordanti e che abbia un inizio certo ed un susseguirsi di avvenimenti coerenti ed interconnessi tra loro- non è stata scritta e, probabilmente, non la si potrà mai scrivere. I motivi sono semplici.
Colli non è stato certo…l’ombelico del Mondo, pertanto non esistono, o sono estremamente rari, i documenti sui quali fondare la storia del paese; nessun storico di rilievo si è occupato dei suoi avvenimenti; anche quando Colli ha avuto un relativo dinamismo economico tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Settecento per la presenza della Dogana, le direttrici del più forte tropismo degli scambi commerciali dell’epoca non seguivano certamente l’asse che coincideva con il percorso della Tiburtina-Valeria.
Altra testimonianza che l’influenza di Colli sugli avvenimenti della Storia Antica e Medievale della nostra area è stata scarsa o irrilevante la si ha nella polisemia dei nomi con i quali è individuato nel corso della storia: Colle, Colle Oppido, Colle Zippa, Li Colli, Colli di Monte Bove  e, infine, Colli di Montebove nei nuovi ...Vangeli del sapere moderno: Google e Wikipedia. L’instabilità del nome di un paese è sempre indice di poca rilevanza politico-culturale. Per restare soltanto nel nostro piccolo ambito locale Tagliacozzo e Alba (talvolta con le loro desinenze latine) sono sempre individuati con questi nomi nel corso della Storia Antica, Moderna e Contemporanea.
Da questo quadro storico estremamente precario sono nate ricostruzioni della storia del nostro paese, fantasiose, stravaganti e che, talvolta, sconfinano nel …comico. Tra le tante analizziamo quella contenuta nel volume “La Riserva Naturale delle Grotte di Pietrasecca e il territorio di Carsoli tra storia ed arte” di Ezio Burri: citata solo in quanto  esempio esaustivo di questo genere storico-letterario minore e non per sottoporre l’autore ad una sorta di …gogna mediatica moderna...   

Il Manoscritto di Don Antonio Zazza (1873)

Il "focus", il "target" di questo blog sono sicuramente Colli di Monte Bove, la sua Storia, i suoi Costumi, le Opere d'Arte. Tuttavia in presenza di documenti eccezionali ed inediti, almeno online, dei paesi del carseolano, ci concederemo delle ...licenze editoriali.
E' qui riprodotta la prima pagina del manoscritto del 1873, di Don Antonio Zazza , parroco della chiesa di Santa Vittoria di Carsoli, composto di 48 fogli,  custodito presso l'Archivio della Diocesi dei Marsi, in cui l'autore attraverso sue ricerche tenta di capire la storia e le origini dell'area del carseolano e siccome, questa, per retaggi atavici ed arretratezza culturale, è stata sempre avvolta da una spessa coltre di nebulosità, infittita da un sapere mandarinale locale; cerchiamo di contribuire con questo piccolo... granello di sabbia all'opera ciclopica, che resta tutta da realizzare, di capire le nostre origini.
Un grande statista francese, Pierre Mendès France, ripeteva spesso che nelle democrazie moderne bisogna "conoscere per deliberare". Approfittiamo delle opportunità che offre la Rete per diffondere capillarmente questo manoscritto, qui pubblicato in forma di "bonnes feuilles", ma, che invieremo integralmente via email , a chiunque ce ne farà richiesta.
 

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