COLLI

Le Origini di Colli di Monte Bove

Fin dall'antichità la via Valeria, via consolare che univa l'attuale Abruzzo a Roma, solcava a mezza altezza, le pendici del colle appoggiato al monte Bove sulle quali oggi si adagia o s'inerpica Colli di Monte Bove.
Il monte fa parte dei carseolani e la montagna prospiciente, ubicata a sud, appartiene all’estremità settentrionale dei Simbruini.
La vallata, situata nel mezzo, è una sorta di porta che da Ovest, immette nella regione Abruzzese e quindi nel versante adriatico.
Per “aprire” questo ingresso, i Romani vi fecero passare il tracciato della Via Valeria e per “chiuderlo”, un Berardo o Bernardo, discendente di Carlo Magno, nel X secolo, vi costruì un castello, alla sommità del “Colle”.
Il castello sulla vetta ed il tracciato stradale alla base generarono il paese. Colli, visto dalla montagna di fronte, ha la forma di un triangolo con la base molto allargata.
Secondo le annotazioni riportate nella “Vita di San Berardo”, di don Paolo Panegrossi, nei primi secoli il paese era rappresentato esclusivamente dal borgo, un gruppo di casupole circondate da mura ed ammucchiate a ridosso del castello.
Il borgo arrivava sino alla “Piazzetta” dove sorge la chiesetta dei Panegrossi. Le mura da questo punto volgevano verso “Le Pezze”, seguendo all’incirca il percorso della Via Tiburtina. Arrivate a una località chiamate “Le Caselle” (probabilmente così chiamate perché vi erano esistiti dei cancelli) risalivano a Nord verso “Ritifossi” per completare il giro che cingeva il piccolo territorio attorno al castello.
La chiesa all’interno della rocca ospitava una copia del miracoloso e pregiato simulacro in legno della Madonna dei Bisognosi che esiste tuttora ed è custodita presso il museo della Preistoria a Celano (AQ.)
San Berardo nacque da un Berardo XIV, nell’XI secolo, conte dei Marsi e discendente del fondatore del castello e da Teodosia, gentildonna di origine bizantina.
Avviato a gli studi presso i monaci regolari dell’Abbazia di Santa Sabina in riva al Fucino (oggi San Benedetto dei Marsi), vi divenne abate e fu vescovo dei Marsi e Cardinale.
Si distinse sotto Papa Pasquale II nella lotta contro gli eretici ed i nemici della chiesa.
Giovanni da Segni, detto più spesso il Signino, suo successore alla guida dell’Abbazia e della diocesi, nochè suo biografo, ed oltre a questi il Febonio, storico marsicano del secolo XVI, attestano che San Berardo era nato a Colli e contestano le pretese esclusivamente deduttive e senza riscontri del Corsignani, storico celanese, secondo cui il santo non poteva che essere nato a Celano.
Nel secolo XIII con l’età dei comuni ed il rifiorire dei traffici e dei commerci, riacquistò vita ed importanza la “strada romana” ed attorno ad essa incominciarono a sorgere costruzioni. I nuovo agglomerati, espandendosi, si fusero in alto con il vecchio borgo ed il paese assunse all’incirca l’estensione e la configurazione attuale.
Nel baricentro del triangolo sorse nel corso del XII secolo la nuova chiesa parrocchiale dedicata a San Nicola di Bari.
La via consolare ed il castello furono le cellule germinali. La gestazione durò dal X al XIII secolo. Il fiorire di un campanile fu l’atto di nascita del paese.
Giacomo Lauri

2 commenti:

Giovanni ha detto...

Quanto si beglio cogli, arrampicato 'ngima a sa montagna, esso la vita è dura ma non ci sta chielle che se lagna!
un saluto a tutti i coglietani!!!

berardino ha detto...

la latta roscia fa da sentinella
dalla vena pizzuta fino addo sta la casa e cacarella
e quanno fa notte 'ngima alla pretella
loco io te vurria
loco io te vurria coglietanella

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